Siena celebra Ambrogio Lorenzetti. Dal 22 ottobre mostra a Santa Maria della Scala per conoscere meglio questo grande artista
A Siena, a Santa Maria della Scala, dal 22 ottobre 2017 al 21 gennaio 2018, sarà allestita la mostra “Ambrogio Lorenzetti” . L’esposizione è promossa e finanziata dal Comune di Siena, gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica che sarà presente alla cerimonia d’inaugurazione il 20 ottobre, del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Toscana. Una mostra che si preannuncia come uno egli eventi più importanti dell’anno tra le esposizioni organizzate non solo a Siena ma anche in Italia.
La mostra rappresenta in realtà il culmine di un progetto scandito “in più tappe”, avviato nel 2015 con l’iniziativa “Dentro il restauro2 e mirato ad una profonda conoscenza dell’attività dell’artista, ad una migliore conservazione delle sue opere e a favorirne l’avvicinamento da parte del pubblico. Con Dentro il restauro, realizzato grazie al contributo del MiBACT per Siena Capitale Italiana della Cultura 2015, sono state trasferite a Santa Maria della Scala alcune importanti opere dell’artista che necessitavano di indagini conoscitive, di interventi conservativi e di veri e propri restauri: il ciclo di affreschi staccati della chiesa di san Galgano a Montesiepi e il polittico della chiesa di San Pietro in Castelvecchio a Siena (nell’occasione più correttamente ricomposto e riunito con l’originaria cimasa raffigurante il Redentore benedicente) sono stati allestiti in un cantiere di restauro ‘aperto’, fruibile dalla cittadinanza e dai turisti. I restauri sono proseguiti con l’apertura di altri due cantieri, il primo nella chiesa di San Francesco, volto al recupero degli affreschi dell’antica sala capitolare dei frati francescani senesi e l’altro nella chiesa di Sant’Agostino, nel cui capitolo Ambrogio Lorenzetti dipinse un ciclo di storie di Santa Caterina e gli articoli del Credo.
In mostra e nel catalogo torneranno così a vivere idealmente i cicli di affreschi del capitolo e del chiostro della chiesa francescana senese, che tra l’altro contenevano la prima rappresentazione di una tempesta nella storia della pittura occidentale (nella quale spiccava la “grandine folta in su e’ palvesi”, scrisse Ghiberti); il ciclo di dipinti della chiesa agostiniana senese, modello esemplare ancora nel primo Quattrocento, quando si approntò l’armadio delle reliquie della cattedrale; quello della cappella di San Galgano a Montesiepi, a tal punto fuori dai canoni della consolidata iconografia sacra che i committenti pretesero delle sostanziali modifiche a pochi anni dalla loro conclusione. Così come sarà possibile – almeno in parte – presentare in mostra la serie di dipinti che formava un insieme davvero unico, privo di paralleli in tutta Europa: la serie delle pale d’altare dei Santi patroni allestite nella cattedrale di Siena tra il 1330 e il 1350 circa e commissionate a Simone Martini, a Bartolomeo Bulgarini, a Pietro e ad Ambrogio Lorenzetti.
Ambrogio Lorenzetti, nonostante sia considerato uno degli artisti più importanti dell’Europa trecentesca è ancora poco conosciuto al pubblico per quel che concerne la sua grande produzione artistica. Gli studi – spesso di livello altissimo – si sono concentrati, infatti, quasi esclusivamente sui suoi affreschi del Palazzo Pubblico di Siena, le allegorie e gli effetti del buono e del cattivo governo sulla città e il suo contado, manifesti cruciali dell’etica politica delle città-stato italiane nella tarda età comunale e in specie del governo senese dei Nove. Ma la densità concettuale di questo insieme di affreschi hanno messo in ombra il resto delle sue opere pittoriche. Si pensi che su Ambrogio Lorenzetti non esiste nemmeno una moderna e affidabile monografia scientifica. La mostra, preceduta da un’intensa attività di ricerca e dalle importanti campagne di restauro, rappresenta dunque l’occasione per provare a ricostruire la sua imponente attività. Una tale iniziativa è possibile soltanto nella città di Siena, che conserva all’incirca il settanta per cento delle opere oggi conosciute del pittore. Ma la mostra – grazie a una serie di richieste di prestito molto mirate (saranno esposte tra le altre opere provenienti dal Louvre, dal National Gallery, dalla Galleria degli Uffizi, dai Musei Vaticani, dallo Städel Museum di Francoforte, dalla Yale University Art Gallery) – ambisce a reintegrare pressoché interamente la vicenda artistica di Ambrogio Lorenzetti, facendo nuovamente convergere a Siena dei dipinti che in larghissima parte furono prodotti proprio per cittadini senesi e per chiese della città.
Il percorso espositivo della mostra sarà arricchito inoltre dalla presenza di un’audioguida in 5 lingue distribuita al pubblico e da alcuni interventi videofilmati, sia di taglio informativo che di taglio suggestivo/narrativo.
La mostra è curata da Alessandro Bagnoli, Roberto Bartalini e Max Seidel, autori anche del corposo volume che accompagna l’esposizione, mentre gli allestimenti saranno realizzati dallo Studio Guicciardini&Magni.