“Musica ribelle”, al Goldoni di Livorno il debutto di un’opera rock (musiche di Eugenio Finardi) fra due generazioni
Un’opera rock con le musiche di Eugenio Finardi. Perché anche se sono passati quarant’anni la musica è ancora ribelle, così come è sempre grande la forza dell’amore. Il debutto assoluto è fissato per il 10 febbraio 2017 a Livorno, al Teatro Goldoni, alle ore 21. Il giorno seguente, sabato 11 febbraio, andrà in replica sempre al Goldoni (biglietti da 15 a 30 euro, info 0586 204244, www.goldoniteatro.it), prima di trasferirsi sul palcoscenico del Teatro Era di Pontedera dove “Musica ribelle. La forza dell’amore” sarà in scena dal 21 al 23 febbraio 2017, in attesa di partire in tour – da ottobre 2017 – per fare tappa in vari teatri italiani. Si tratta di una nuova produzione di Todomodo e Bags Entertainment. Uno spettacolo che ha nel suo Dna una buona percentuale di teatro livornese, senza dimenticare il Goldoni grazie al quale il progetto, che era stato annunciato un anno fa e poi era rimasto bloccato per problemi tecnici legati alla riforma del sistema teatrale italiano, ha visto la luce. Un lavoro che è stato sottolineato dal direttore generale della Fondazione Goldoni Marco Leone (il Goldoni è un teatro di tradizione, quindi votato alla lirica in particolare, ma anche a produzioni come questa opera rock che allarga comunque le radici sul territorio), ma soprattutto da coloro che in questo progetto hanno creduto da subito e con caparbietà lo hanno portato avanti nonostante le difficoltà che l’autore del soggetto, Pietro Contorno, direttore artistico di Todomodo, ha indicato durante un suo intervento nel corso della presentazione dell’ormai prossimo debutto.
“Musica ribelle. La forza dell’amore”, dopo il grande successo di “Spring Awakening” (due anni di rappresentazioni in Italia), ha una netta matrice rock. Gli interpreti sono Federico Marignetti, Massimo Olcese, Arianna Battilana. Le musiche sono di Eugenio Finardi (nella foto a sinistra), che sarà a Livorno per il debutto dello spettacolo. La drammaturgia di Francesco Niccolini su soggetto di Pietro Contorno. La regia è del livornese di Emanuele Gamba e la direzione musicale di Stefano Brondi.
Del cast (sono stati esaminati almeno cinquecento aspiranti) fanno parte Alessandro Baldi, Mimosa Campironi, Gabriel Glorioso, Errico Liguori, Marta Pagelli, Filippo Paglino, Albachiara Porcelli, Benedetta Rustici, Luca Viola. Band: Maximilian Agostini, Filippo Bertipaglia, Francesco Inverno, Andrea Mandelli. Coordinamento musicale: Raffaele Commone. Assistente alla regia: Alessia Cespuglio. Arrangiamenti muscoli: Emiliano Cecere e Valerio Carboni Per Tm Srl. Arrangiamenti vocali: Stefano Brondi. Ezio coreografiche: Chelo Zoppi, assistente Asia Pucci. Visual: Raffaele Commone e Paolo Signorini. Illustrazioni e social: Alessio Sabatini, Scene: Massimo troncaretti. Costumi e complementi di scena: Blender soluzioni creative. Disegno luci: Marco Giusti. Disegno audio: William Geroli. Direttore di produzione: Alessandro Baldi.
Un percorso ideativo e creativo aperto: da questo scaturisce “Musica ribelle”. Un’opera rock che gira attorno ad una scelta precisa, quella di scrivere e realizzare uno spettacolo sulla musica, sulla testimonianza artistica, politica e umana di Eugenio Finardi. Obiettivo finale: uno spettacolo teatrale che sia rock non solo per i suoni, ma anche per l’anima, l’ispirazione, l’approccio (nella foto a lato, da destra, il direttore generale del Goldoni di Livorno, Marco Leone, il drammaturgo Francesco Niccolini e Pietro Contorno direttore artistico di Todomodo).
“Musica ribelle” è un’opera che per i suoi contenuti e per la sua forza evocativa – si legge nella scheda – permette, in particolare in questo momento storico, di parlare un linguaggio di verità e di autenticità, sia alle nuove generazioni sia al pubblico tradizionalmente legato al teatro di prosa.
Diciotto canzoni di Finardi scritte negli anni Settanta che, durante lo spettacolo, tornano singolarmente ma anche come refrain e piccoli flash. Mentre la trama dello spettacolo si muove seguendo due diverse storie. Una degli anni ’70 e un’altra ai giorni nostri. Quest’ultima ha come sfondo la Milano di oggi e uno scantinato affittato da un gruppo di giovani rapper, graffitari e dj per organizzare un rave notturno. Una settimana, un periodo breve per non insospettire l’anziano proprietario, Hugo, che poi non è il suo vero nome. In quella cantina, aprendo la porta, si va indietro nel tempo, fino al 1973, quando quei locali erano la sede di un collettivo politico, della sua radio e della sua stamperia. Voci, parole, musica, politica… Una storia di oltre quarant’anni fa e quella di oggi. I ragazzi di allora e quelli della Milano del Duemila. Le storie corrono in parallelo. Sette anni per Vento e il suo collettivo del 1973, sette giorni per Lara93, la ragazza che ha affittato la cantina e fa parte del gruppo di rapper, graffitari e dj ai margini del sistema. Sarà Lara93 a scoprire la vita segreta di Hugo trovando nella cantina, sotto la polvere, i diari da lui scritti tanti anni prima… Fino al tragico finale, al confronto fra due generazioni separate da quarant’anni di vita. (e.a.)