SPECIALE FESTIVAL PUCCINIANO / 1. “Jeanne d’Arc”, debutto assoluto dell’opera da camera di Giuliana Spalletti e Lisa Domenici
di ELISABETTA ARRIGHI –
Siamo ormai vicini al debutto del Festival Pucciniano 2017 il cui programma a Torre del Lago sarà inaugurato da Turandot il 14 luglio. Un programma che vedrà poi scorrere, per quanto riguarda la lirica, i meravigliosi titoli di Bohème, Tosca, La Rondine, Madama Butterfly. Il mondo di Giacomo Puccini, il Maestro, che si anima sulle sponde del lago di Massaciuccoli. Ma il programma del festival, come abbiamo già avuto modo di anticipare su www.toscanaeventinews.it (e ne riparleremo in maniera approfondita nelle settimane a venire), è molto articolato e complesso e prevede anche alcune novità, come l’opera contemporanea “Jeanne d’Arc (Giovanna d’Arco)” che nell’Auditorium Enrico Caruso del Gran Teatro farà il suo debutto assoluto la sera del 9 agosto 2017. Una novità che porta le firme di Lisa Domenici per il libretto e della musicista e compositrice Giuliana Spalletti. La regia è di Serenella Gragnani che afferma: “Lavorare su un’opera nuova, a stretto contatto con l’autrice e la librettista, è un’esperienza unica – si legge nelle note di regia – Mi permette come regista un confronto stimolante, facendomi sentire fortemente l’onore di essere la prima persona a dare vita scenica a quella opera”. Il cui cast – aggiungiamo – sarà composto dai giovani dell’Accademia di Alto Perfezionamento. Nel cast troviamo Sara Cappellini Maggiore / Jeanne d’Arc; Francesca Pacini /Régine Pernoud; Donatella De Caro / Isabelle Romée; Alessandro Fantoni / Jean d’Alencon; Samuele Simoncini / un orleanese; Franco Cerri / il vescovo inquisitore.
Perché la scelta di questo personaggio per un’opera assolutamente nuova?
“Quello di Giovanna d’Arco (nella foto sopra il titolo il monumento equestre a Parigi, particolare) è un personaggio storico che mi ha sempre affascinata – racconta la librettista Lisa Domenici, pubblicista, autrice e critica versiliese – È un personaggio femminile storicamente documentato nel corso dei secoli e da questo sono partita per la stesura del libretto, concepito da subito per una destinazione musicale”.
Come è avvenuta la scelta della musicista Giovanna Spalletti?
“Con Giuliana, che è toscana di San Romano, ho avuto varie collaborazioni. Insieme abbiamo lavorato a diverse composizioni. Penso ad esempio a 29 giugno 2009, una cantata sulla strage del treno a Viareggio, che causò un immane incendio e la morte di tantissime persone. Spalletti ed io abbiamo lavorato insieme a ‘Giovanna d’Arco” in maniera particolare lo scorso inverno e complessivamente un paio d’anni”.
Quali caratteristiche ha questa composizione? Sono stati necessari, in corso d’opera, dei ritocchi al libretto?
“Lavorando insieme, la compositrice mi indicava se c’era la necessità di cambiare o modificare qualcosa. Il linguaggio musicale è tonale, coinvolgente, con l’uso di molta melodia, che sono caratteristici di Giuliana Spalletti. Sei sono le voci, più il coro e pochi strumenti, capaci però di replicare i diversi colori musicali”.
Va quindi evidenziato che nella stesura del libretto ha avuto un ruolo virtuale, che poi nell’opera diventa reale, la storica francese Régine Pernoud, che è di fatto la “voce narrante”. Lisa Domenici, infatti, ha lavorato sugli scritti di questa studiosa che nel 1974, mentre era conservatore agli Archivi nazionali di Francia, fondò e diresse il Centro Giovanna d’Arco di Orléans. Un lungo lavoro, quello svolto in vita da Pernoud (è scomparsa nel 1998), sul Medioevo e i secoli bui, che lei ha studiato e osservato sotto una luce diversa, rivalutando la cultura e la scienza del millennio fra il 400 e il 1400. Uno dei personaggi sui quali la storica ha lavorato più a lungo è stata – come accennato – Giovanna d’Arco (proclamata santa nel 1920), descritta come un “personaggio incomparabile per purezza”, un modello che – diceva (e si chiedeva) la studiosa – potrebbe essere “assai attuale” anche per il mondo e quindi rappresentare una “speranza”.
In quale arco temporale si dipana il racconto?
“Nell’opera Régine Pernoud è il personaggio dei giorni nostri attorno al quale si costruisce la trama racchiusa fra le date chiave del 1431, anno in cui Giovanna fu mandata al rogo per eresia, e il 1456, quando venne riabilitata (da papa Callisto III, ndr). Il sipario si apre su Régine – spiega Domenici – che nel suo studio pensa di scrivere una cosa dedicata a Giovanna d’Arco per restituirla alla verità…”
Il libretto, la storia, il racconto. Ma come nasce – chiediamo alla musicista Giuliana Spalletti – la partitura di questa partitura che sta per debuttare al Pucciniano?
“Lisa Domenici mi propose questo libretto e ne cominciammo a parlare. Alla fine ho scelto l’opera da camera in modo da poter lavorare su un tipo di strumenti dai quali ottenere dal punto di vista musicale varie sonorità, armonia e contrappunti. Perché nonostante negli anni abbia composto tante cose per grande orchestra, compresa la partitura sulla strage di Viareggio, con i tempi che corrono diventa sempre più difficile (tagli alla cultura, ai finanziamenti, crisi etc. etc.). Ecco quindi la scelta di fare un’opera con un complesso da camera (fiati, archi, pianoforte e, in questo caso, il timpano, perché la storia della Pulzella è tragedia)”.
Quali sono i momenti salienti di quest’opera e come sono “accompagnati”?
“Arie, recitativi, duetti, coro. C’è la voce narrante, ovvero quella di Régine (soprano, ndr), che prevede determinate scelte musicali. L’inizio è drammatico, perché Giovanna entra in scena con i ceppi e la partitura persegue questa drammaticità. Ci sono le arie, c’è la Pulzella che va sul rogo e canta “Dio ho paura”, per quanto abbia creduto alle voci che l’hanno fatta condannare come eretica. C’è lei che canta, ci sono gli strumenti da camera e c’è il coro che vanno a creare queste voci”.
L’utilizzo di un complesso strumentale da camera la soddisfa?
“Sono soddisfatta perché nonostante non ci sia la grande orchestra, dal punto di vista della composizione non manca nulla. Ho scritto questa partitura con il cuore, facendo cantare gli interpreti con attinenza al testo”.
Spalletti si è diplomata in composizione al Conservatorio Cherubini di Firenze negli anni dello “sperimentalismo” musicale. “Sembra che il mantra fra i compositori – è scritto nel curriculum della musicista (è stata anche docente, a Siena e Lucca) – sia “nuovo a tutti i costi”. Dopo poco più di un lustro, un illustre compositore, durante una conferenza al Boccherini di Lucca dirà “siamo arrivati alla morte della Melodia”. Anche un celebre flautista chigiano, vedendo la partitura del Concerto per flauto e pianoforte, consiglia di “saltare il fosso”. Giuliana Spalletti decide invece di seguire l’istinto. Frequenta la Classe di Strumentazione per Banda conseguendone il diploma. Sa adattarsi a organici strumentali particolari che di volta in volta le vengono presentati: compone “Per quattro”, per flauto, trombone, violino e violoncello; Sogno, testo di Ungaretti, per tenore, marimba, viola e clavicembalo; Sonata per oboe e pianoforte, il Duo per corno inglese e arpa, Pax Domini, per orchestra d’archi e oboe obbligato; Melopea, per viola, due violini e violoncello. Quali spazi e silenzi, per baritono, corno inglese, trombone, vibrafono e archi , scritta dopo l’incontro con il poeta Carlo Batocchi. Di David Maria Turoldo mette in musica Che non sia più notte, per coro e archi. Di Carmelo Mezzasalma compone la Cantata per Lourdes, per soli, coro e orchestra, tratta da “Alle sorgenti di Lourdes”. La collaborazione con Lisa Domenici, come già accennato, è particolarmente prolifica con le composizioni Tre liriche per soprano e pianoforte,Ventinovegiugnoduemilanove, Cantata scenica, per soli, coro e orchestra, scritta in memoria delle vittime del disastro del treno di Viareggio, eseguita nell’Auditorium di Torre del Lago Puccini. Scrive per voce o coro: Ave Maria, per soprano e orchestra; Salve Regina, per soprano,coro e orchestra, Alleluia, per coro e organo; Alba festiva, per soprano, arpa e pianoforte, testo di Giovanni Pascoli, in occasione del 150° Anniversario della Nascita… Suoi lavori sono stati eseguiti negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone, Gran Bretagna, Argentina, Australia… e in molte città italiane. Alcune composizioni sono raccolte nei cd Puccini a Torre del Lago – Hommage -; Musica per l’Anima; Miscellanea;Premio alla carriera, Rotary Club; Musica in onore di S. Caterina da Bologna.