Un focus sulla presenza dei lupi: il Comune di Campiglia promotore di un percorso per una rete istituzionale. La finalità è quella di conoscere e stabilire una convivenza

Un focus sulla presenza dei lup. Con particolare riferimento ad alcuni eventi verificatisi nel territorio comunale che hanno avuto ad oggetto l’uccisione di animali da allevamento e da compagnia, nonché l’avvistamento di lupi in prossimità dei centri abitati, l’Amministrazione comunale di Campiglia Marittima intende rendersi parte attiva nel sensibilizzare l’attenzione della Regione su aspetti che, dal punto di vista produttivo, potrebbero essere causa di grandi difficoltà per molte delle nostre attività agro-zootecniche e, dal punto di vista sociale, rischiano di generare, come noto in casi simili, una sorta di psicosi collettiva, primo passo verso i deprecabili episodi di bracconaggio, che purtroppo in passato hanno già interessato il territorio della Val di Cornia. E’ questo il quadro sintetico dell’assessora all’ambiente Elena Fossi che si sta occupano del problema. 

La regione Toscana ha effettuato, in passato, episodi di monitoraggio riguardo la specie lupo (gli ultimi risalenti al 2015). Inoltre, gli enti parco regionali (Maremma, Alpi Apuane, Migliarino-San Rossore), agiscono da anni nella direzione di una sempre maggiore conoscenza locale del lupo e dei suoi rapporti con le attività umane.

Nel 2017 si è concluso in provincia di Grosseto il progetto Life “Medwolf”, finanziato dall’UE, che ha delineato per quell’area una mappa della distribuzione e della consistenza della specie, avendo come focus lo sviluppo di sistemi di prevenzione che permettessero alle aziende zootecniche di coabitare con il lupo.

“Allo stato attuale  spiega l’assessora Fossi – vediamo come fatto molto positivo, che il nostro Comune ed i Comuni limitrofi siano coinvolti nelle operazioni di monitoraggio nazionale del lupo, coordinato da Ispra e finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Andiamo quindi nella direzione del coinvolgimento”.

Il dottor Marco Lucchesi, biologo incaricato del monitoraggio nazionale nel territorio, fino al mese di marzo 2021 si occuperà del campionamento sulla specie, tramite raccolta di segni di presenza e campioni biologici, in una zona di circa 900 km quadrati dalle coste del Tirreno fino alla provincia di Siena.

Dai dati pregressi e dalle prime risultanze del monitoraggio nazionale, appare come il territorio della Val di Cornia sia interessato dalla presenza del lupo interamente, comprendendo aree a diversa valenza ecologica per la specie.

Anche le zone di fondo valle e pianura, fino a pochi anni fa interessate probabilmente in maniera marginale dalla presenza del lupo, si mostrano adesso come “corridoi” frequentati da individui in spostamento, i quali vengono spesso avvistati dalla popolazione residente.

“Ci pare doveroso e necessario, alla luce dell’ottima esperienza del progetto Medwolf – afferma Elena Fossi – cercare di condividerne le esperienze con le categorie produttive territoriali per la promozione dei sistemi di prevenzione e di una mentalità incentrata sulla convivenza con questa specie”.

Di fatto, alla luce delle normative nazionali ed europee in vigore, l’unica via da perseguire per le amministrazioni locali è la promozione, con ogni mezzo, delle forme di convivenza che meglio si adattano al panorama sociale ed al territorio considerato, con la finalità di contenere l’impatto predatorio della specie sulle specie domestiche da reddito e prevenire pericolosi conflitti tra i diversi portatori di interesse.

Aggiunge Fossi:Sicuramente è necessario condividere il percorso di lavoro del biologo Marco Lucchesi sia con le forze dell’ordine che si occupano della vigilanza territoriale, cioè carabinieri forestali, polizia provinciale e guardie ambientali volontarie,  sia con le amministrazioni comunali limitrofe interessate da analoghi fenomeni”. 

In questo senso il comune di Campiglia Marittima ha individuato tre step operativi:

step 1: tavolo tecnico-scientifico con l’obiettivo di approfondire la problematica di zona per tenere alta l’attenzione di presidio territoriale, di verifica e di monitoraggio invitando personalità che hanno esperienza professionale e know how scientifico su questi aspetti, per favorire, da parte delle amministrazioni, la comprensione di una problematica complessa e, al contempo, contenere i fenomeni di psicosi da parte della cittadinanza, anche per il fatto che il lupo non attacca l’uomo;

step 2: tavolo con le associazioni agricole di categoria per promuovere la cultura della prevenzione con l’ausilio della associazione Difesattiva, associazione di allevatori zootecnici nata in seno al progetto Medwolf, che si occupa della diffusione a livello locale e nazionale dei migliori sistemi di prevenzione, quali i cani da guardiania di razza maremmana-abruzzese.

step 3: predisposizione di un ordine del giorno condiviso da tutte le Amministrazioni coinvolte nel percorso per chiedere alla Regione:

  1. promozione delle attività di monitoraggio della specie a livello regionale e locale;
  2. promozione, anche tramite gli strumenti economici del PSR, dei sistemi di prevenzione e tutela per le aziende zootecniche;
  3. condivisione delle informazioni pregresse e delle risultanze delle ricerche a livello capillare nei territori.

Il tutto è quanto messo in piedi ad oggi dal Comune di Campiglia che sta lavorando al tema da diverse settimane, con le difficoltà causate ancora una volta dalla pandemia che impedisce gli incontri in presenza più adatti a discutere di queste materie. Dovrebbe essere comunque imminente un incontro con la Regione nelle modalità consentite, sede nella quale potranno essere portate le istanze del territorio.