Opere da leggere, poesie da guardare: in una doppia mostra a Firenze (Fornaciai Art Gallery e Il Ponte) i “racconti” di Eugenio Miccini, scrittore, poeta e artista
Fornaciai Art Gallery e galleria Il Ponte presentano una doppia mostra dedicata a Eugenio Miccini (1925-2007), scrittore, poeta e artista, il cui lavoro ha dato inizio a quella che viene definita Poesia Visiva, affiancato nel suo percorso nell’Italia degli anni Sessanta e Settanta da artisti quali Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Sylvano Bussotti, Luciano Ori, Ketty La Rocca e attraverso una differente poetica Giuseppe Chiari.
- Il titolo della rassegna (che resterà allestita fino al 6 aprile 2019) è “Eugenio Miccini. Opere da leggere. Poesie da guardare”, a cura di Nicola Nuti.
Nelle due gallerie fiorentine verrà esposta una selezione di ventiquattro opere: Il Ponte presenta nello spazio lounge della galleria, in contemporanea alla mostra dedicata a Hidetoshi Nagasawa, le opere risalenti agli anni Sessanta, gli esordi del percorso artistico di Miccini, una messa in pratica dei suoi studi sulla teoria della comunicazione tramite la realizzazione di quella sorta di “bricolage” in cui elementi, segni e oggetti, i più disparati, si mescolano fino a formare un nuovo linguaggio; mentre la Fornaciai Art Gallery espone quelle degli anni successivi: dall’incontro tra artigianato, letteratura e linguaggio mediatico, vengono create delle opere in cui “la parola assume valore d’immagine e gli elementi alfabetici diventano simboli, a volte con significato linguistico, oppure di mero segno grafico”.
La mostra quindi ripercorre i “racconti” di Miccini dal 1963 al 1989, attraverso ritagli di giornale, immagini, frasi, oggetti, fotografie che nel loro insieme rendono concreta la visione critica di un periodo in cui lo sviluppo del linguaggio pubblicitario stava avanzando e che, attraverso Miccini e il Gruppo ’70, veniva colto per poterlo modificare, mescolando linguaggi alti e bassi cui si lega la cultura classica intrinseca a Miccini stesso.
La mostra è accompagnata da un catalogo introdotto da Nicola Nuti.
NOTA BIOGRAFICA
Eugenio Miccini nasce a Firenze nel 1925. Compie studi umanistici fino all’avvento della guerra, dove si dà alla lotta partigiana. Si iscrive in seguito all’università, laureandosi in Pedagogia. Nel 1961 vince il “Premio di Poesia della Città di Firenze” e inizia a frequentare letterati fiorentini collaborando per riviste quali Quartiere, Letteratura e per le rubriche Protocolli e Dopotutto.
Dal 1962 comincia il suo percorso artistico, cercando una sorta di “contaminazione” tra differenti codici espressivi già tipici delle avanguardie del primo Novecento: intende realizzare un cambiamento nella comunicazione sociale che aveva già preso piede nella società contemporanea: il linguaggio dei mass-media. Fonda quindi nel 1963, assieme a Lamberto Pignotti, i musicisti Sylvano Bussotti e Giuseppe Chiari il Gruppo ‘70, inventando la “Poesia Visiva” e dando inizio a un periodo colmo di incontri, spettacoli, mostre e pubblicazioni.
Nel 1969 fonda il Centro Téchne, dirigendone la rivista. Si dedica quindi alla didattica, collaborando come cultore di Discipline Semiotiche all’Università di Firenze presso la Facoltà di Architettura e poi come insegnante di Storia dell’Arte Contemporanea presso le Accademie di Belle Arti di Verona e Ravenna nel 1985.
Oltre alle diverse esposizioni in tutto il mondo, viene invitato quattro volte alla Biennale di Venezia (nelle edizioni degli anni 1972, 1980, 1986 e 1993). Nel 1983 fonda il Gruppo Logomotives, e nell’86 partecipa alla XI Quadriennale di Roma come commissario. Prende parte a numerose mostre internazionali: MoMA di New York, Stedelijk Museum di Amsterdam, Museo BWA di Lublino, Palazzo dei Diamanti di Ferrara, Galleria Nazionale di Varsavia, Valencia, Anversa e molti altri. Ha pubblicato più di settanta libri di carattere creativo e saggistico e negli ultimi anni ha continuato a portare avanti la sua passione per la poesia, per le esposizioni e le rassegne fino alla sua scomparsa nel 2007.
È possibile trovare i suoi lavori in numerose collezioni pubbliche tra cui: Museo della Pilotta, Parma; Galleria d’Arte Moderna, New York; Galleria d’Arte Moderna, Céret; Gallerie Civiche di Bologna, Mantova, Anversa, Varsavia, Valencia, Malo, Perth, Lodz, Tokyo, Firenze.