Le ricchezze storiche e architettoniche dei porti di Livorno, Piombino e dell’Elba vanno tutelate e valorizzate. Un convegno in Fortezza Vecchia a Livorno promosso da Autorità di Sistema Portuale Mar Tirreno Settentrionale
I porti di Livorno, Piombino e dell’Elba possiedono una inestimabile ricchezza architettonica distribuita sulle principali aree di interfaccia con l’area cittadina (waterfront). Un patrimonio da tutelare e valorizzare al meglio per garantirne la trasmissione alle future generazioni. Parte da queste premesse il convegno che si è svolto oggi pomeriggio nella splendida cornice della Fortezza Vecchia di Livorno.
L’iniziativa, organizzata dall’Autorità di Sistema Portuale con il patrocinio dell’Università di Pisa, ha fornito l’occasione per un confronto sulle esperienze di valorizzazione dei beni monumentali e architettonici ricadenti nel territorio di competenza della Port Authority.
A discuterne non solo esperti di tutto rilievo come il soprintendente Belle Arti e Paesaggio delle Province di Pisa e Livorno, Valerio Tesi e la storica Olimpia Vaccari (della Commissione per i Beni e le Attività Culturali ACRI-Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio S.p.A) ma anche rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal sindaco di Livorno, Luca Salvetti, dal presidente dell’AdSP, Luciano Guerrieri e dai dirigenti Sandra Muccetti e Claudio Capuano, che nell’Ente hanno competenze rispettivamente nell’ambito della pianificazione e della promozione. Presenti all’evento anche il delegato del Rettore dell’Università di Pisa, Marco Macchia, e il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, cui è toccato l’intervento conclusivo.
Nel corso del convegno sono stati di fatto enumerati i molteplici interventi strutturali di riqualificazione del waterfront progettati o avviati nel corso degli anni dall’AdSP ed è stato fornito un resoconto sul loro stato di avanzamento.
Tra i vari progetti elencati riveste una particolare importanza quello di acquaticità della Torre del Marzocco, che ha già acquisito il parere favorevole della Soprintendenza e il cui progetto definitivo che è stato inserito all’interno del maxi appalto da venti milioni di euro sui lavori di allargamento del Canale di Accesso in porto, bandito all’inizio di questa estate. Alta 54 metri e sorta cinque secoli fa in mezzo al mare, la Torre si staglia oggi sulla terraferma all’interno del porto industriale, soffocata fra gru e container. La gara, che è in fase di aggiudicazione, prevede la realizzazione di un canale idrico attorno al bene rinascimentale, che sarà così circondato dall’acqua. Prima di procedere allo scavo definitivo dello specchio acqueo, gli enti competenti andranno ad eseguire i lavori di restauro conservativo sia del monumento che delle sue fortificazioni. Il traguardo da raggiungere è quello di rendere questo bene monumentale raggiungibile e visitabile dal pubblico.
Altro intervento in avanzato stato di progettazione è quello di ripristino dell’acquaticità della Fortezza Vecchia (sopra il titolo: un particolare in notturna con il Mastio di Matilde), bene gestito sino ad oggi dall’Autorità di Sistema Portuale e che a breve verrà trasferito al Comune di Livorno, nell’ambito del percorso di federalismo culturale avviato nel 2020. L’AdSP, attraverso la società Porto Immobiliare guidata da Lorenzo Riposati, vuole provare ad appaltare i lavori entro il prossimo anno. L’obiettivo è quello di riportare tutto il bene con le mura dentro l’acqua. In che modo? Con un canale che la circonderà completamente e tre nuove passerelle di collegamento. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di una nuova piazza pubblica affacciata sui bastioni e sulla città, a due passi dal porto passeggeri. A Giugno lo studio architettonico Andrea Cecconi ha presentato il progetto definitivo alla Porto Immobiliare, con la stima dei costi (che ammontano a 4,4 milioni di euro). Nei prossimi mesi verrà presentato il progetto esecutivo, dopo di che si potrà andare a gara.
Da non sottovalutare inoltre l’importanza strategica dell’intervento di riqualificazione del Forte di Bocca, un manufatto di rara bellezza incastonato nel Porto Mediceo, costruito fra 1609 ed il 1621 a difesa del porto sul Molo Cosimo e disposto su due livelli (le gallerie che ospitavano i fucilieri, e uno superiore, la piattaforma, per i cannoni). L’Autorità di Sistema sta da tempo lavorando per riportare agli originari splendori questo capolavoro di ingegneria militare. Si sono conclusi nel 2020 i lavori per la messa in sicurezza di una parte dei sotterranei del complesso fortificato, che è stato così pulito e liberato dalle macerie e dalle superfetazioni novecentesche abbattute durante i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale. A breve l’AdSP procederà a mettere a gara la seconda parte dei lavori, che auspicabilmente partiranno nella primavera del 2024. Una volta terminati, si potrà procedere con il restauro della parte superiore dell’infrastruttura. Che, peraltro, ospita due edifici, oggi sedi rispettivamente dello Yachting Club Livorno (dal 1968) e dei Piloti.
Altri interventi di non minore rilievo interessano il Fortino della Sassaia (di cui sarà recuperata l’acquaticità) e il paramento murario degli Olandesi, per il quale sarà a breve indetta la gara per il restauro (l’obiettivo è quello di aggiudicarne i lavori nella primavera del 2024).
Su Piombino, l’AdSP tira invece dritto sui lavori di valorizzazione del waterfront, che includono la riqualificazione energetica della Stazione Marittima, la realizzazione di una nuova Torre Piloti e la mitigazione del waterfront lungo il contrafforte in calcestruzzo della diga foranea del molo Nord e del molo Batteria. Mentre a Portoferraio ha acquisito valore strategico l’intervento di ristrutturazione dell’edificio ex Cromofilm per il quale l’AdSP ha già predisposto una prima progettazione architettonica. I lavori prevedono il recupero e l’adattamento dell’ex Cromofilm e del fabbricato “ex Portuali” al fine di dare uniformità prospettica a tutto il fronte mare; verranno creati così locali al piano terra adibiti a Stazione Marittima e ai piani superiori locali destinati agli operatori portuali e forze dell’ordine presenti in porto. Il progetto necessità ancora di alcune integrazioni ingegneristiche prima di poter essere messo a gara.
“Gli interventi di valorizzazione del patrimonio culturale del territorio rientrano pienamente nella mission dell’AdSP” ha dichiarato il presidente Luciano Guerrieri. “Tali monumenti rappresentano l’eredità del passato e costituiscono un forte richiamo alla nostra identità comunitaria. Occuparsi della loro tutela e valorizzazione significa in poche parole assicurare ai nostri porti uno sviluppo sostenibile” ha aggiunto, sottolineando quanto importante sia fare rete e mettere a sistema un percorso di lavoro condiviso tra tutte le istituzioni.
Per il sindaco Salvetti lo scoglio della Regina, il faro, il Forte di Bocca, la Fortezza Vecchia, il Silos Granario, la Torre del Marzocco e la Dogana d’Acqua rappresentano “un panorama di ricchezza unica che la città non può non sfruttare”. Secondo il primo cittadino “le amministrazioni pubbliche hanno la grande opportunità di far rientrare questo patrimonio in una proposta strutturata e organica da presentare alla cittadinanza. Alla base di tutto c’è la consapevolezza di una città che nel porto ha trovato motivo di vita e sviluppo sociale” ha concluso.
Anche il soprintendente Tesi ha parlato del patrimonio culturale come di un elemento che esalta l’identità e l’identificazione della comunità con luoghi e territori, mentre nel suo intervento Marco Macchia ha messo l’accento sulla necessità della valorizzazione del patrimonio culturale, direttrice lungo cui si muovono le attività della terza missione dell’Università.
“In Toscana, il tema dei beni culturali è stato spesso centrale in città come Firenze, Lucca, Siena e a Livorno si è profondamente intrecciato con il dinamismo della realtà portuale” ha dichiarato Giani, per il quale la città dei Quattro Mori può diventare il baricentro culturale della Toscana. “La Fortezza Vecchia è più di un simbolo – afferma ancora il presidente della Regione Toscana – ma può permettere alla città la possibilità di sviluppare una propria vocazione fieristico-culturale. La Regione c’è e non farà mancare il proprio sostegno anche economico”.