Suor Angelica e Cavalleria rusticana in piazza a Massa Marittima. Le voci di Puccini e Mascagni fra tradizione e allestimenti multimediali

Due opere  in una sola serata, Suor Angelica di Giacomo Puccini e Cavallleria rusticana di Pietro Mascagni, chiudono la 33/a edizione di Lirica in Piazza a Massa Marittima domenica 5 agosto 2018 inizio ore 21.15 sul palco a fianco della Cattedrale di San Cerbone. Anche queste due opere, regia di Marcello Lippi e l’orchestra diretta dal maestro Claudio Maria Micheli, si inseriscono a pieno titolo secondo una linea che da alcuni anni caratterizza Lirica in Piazza con una proposta originale dove solo le voci e la musica seguono la tradizione mentre grande spazio alle installazioni multimediali, luci e nuovi allestimenti creati appositamente per una piazza così particolare.

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Maria Tomassi (Suor Angelica)

In questa occasione le due opere potranno andare in scena grazie ad un nuovo allestimento dotato di un impianto intercambiabile in grado di trasformarsi in breve tempo da l’ambientazione di un chiostro e di una chiesa dove si svolge Suor Angelica alla piazza di un paese che è invece lo scenario della Cavalleria. In più le due storie apparentemente così distanti hanno un filo conduttore, sono un atto d’amore verso le donne e una denuncia forte verso quella che è stata ed è la condizione femminile sottoposta a discriminazioni e violenze. “Ho diretto in passato sia “Suor Angelica” che “Cavalleria rusticana” – spiega il regista Marcello Lippi – ma è la prima volta che mi trovo ad abbinarle nella stessa serata, scelta che trovo azzeccatissima ed estremamente efficace. Le due eroine, Suor Angelica e Santuzza, sono distanti per epoca storica e contesto sociale, ma sono unite da un legame indissolubile: entrambe hanno amato al di fuori delle regole ed entrambe sono diventate madri in seguito a questo amore e a causa ciò sono state escluse dalla società.

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Anna Sanachina (Cavalleria rusticana)

Per sottolineare questo aspetto – prosegue – ho accentuato l’intensità psicologica dei personaggi anche attraverso il racconto dei loro gesti che spesso sono il segno della loro fragilità ma anche della loro forza. Suor Angelica è di famiglia nobile, Santuzza di estrazione popolare, ma la prima è stata relegata in convento per espiare e privata del bambino, la seconda, non tanto a causa della relazione extraconiugale, lecita finché non fosse di pubblico dominio nella Sicilia di quel tempo, ma a causa dell’evidente maternità che rivelava al mondo la sua condizione, diviene “L’esclusa” citando il capolavoro di Pirandello, la “scomunicata”, colei che non può entrare in chiesa, né in casa della gente per bene. Entrambe – conclude Lippi – accettano il proprio destino perché riconoscono la propria colpa, non combattono contro il giudizio della gente: il loro giudizio è di autocondanna”.

  • Suor Angelica, un’opera lirica in un atto di Giacomo Puccini, su libretto di Giovacchino Forzano, va in scena per la prima volta a Massa Marittima, un debutto che coincide con il centenario della prima rappresentazione a New York presso il Metropolitan Opera, nel 1918. La storia si svolge verso la fine del XVII secolo, tra le mura di un monastero nei dintorni di Siena. Da sette anni Suor Angelica, di famiglia aristocratica, ha forzatamente abbracciato la vita monastica per scontare un peccato d’amore e di un figlio nato da quell’amore, che le era stato strappato a forza subito dopo la nascita. Da qui una serie di colpi di scena fino ad un finale tra un miracolo e tragedia. È tra le poche opere a contenere solo personaggi femminili dove Suor Angelica sarà interpretata dal soprano Maria Tomassi mentre la Zia Principessa, personaggio algido e crudele, dal contralto Vessela Yaneva.
  • Cavalleria Rusticana è invece un’opera scritta su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga. Andò in scena per la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma. L’atto si svolge a Vizzini in Sicilia un mattino di Pasqua e racconta la storia del giovane Turiddu, che prima di partire per il servizio militare, giura il suo amore a Lola che dopo un anno si sposa con Alfio, il carrettiere del paese. E da li una storia di passioni, tradimenti, maternità, e un duello con finale tragico. Santuzza sarà interpretata dal soprano Anna Sanachina mentre i panni di Turiddu dal tenore Gianluca Zampieri.
  • La manifestazione è organizzata dal Comune di Massa Marittima, prodotta da Europa Musica di Roma con l’Orchestra Sinfonica Europa Musica e il Coro Lirico Italiano. Costo del biglietto da 50 a 10 euro secondo i settori. Il botteghino apre alle ore 17. Info e dettaglio biglietti: www.liricainpiazza.it tel. 0566906554 Prevendite online su www.boxofficetoscana.it e in tutti i Punti Vendita Ticketone.
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Marcello Lippi, regista

NOTE DI REGIA

di MARCELLO LIPPI

Ho diretto in passato sia “Suor Angelica” che “Cavalleria rusticana”, ma è la prima volta che mi trovo ad abbinarle nella stessa serata, scelta che trovo azzeccatissima ed estremamente efficace. Le due eroine in oggetto sono distanti per epoca storica e contesto sociale, ma sono unite da un legame indissolubile: entrambe hanno amato al di fuori delle regole ed entrambe sono diventate madri in seguito a questo amore e a causa ciò sono state escluse dalla società. Suor Angelica è di famiglia nobile, Santuzza di estrazione popolare, ma la prima è stata relegata in convento per espiare e privata del bambino, la seconda, non tanto a causa della relazione extraconiugale, lecita finché non fosse di pubblico dominio nella Sicilia di quel tempo, ma a causa dell’evidente maternità che rivelava al mondo la sua condizione, diviene “L’esclusa” citando il capolavoro di Pirandello, la “scomunicata”, colei che non può entrare in chiesa, né in casa della gente per bene. Non si pensi ad una forzatura nel presentare Santuzza gravida! Pochi forse sanno che Verga scrisse la novella, poi adattata al teatro e quindi all’opera, ispirandosi ad un fatto vero ed a persone reali: Santa Pulvirenti e Salvatore Macca (Turi); la Pulvirenti rimase appunto incinta di Turi. Entrambe accettano il proprio destino perché riconoscono la propria colpa, non combattono contro il giudizio della gente: il loro giudizio è di autocondanna. Così Angelica è diventata un’ottima suora, stimata da tutte le sorelle e non una forzata del convento, ribelle ed angosciata come “La religieuse” di Diderot, e finché rimane nel segreto del chiostro, ignara di quanto avviene al di fuori, è salva. Ma la vita esteriore la richiama a sé con la visita della zia Principessa e l’irrompere della notizia della morte del figlio. Molto angosciata è invece Santuzza che continua a sperare in una “regolarizzazione” del rapporto con Turi, ma Turi commette l’infamia di tradirla con la moglie dell’amico e compaseano e Santuzza precipita in un abisso che fa di lei in primo luogo “un’infame” secondo l’accezione della mentalità del tempo e quindi un’assassina, avendo consegnato Turiddu nelle mani della vendetta di Alfio, infine, secondo un’interpretazione un po’ forzosa, ma non troppo, ne fa “La lupa”, protagonista di un’altra celebre opera di Verga, musicata da Tutino. Non ci si stupirà di trovare quindi gesti in comune tra le due donne, un ricollegarsi ad un’umanità profonda della quale il gesto è segno, come sosteneva il filosofo Milàn Kundera, al di sopra della singolarità del personaggio, in un universo femminino che le protagoniste stesse forse intuiscono, ma non conoscono, immerse nella propria fragilità. Suor Angelica termina con un miracolo, Cavalleria purtroppo no, ma nel cuore delle due donne batte lo stesso fuoco, la stessa domanda all’Infinito, in attesa di una risposta che tarda.