SCENARI DI QUARTIERE: in piazza Magenta a Livorno c’è “Fontamara” (adattamento di Francesco Niccolini. UTOPIA DEL BUONGUSTO: “L’aiuto becchino” e il cimitero più allegro e sorprendente di sempre a Santo Pietro Belvedere

LIVORNO / DAL ROMANZO DI IGNAZIO SILONE

Per il festival del Teatro di narrazione “Scenari di quartiere”, organizzato dalla Fondazione Teatro Goldoni e dal Comune di Livorno con la direzione artistica di Fabrizio Brandi, sabato 14 settembre, alle ore 19 in piazza Magenta andrà in scena “Fontamara”, dal romanzo di Ignazio Silone, nell’adattamento e drammaturgia di Francesco Niccolini. La produzione, realizzata dal Teatro Stabile d’ Abruzzo e Teatro Lanciavicchio con la collaborazione del Centro studi Ignazio Silone e la regia di Antonio Silvagni, vedrà protagonisti gli attori Angie Cabrera, Stefania Evandro, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio e Giacomo Vallozza.

 Voci. E Fantasmi. Talvolta fantasmi di fantasmi. Cinque attori danno voce ad un mondo, ad un paese, ai suoi abitanti e pure ai loro carnefici. Raccontano, quasi fosse un’opera sinfonica a più voci, la storia di Fontamara, dei Fontamaresi, di Berardo Viola e di Elvira. Le voci dei protagonisti si accavallano con quelle dei personaggi minori: ogni attore deve acrobaticamente passare da un’identità all’altra. Un mondo si affolla sul palcoscenico attraverso una partitura ferrea, un’alternanza di presenze e testimonianze. Perché di testimoni si sta parlando: quasi fossimo di fronte a un giudice, o forse al Giudizio Universale, sono tutti chiamati a ricostruire quei giorni osceni pieni di vergogna violenza e disumano accanimento sui più indifesi. 

«Torno a Fontamara 35 anni dopo il mio primo viaggio – ha affermato Francesco Niccolini –  Allora avevo 15 anni: la forza disperata dei tre testimoni protagonisti del capolavoro di Silone non mi ha mai abbandonato. Quello stile piano, colmo di dignità e al tempo stesso di umiliazione, l’ironia della scrittura e la ferocia dei potenti. I privilegi dei ricchi, la loro ingordigia, la presa in giro spietata di un mondo destinato al genocidio. Perché un genocidio è stato. A distanza di tanti anni, penso che questo romanzo capolavoro sia un altro capitolo fondamentale per chi ha deciso di raccontare quel genocidio. Ora, insieme agli attori cafoni come si definiscono loro stessi del Teatro Lanciavicchio e ad Antonio Silvagni, provo a portare quelle voci e quei fantasmi sul palcoscenico».

L’ingresso è libero.

Si informa che per questo appuntamento non si terrà la consueta visita turistica al quartiere condotta dalla guida livornese Fabrizio Ottone. 

CAPANNOLI – SANTO PIETRO BELVEDERE / UTOPIA DEL BUONGUSTO

La storia vera di una famiglia che viveva in un camposanto, in scena al festival teatral – gastronomico “Utopia del Buongusto”. Sabato 14 e domenica 15 settembre 2019, alle 21,30 nel parco La Castellina a Santo Pietro Belvedere a Capannoli (Pisa), Guascone Teatro presenta “L’aiuto becchino”. Di Giacomo A. De Bastiani. Con Andrea Kaemmerle, Fabrizio Liberati e Marco Fiorentini. Regia di Andrea Kaemmerle. Alle 20,00 cena in luogo a cura del Ristorante La Cambusa. Informazioni e prenotazioni 3280625881 – 3203667354. Da non perdere: una delle viste più incredibili della Valdera e capirete da dove viene il nome Belvedere.

l’ aiuto becchino1

Primo lustro per il cimitero più allegro e sorprendente di sempre. L’aiuto becchino è uno spettacolo che nasce dall’omonimo testo dello scrittore Giacomo A. De Bastiani, che nella sua opera è riuscito a mescolare con incredibile maestria ingredienti fortemente comici, pensieri arguti e molta dolcezza. Tutto si basa su una storia vera e personale, la vita di una famiglia in un luogo decisamente “serio”: il cimitero di Campi Bisenzio. Ne nasce una girandola di personaggi talmente buffa da riconciliarci con la paura della morte. Un modo molto intelligente per addomesticare ed in fondo addolcire il giusto terrore della fine dei nostri giorni. «Non potevamo – spiega Andrea Kaemmerle – farci scappare un’idea tanto curiosa che ha portato alla nascita di uno spettacolo dove il pubblico si trova inserito completamente in scena, un po’ protagonista, un po’ consigliere e un po’ testimone degli eventi.