SPECIALE UFFIZI / 1. Dalla Resurrezione di Lazzaro ai piatti d’argento per la festa di San Giovanni. Le mostre temporanee

Anche per il 2017 le Gallerie degli Uffizi  offrono al pubblico un prestigioso e variegato programma espositivo. Il programma – di cui di seguito forniamo una prima selezione (le mostre che apriranno al pubblico entro giugno 2017, in un secondo articolo parleremo invece delle mostre temporanee che caratterizzeranno la seconda parte del 2017) – ha debuttato il 10 gennaio scorso con la mostra “Fashion in Florence through the Lens in the Archivio Foto Locchi” (foto a destra) a Palazzo Pitti nell’Andito degli Angiolini, aperta fino al 5 marzo, mostra fotografica dedicata alla moda tra gli anni ’30 e ’70 con l’intento di raccontare attraverso la forza dell’immagine la nascita del fashion a Firenze. Ha proseguito poi il 24 gennaio con l’apertura dell’esposizione Giorgio Castelfranco. Curatore, mecenate, difensore d’arte, aperta nella Sala del Camino della Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi fino al prossimo 26 febbraio. Vittima delle leggi razziali, clandestino operatore per la libertà del Paese e per l’integrità delle sue ricchezze artistiche, Castelfranco fu anche un fautore e mecenate dell’arte contemporanea.

Rinascimento, collezionismo e una nuova mostra sulla moda.Le mostre in programmazione nei prossimi mesi dell’anno spazieranno dai temi rinascimentali a momenti cruciali del collezionismo mediceo, fino alla commemorazione storica del centenario della rivoluzione russa di ottobre, senza escludere rassegne personali di rinomati artisti contemporanei. Varie, inoltre, le opere restaurate e le nuove acquisizioni che saranno presentate al pubblico: iniziative di valorizzazione che narreranno la storia dei dipinti, talvolta a confronto con opere coeve, e nuove scoperte rese possibili in seguito ai restauri. Solo un breve cenno, per ora, a un’altra mostra di grande rilievo, che verrà annunciata nelle prossime settimane: avrà luogo a Palazzo Pitti in occasione dell’edizione estiva di Pitti Uomo e sarà dunque un evento spettacolare legato alla moda e al costume, organizzato in collaborazione con Pitti Immagine.

Intervento del direttore Eike Schmidt. “L’intenso e ricco programma espositivo che le Gallerie degli Uffizi offrono al pubblico nel 2017 pone un accento particolare sull’arte contemporanea – afferma Eike Schmidt, direttore del museo (nella foto in basso a sinistra) – Infatti, in questo settore la nostra collaborazione con il Comune di Firenze avrà modo di intensificarsi ulteriormente grazie all’ospitalità nelle nostre gallerie di alcune opere collegate alle due mostre organizzate rispettivamente dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dal Comune: la retrospettiva di Bill Viola a Palazzo Strozzi e la grande rassegna dell’arte italiana, Ytalia, al Forte Belvedere. A partire da quest’anno, inoltre, ogni marzo inaugureremo due esposizioni dedicate a donne artiste, una vissuta e attiva nel passato e l’altra nel presente. L’arte e l’architettura promosse tra Quattrocento e Cinquecento e il collezionismo mediceo, nelle sue diverse declinazioni, saranno al centro del nostro programmo espositivo. L’anno si concluderà con una serie di mostre incentrate su tre veri rivoluzionari nei loro rispettivi campi (Lutero, Leopoldo de’ Medici, Ejzenštejn) e con la prima grande esposizione in Europa sulla pittura giapponese di paesaggio e di natura compresa tra l’epoca Muromachi e l’inizio dell’epoca Edo (XV – XVII secolo). Con questo programma intendiamo dunque favorire una variegata proposta di temi e problematiche mantenendo costante la nostra ampia offerta culturale per tutto il corso dell’anno, e anzi rafforzandola proprio nei periodi in cui l’affluenza dei visitatori è minore”.

Il restauro del trittico con la Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment
a cura di Daniela Parenti
Uffizi, Sala del Camino
7 marzo – 30 aprile 2017
Si presenterà al pubblico, dopo il restauro realizzato grazie al contributo degli Amici degli Uffizi, il trittico raffigurante la Resurrezione di Lazzaro del francese Nicolas Froment, maestro originario della Piccardia e lungamente attivo in Provenza, di cui rimangono oggi pochissime opere. Firmato e datato 1461, il dipinto è una delle opere più considerevoli della collezione degli artisti stranieri del XV secolo alle Gallerie degli Uffizi, oltre che un’importante testimonianza dell’interesse della committenza italiana per la pittura del nord Europa. Il trittico è pervenuto alle gallerie fiorentine dal convento francescano di Bosco ai Frati in Mugello in seguito alle soppressioni di epoca napoleonica. Il restauro recentemente concluso ha restituito brillantezza alla cromia squillante della stesura pittorica, migliorando la leggibilità di particolari minuti e curiosi. È stata inoltre accertata l’originalità della maggior parte degli elementi che costituiscono la cornice, fra cui il bellissimo traforo gotico presente nella tavola centrale.

Plautilla Nelli. Arte e devozione in convento sulle orme di Savonarola
a cura di Fausta Navarro
Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture
9 marzo – 4 giugno 2017
Il ritrovamento tra Firenze, Siena, Perugia e Assisi di una serie di cinque dipinti realizzati da Plautilla Nelli (1522-1588), tutti raffiguranti l’immagine di una santa domenicana ritratta a mezzo busto di profilo, costituisce un nuovo importante tassello nella ricostruzione dell’attività artistica della suora pittrice, epigona della Scuola di San Marco. Tale raffigurazione costituisce un’iconografia peculiare da porre in relazione con quella di Santa Caterina da Siena, seppure se ne discosti significativamente. La mostra intende approfondire la conoscenza della produzione seriale di immagini devote attraverso l’utilizzo di varie tecniche, a iniziare da quella dello “spolvero” impiegata dalle monache anche per l’arte del ricamo, il lavoro maggiormente legato alle tradizioni conventuali. A testimonianza di ciò sarà presente uno splendido paliotto in seta con ricamo ad applicazione della fine del XVI secolo, appartenente al Convento di San Vincenzo a Prato.

Maria Lassnig: Woman Power
a cura di Wolfang Drechsler
Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini
25 marzo – 25 giugno 2017
Maria Lassnig (1919 – 2014) è tra le artiste più significative della seconda metà del XX secolo, insieme a Luoise Bourgeois e Joan Mitchell. La sua pittura è singolare sia per quanto concerne lo stile che per il contenuto, il cui tema prediletto è l’artista stessa. La grande maggioranza dei suoi lavori sono infatti autoritratti, anche nei casi in cui le opere presentano un titolo diverso. In essi la fisionomia gioca solo un ruolo parziale: il mondo esterno, visibile, serve spesso solo come involucro di un percepibile mondo interiore. Maria Lassnig ha svolto un ruolo fondamentale come precorritrice dell’universo femminista nell’ambito delle arti figurative, ruolo che è stato ben riconosciuto nel corso degli ultimi anni: l’artista è stata infatti premiata con il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2013. In mostra saranno esposte opere che coprono cinque diversi decenni di attività della Lassnig, tra le quali alcuni capolavori, al fine di ripercorrere l’evoluzione e i cambiamenti stilistici occorsi nella sua attività.
La mostra è realizzata con la collaborazione dell’Albertina di Vienna.

Facciamo presto! Marche 2016 – 2017: tesori salvati, tesori da salvare
a cura di Gabriele Barucca
Uffizi, Aula Magliabechiana
28 marzo – 30 luglio 2017
La mostra, i cui proventi verranno utilizzati per la ricostruzione dei monumenti colpiti dal sisma, presenta una selezione di capolavori provenienti dai paesi e dalle cittadine delle Marche, in particolare dalle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata colpite dal terribile terremoto che ha semidistrutto o reso inagibili le chiese, i palazzi e i musei dove erano custoditi, spesso fin dalla loro origine. Occasione eccezionale per far conoscere i tesori di questi territori dell’entroterra marchigiano meridionale, l’iniziativa intende costituire un omaggio alle Marche da parte delle Gallerie degli Uffizi, che, grazie all’eredità di Vittoria della Rovere, mantengono un forte legame storico con le collezioni artistiche marchigiane e in particolare urbinati. La scelta delle opere esposte si prefigge anche l’intento di ripercorrere sinteticamente un ideale percorso nella storia dell’arte di questi territori a partire dal Medioevo e fino al XVIII secolo. Sono promotori della mostra, insieme alle Gallerie degli Uffizi, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e il Segretariato Regionale Mibact per le Marche.

Il cosmo magico di Leonardo da Vinci: l’Adorazione dei Magi restaurata
a cura di Eike Schmidt, Marco Ciatti, Cecilia Frosinini
Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture
28 marzo – 24 settembre 2017
L’Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci torna agli Uffizi dopo sei anni dedicati al restauro e alle indagini conoscitive dell’opera, condotti dall’Opificio delle Pietre Dure con il sostegno economico degli Amici degli Uffizi. La tavola fu commissionata a Leonardo nel 1481 dai monaci agostiniani per la chiesa di San Donato a Scopeto; la partenza del maestro per Milano, nel 1482, determinò l’abbandono dell’opera, mai ultimata da Leonardo, tanto che alcuni anni più tardi i committenti fecero eseguire a Filippino Lippi un’altra pala d’altare con l’Adorazione dei Magi, terminata nel 1496. Il dipinto, interrotto da Leonardo dopo una lunga elaborazione preliminare, rimase per qualche tempo nelle case della famiglia fiorentina dei Benci, per poi entrare nelle collezioni dinastiche dei Medici. Costituisce oggi la tavola vinciana di più grandi dimensioni pervenutaci (cm. 246 x 243). Il suo restauro, oltre ad aver risolto alcuni problemi conservativi, ha consentito di recuperarne tonalità cromatiche inaspettate e la sua piena leggibilità, ricchissima di dettagli affascinanti che aprono nuove prospettive sul suo complesso significato iconografico. Con l’Adorazione dei Magi di Leonardo, viene esposta anche la versione eseguita da Filippino Lippi nel 1496, in un affascinante dialogo che farà emergere le diversità tra i due maestri e la loro differente interpretazione del soggetto, frutto delle mutazioni politiche e culturali intercorse a Firenze nell’arco di poco più di un decennio.

Giuliano da Sangallo. Disegni dagli Uffizi
a cura di Dario Donetti, Marzia Faietti, Sabine Frommel
Uffizi, Sala Edoardo Detti e Sala del Camino
16 maggio – 20 agosto 2017
Prima esposizione monografica degli Uffizi dedicata alla produzione grafica di Giuliano da Sangallo (Firenze, 1445 circa-1516), la mostra, oltre a ospitare una ragionata scelta del vasto corpus di disegni conservato in collezione, espone un numero limitato di altri manufatti artistici, accuratamente selezionati per dar conto della poliedricità dell’artista e delle molteplici implicazioni dei suoi interessi architettonici, nonché dell’attività della bottega. Il catalogo a stampa di corredo all’esposizione offrirà una valutazione complessiva dell’opera grafica di Giuliano da Sangallo, mettendo in luce la cronologia, i luoghi e la committenza degli ultimi decenni di attività; le ricerche compositive e le sperimentazioni tipologiche, nell’architettura sacra, civile e militare; la funzione degli studi antiquari e dei libri di disegni; i rapporti con il fratello Antonio il Vecchio, il nipote Antonio il Giovane e il figlio Francesco, nei codici e nei disegni di presentazione a più mani; la pratica della copia e la circolazione del sapere architettonico e antiquario e infine la funzione dei modelli lignei come strumenti operativi di progettazione in relazione al disegno.

Omaggio al Granduca: i piatti d’argento per la festa di San Giovanni
a cura di Rita Balleri, Maria Sframeli
Palazzo Pitti, Tesoro dei Granduchi
24 giugno – 5 novembre 2017
La mostra mette in luce un episodio tanto appassionante quanto poco noto dell’oreficeria italiana tra Sei e Settecento, che trae la sua origine dalla ricorrenza di San Giovanni Battista, solennemente festeggiata a Firenze già in antico il 24 giugno di ogni anno, e dalle relazioni diplomatiche intrattenute da Casa Medici tanto con le corti europee che con l’ambiente curiale romano. Queste circostanze portarono nelle collezioni medicee una straordinaria raccolta di piatti istoriati d’argento, eseguiti su disegno dei più significativi artisti romani del tempo. Difatti il cardinale Lazzaro Pallavicini, riconoscente per i molti favori ricevuti da Cosimo III, aveva disposto che il suo erede donasse al granduca fiorentino e ai suoi successori un argento lavorato il cui valore ammontasse a trecento scudi e così fu disposto dai suoi discendenti. Dal 1680, per ben cinquantotto anni, Cosimo III e il suo successore, il figlio Giangastone, ricevettero altrettanti pregiati bacili d’argento con storie relative ai fasti dinastici della casata fiorentina. Di questa collezione, dispersa con l’estinzione della dinastia medicea, si sarebbe persa memoria se la fabbrica Ginori di Doccia non avesse realizzato tra il 1746 e il 1748 calchi in gesso tratti dagli originali in argento, nell’intento di tradurli in porcellana. La mostra presenta accanto ai calchi settecenteschi molti disegni preparatori di artisti romani – fra i quali Carlo Maratta e Ciro Ferri – distribuiti fra vari musei e collezioni italiane ed estere, nonché le realizzazioni in porcellana e le riproduzioni in argento di recente realizzazione, quest’ultime particolarmente evocative, negli effetti di luce della materia, dello splendore originario.

Helidon Xhixha: in Ordine Sparso
a cura di Diego Giolitti, Eike Schmidt
Giardino di Boboli
27 giugno – 29 ottobre 2017
Nella sua personale che sarà ospitata nel Giardino di Boboli, Helidon Xhixha – ricordato per le sue sculture galleggianti all’ultima Biennale di Venezia, e vincitore del Somerset House Prize a Londra con l’istallazione Bliss nell’anno scorso – mostra gli esiti del suo studio sull’idea di caos e ordine, tramite la tecnica della scultura iconica, e realizza la propria visione ispirandosi al mondo naturale. La Limonaia del Giardino di Boboli diventerà palcoscenico per un gruppo di elementi monumentali in acciaio inossidabile che traggono spunto dalla Cava dei Cristalli in Messico, proponendo un’alternativa contemporanea alla Grotta del Buontalenti, mentre il Giardino stesso farà da sfondo per le opere ispirate a forme geometriche che si trovano in natura. Attraverso le loro forme e le loro superficie riflettenti, le istallazioni scultoree di Xhixha si mettono in un dialogo diretto con l’ambiente e propongono nuove prospettive sull’intreccio tra arte e natura così caro ai