
Storie di famiglia e di famiglie, le origini, la propria libertà: al Teatro Niccolini c’è “L’infinito fra parentesi”. Alla Pergola in prima nazionale Glauco Mauri in “Re Lear”. Al Teatro Studio Pieralli di Scandicci in palcoscenico “Il Quartiere” di Vasco Pratolini
- All’inizio del nuovo anno nelle sale fiorentine della Fondazione Teatro della Toscana vanno in scena le storie di famiglia e di famiglie: l’incontro/scontro tra le origini e la propria libertà è tra i pochi testimoni di ciò che siamo stati ieri e di ciò che saremo domani.
L’INFINITO FRA PARENTESI (TEATRO NICCOLINI)
Dal 7 al 12 gennaio 2020, al Teatro Niccolini di Firenze, due attori e fratelli, Maddalena e Giovanni Crippa, diretti da Piero Maccarinelli, danno voce a L’infinito tra parentesi dal libro di Marco Malvaldi, che dimostra che poesia e scienza non sono opposte, ma convergono nella tensione alla conoscenza del mistero del reale. Una produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Fondazione Teatro della Toscana, Mittelfest 2019. (Sopra il titolo, ph. Simone Di Luca).
Il testo, attraverso vicende apparentemente quotidiane, ci sfida a entrare nel complesso rapporto tra letteratura, poesia e scienza, per interrogarci su quale debba essere la guida del nostro tempo. Malvaldi, romanziere, giallista e chimico, mescola le sue conoscenze umanistiche e scientifiche per dare vita a un itinerario tra Oppenheimer e la poesia, Star Trek e il teletrasporto, Carl Barks (il papà di Paperino), Lucrezio e la teoria cinetica dei fluidi. A dare voce alle sue parole e a situazioni in cui conoscenza e ironia vanno di pari passo sono – come detto – due attori e fratelli: Maddalena e Giovanni Crippa. Fratelli anche in scena, nei ruoli di Francesca e Paolo, lei umanista, lui scienziato, entrambi con due carriere di successo come docenti universitari. Quando Paolo lotta per diventare rettore scoppia il conflitto tra due diverse concezioni della realtà. “Non ne posso più di vedere l’Università dominata dalla scienza e dalla tecnica”, protesta Francesca, che sostiene la necessità di una visione più ampia del sapere, che non sia ridotto solo a uno sguardo di “tecnici che stringono un pochino più forte una vite progettata da altri”.
7 – 12 gennaio 2020 | Teatro Niccolini di Firenze
(ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17)
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Fondazione Teatro della Toscana, Mittelfest 2019
Maddalena Crippa, Giovanni Crippa
L’INFINITO TRA PARENTESI
di Marco Malvaldi
scene Maurizio Balò
costumi Giò Mack
musiche Antonio Di Pofi
luci Alessandro Macorigh
aiuto regia Valentina Zogovich
assistente scenografo Andrea De Micheli
direttore di scena Paolo De Paolis
regia Piero Maccarinelli
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RE LEAR (TEATRO DELLA PERGOLA)
Dal 10 al 19 gennaio 2020, in prima nazionale al Teatro della Pergola, Glauco Mauri affronta per la terza volta Re Lear, la più titanica delle tragedie di William Shakespeare, il primo allestimento nel 1984 e il secondo nel 1999, sue le due regie per un totale di 500 repliche. Roberto Sturno è il conte di Gloucester, al suo fianco anche nelle due passate edizioni nel ruolo del Matto. La regia è affidata ad Andrea Baracco. Una produzione Compagnia Mauri Sturno e Fondazione Teatro della Toscana. Il 16 gennaio, ore 18, Glauco Mauri, Roberto Sturno e la Compagnia incontrano il pubblico. Coordina Matteo Brighenti. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Re Lear è solo l’ultimo risultato di un comune percorso culturale, drammaturgico e realizzativo triennale. In questo tempo, tale importante sinergia di ispirazione e di intenti, fondata sul patrimonio teatrale rappresentato da Glauco Mauri, Roberto Sturno e dalla loro Compagnia, ha portato anche alla formazione e al perfezionamento sul mestiere dell’attore dei diplomati della Scuola “Orazio Costa” della Fondazione, secondo la modalità di lavoro e scambio Giovani/Maestri.
Non ho mai smesso di credere che bisogna sempre mettersi in discussione, accettare il rischio pur di far sbocciare idee nuove per meglio comprendere quel meraviglioso mondo della poesia che è il teatro. Ed eccomi qui per la terza volta, alla mia veneranda età, impersonare Lear. Perché? Mi sono sempre sentito non all’altezza a interpretare quel sublime crogiolo di umanità che è il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso, cammino.Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c’è di più poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear è la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro. – Glauco Mauri
Quello che mi ha sempre colpito di questa tragedia, che è una delle più nere e per certi versi enigmatiche tra quelle dell’autore inglese, è che sotto quel nero sembra splendere qualcosa di incredibilmente luminoso e proprio questa luce sepolta dall’ombra la rende così affascinante. Padri indegni e figli inetti, padri indegni che hanno generato figli inetti, le madri assenti, estromesse dal dramma, parafrasando Amleto, qui la fragilità è tutta e solo maschile. Nessuno dei personaggi è in grado di regnare, di assumersi l’onere del potere, nessuno sembra avere la statura adatta, nessuna testa ha la dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo giganti o nani in questo universo dipinto da Shakespeare. I tormenti di Lear, di Gloucester, i turbamenti di Edgar, i desideri di Edmund, i tremori e i terrori delle tre figlie del Re, Cordelia, Goneril e Regan, attraggono da sempre perché la complessità e in alcuni casi la violenza che produce il conflitto generazionale è per forza di cose universale. – Andrea Baracco, regista
10 – 19 gennaio 2020 | Teatro della Pergola
Prima Nazionale
(ore 20:45, domenica 15:45, riposo lunedì 13 gennaio)
Compagnia Mauri Sturno, Fondazione Teatro della Toscana
Glauco Mauri, Roberto Sturno
RE LEAR
di William Shakespeare
traduzione Letizia Russo
riduzione e adattamento Andrea Baracco e Glauco Mauri
con Linda Gennari, Aurora Peres, Emilia Scarpati Fanetti, Francesco Sferrazza Papa, Aleph Viola, Dario Cantarelli, Enzo Curcurù, Laurence Mazzoni, Paolo Lorimer, Francesco Martucci
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche Giacomo Vezzani, Riccardo Vanja
luci Umile Vainieri
regia Andrea Baracco
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IL QUARTIERE (TEATRO STUDIO MILA PIERALLI DI SCANDICCI)
Dal 10 al 12 gennaio 2020, dopo la prima nazionale al Niccolini del mese scorso, i Nuovi portano Il Quartiere di Vasco Pratolini al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci, guidati dal giovane Sebastiano Spada, alla sua prima esperienza di adattamento e coordinamento artistico. I protagonisti sono ragazzi e ragazze scossi dalle ansie per il futuro, che esplorano dalle finestre e dalle strade del loro microcosmo i turbamenti propri di ogni generazione. Una produzione Fondazione Teatro della Toscana.

C’è Valerio che nel 1932, quando inizia a raccontare, ha quindici anni e porta i calzoni corti. Il cuore gli batte per Luciana, ma è difficile dirlo a lei. Poi ci sono Giorgio, buono e coraggioso, Maria, che per leggerezza rischierà di perderlo, Marisa e Carlo, che molto avrà da farsi perdonare, Olga, bella e docile, Arrigo e infine Gino, con il suo grumo nero nel cuore. Sono giovani e poveri, ma uniti: nati e cresciuti a Santa Croce, a Firenze. Il Quartiere di Vasco Pratolini, al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci, è il mondo, dove “anche l’aria e il sole sono cose da conquistare dietro le barricate” e solo riconoscendosi uniti si ritrova la speranza di riuscirci.
I ragazzi e le ragazze messi in scena dai Nuovi (la compagnia composta dai diplomati del Corso per Attori “Orazio Costa” della Fondazione Teatro della Toscana e delle migliori scuole di teatro italiane) sono le ‘creature comuni’ di un quartiere di Firenze che crescono negli anni che dividono le due grandi guerre; oggi quel quartiere non esiste più. Quell’isolato di case strette e connesse tra loro, come le vite che lo animavano, ha cambiato faccia, e così tutti noi, solo pochi decenni dopo ci riconosciamo diversi. La realtà infatti, quella città aliena con i suoi bei caffè e le orchestrine, non si accontenterà a lungo di restare fuori a guardare. Farà irruzione nelle loro vite con la prepotenza del regime, delle guerre, della miseria. Distruggerà le loro case, li sparpaglierà nel mondo, li chiamerà chi alle armi, chi in carcere, chi nella lotta politica. Ma non potrà mai derubarli dell’eredità più preziosa del Quartiere, quell’incrollabile fede nell’uomo e nel valore della solidarietà.
10 – 12 gennaio 2020 | Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci
(ore 21, domenica ore 16:45)
Fondazione Teatro della Toscana
iNuovi
IL QUARTIERE
tratto dal romanzo di Vasco Pratolini
adattamento e coordinamento artistico Sebastiano Spada
con iNuovi (in ordine alfabetico) Maddalena Amorini, Davide Arena, Maria Lucia Bianchi, Alessandra Brattoli, Federica Cavallaro, Anastasia Ciullini, Fabio Facchini, Ghennadi Gidari, Filippo Lai, Athos Leonardi, Claudia Ludovica Marino, Nadia Saragoni, Sebastiano Spada, Erica Trinchera, Lorenzo Volpe
costumi Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola
scene Federica Francolini
disegnatore luci Loris Giancola
sarta Eleonora Sgherri
canto Katia Magnani
si ringrazia Andrea Ottani per l’editing dei brani musicali