Una strana coppia: la filosofia e la riabilitazione cognitiva in un libro del prof. Iacono

Un libro – “Storie di mondi intermedi”  (edizioni Ets, Pisa) scritto dal professor Alfonso Maurizio Iacono – raccoglie i risultati di una collaborazione teorica, che va avanti da più di trent’anni, tra i componenti di una strana coppia: la filosofia e la riabilitazione neurocognitiva. Sono stati anni di continue riflessioni e autointerrogazioni in seno a una disciplina che, come ogni sapere scientifico, ha bisogno di ripensare metodologicamente e concettualmente se stessa e i modi delle sue pratiche terapeutiche. Il fascino conoscitivo della riabilitazione consiste in particolare nel fatto che corpo e mente, movimento e pensiero, mostrano la loro unità ancor più se e quando si presentano delle patologie.

La definizione data da Carlo Perfetti della riabilitazione come apprendimento in condizioni patologiche è un importante punto di riferimento per la riflessione teorica e si attaglia assai bene al tema dei mondi intermedi che l’autore intende come costruzioni comunicative di relazioni che si creano nei processi di apprendimento dati in prima istanza dal gioco e dall’arte. Apprendere in condizioni patologiche è un costruire mondi nelle relazioni che vanno a instaurarsi tra terapisti e pazienti. È qui che riabilitazione neurocognitiva e filosofia si sono incontrate. Una strana coppia, si è rilevato prima, ma spesso le strane coppie funzionano assai meglio di quelle cosiddette normali.

Alfonso Maurizio Iacono è professore ordinario di Storia della filosofia all’Università di Pisa. Tra i suoi lavori più recenti: Autonomia, potere, minorità, Feltrinelli, Milano, 2000; Il borghese e il selvaggio, ETS, Pisa 2003; Storia, verità, finzione, Manifestolibri, Roma 2006; L’illusione e il sostituto, Bruno Mondadori, Milano 2010; L’evento e l’osservatore, ETS, Pisa 20132; The History and Theory of Fetishism, Palgrave Macmillan, New York 2016; Il sogno di una copia, Guerini & Associati, Milano 2016.

Imitiamo mondi e non li duplichiamo, ma, come già aveva ben visto Hippolyte Taine come qualcosa cioè che, pur conservando il ricordo della sua origine, si trasforma in altro, un altro che diventa autonomo. Così è per i bambini che giocano. Stando a cavallo di un manico di scopa essi sostituiscono i cavalli e sostituendoli creano un mondo nuovo. I manici di scopa non sono imitazioni povere dei cavalli, ma protagonisti di un mondo che li accoglie come cavalli: il mondo del gioco.