STORIE DI MODA / 1. Silvia Bini, il lusso internazionale e la Passeggiata di Viareggio
Un “Càos” emozionale. Colorato e griffato. In una location, la Passeggiata di Viareggio, che evoca vacanze al mare in stile liberty prima, poi quelle degli anni del boom all’italiana (Sessanta e dintorni), del “sapore di mare” e infine quelle più contemporanee fra crisi di sistema (con conseguenze sui flussi turistici in calo) e la voglia di ricominciare avendo come obiettivo la rivitalizzazione di un luogo comunque magico, specialmente in questi giorni di fine primavera già assolati e capaci di scatenare la voglia delle vacanze in spiaggia. Sulla Passeggiata di Viareggio la moda – che è uno dei pilastri dell’economia toscana e dell’Italia – da sempre, è rappresentata da una sfilata di negozi: un tempo solo di lusso, poi inframezzati dalle insegne delle catene internazionali che offrono prodotti di tendenza più democratici nel prezzo, alla portata di tutti o quasi.
Silvia Bini, figlia d’arte, è un’imprenditrice toscana (originaria di Pisa) che da sempre racconta la moda. Quella made in Italy (con molto “fatto in Toscana”) ma anche quella internazionale, con marchi esteri di fama planetaria. Così alla vigilia di Pitti Immagine Uomo a Firenze, che da martedì racconterà la moda che verrà nella primavera-estate del 2018, e nel secondo weekend di giugno che apre di fatto la stagione delle vacanze, ha deciso di inaugurare “Càos”, un nuovo progetto di concept store, che è stato al centro di un evento che ha movimentato il lungomare viareggino con grande folla di invitati e di curiosi. “Càos è contemporaneamente un luogo dell’anima e una grande occasione per presentare prodotti di moda come in un fantastico labirinto” racconta Silvia Bini, ideatrice del progetto.
Un progetto inserito in un contenitore dall’architettura essenziale nel quale trovano posto 15 tra i più famosi brand che sfilano sulle passerelle delle fashion week di Milano, Parigi, Londra e New York (Balenciaga, Saint Laurent, Dior, Celine, Chloé, Roger Vivier, Stella McCartney, Lanvin, Dolce&Gabbana, Valentino, Burberry, Bulgari, Fendi, Bottega Veneta e Gucci).
E proprio la palazzina – con i soffitti trattati con stucco ad acqua in stile cinquecentesco che hanno la stessa tonalità dei pavimenti – ha un fascino che solo gli edifici che si susseguono sul lungomare viareggino riescono a trasmettere al turista che passeggia, a partire dalla terrazza-tetto sulla quale è stato allestito un giardino mediterraneo di grande impatto, con piante grasse tipiche della duna (nella foto sopra il titolo) e dal quale si domina a 360 gradi il lunghissimo arenile sabbioso della Versilia, le alture circostanti e più verso nord le vette delle Apuane. Un’idea che Bini ha voluto per “arricchire il Lungomare di Viareggio di uno spazio che aiuti la città a recuperare il lustro in parte perduto, rivestendo così il ruolo di ambasciatrice del lusso di qualità rigoroso e non aggressivo”. L’investimento complessivo è stato di dieci milioni di euro, compresi gli oneri comunali, e il progetto impiega attualmente dieci persone a tempo indeterminato.
Pur pensando che “lo shopping online sia ormai una forma irreversibile di vendita”, Silvia Bini ha scelto di proseguire seguendo il sistema tradizionale di vendita attraverso i negozi, in un luogo – la Versilia – molto frequentato da giovani e da stranieri che rappresentano gran parte dei clienti dei brand di lusso. (e.a.)