Livorno, concerto dell’Orchestra del Conservatorio Mascagni al teatro 4 Mori (primo evento dopo la firma della convenzione). Sabato 29 maggio alle ore 18 tante pagine mozartiane e uno sguardo sul primo ‘900 americano
A suggellare la firma della Convenzione con il Teatro 4 Mori per realizzare concerti ed eventi musicali, avvenuta il 26 maggio, ecco che il Conservatorio Pietro Mascagni celebra il pur prudente ritorno alla normalità con un concerto dell’Orchestra del Conservatorio “Pietro Mascagni”, direttore Lorenzo Sbaffi, cui si accompagnano, come solisti, i migliori allievi delle scuole di canto e di strumento della Scuola livornese.
Dopo una prima performance nel pomeriggio di venerdì 28, riservata un pubblico ristrettissimo nell’Auditorium del Mascagni, si tiene sabato 29 maggio alle 18:00 al Teatro 4 Mori un concerto che offre, insieme ad alcune pagine mozartiane, uno sguardo sul primo ‘900 americano.
Apre il programma la Appalachian Spring Suite per 13 strumenti, del newyorkese Aaron Copland (1900-1990) cui fa seguito The unanswered question di Charles Ives (Danbury 1874-New York 1954) per tromba, quattro flauti e orchestra d’archi. Tromba solista Paolo Rosi, che si alterna a Giulio Mari, solista nella performance del 28 maggio.
Il programma prevede, poi, l’Aria da Concerto per soprano KV 505 in Mi bemolle maggiore, Recitativo con Rondò di Wolfgang Amadeus Mozart, di cui sono interpreti il soprano Mariami Gubeladze e il pianista Samuele Drovandi.
Nella performance del 28 maggio, la pagina ha visto come solisti il soprano Gioia Pucci con Francesco Saviozzi al pianoforte.
Ancora Mozart a chiusura del concerto, con la Sinfonia n. 21 KV 134 in La maggiore, nei movimenti Allegro, Andante, Menuetto, Allegro.
I solisti sono allievi della classe di Canto del prof. Leonardo Gramegna, di quella di Tromba del prof. Marco Nesi e delle classi di Pianoforte del prof. Maurizio Baglini e del prof. Giovanni Nesi.
In questa prima occasione di teatro di nuovo aperto, le presenze sono contingentate secondo il rispetto rigoroso delle norme tese a contenere e spegnere la pandemia che da più di un anno ha colpito il mondo intero.
Ma, seppure ancora per un pubblico ridotto, questo concerto è comunque un primo passo importante verso un regime di piena normalità, al quale il Conservatorio si appresta con la gioia e l’entusiasmo del ritorno alla piena operatività.
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