“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori…”, dall’Orlando Furioso a Brancaleone
Amore Furioso, ovvero “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori..”: dall’Orlando furioso a Brancaleone. Un pomeriggio molto particolare quello che va in scena sabato 28 gennaio 2017 nella Sala del Mare del Museo di Storia naturale del Mediterraneo di via Roma 234 a Livorno. Ci sarà infatti la rivisitazione scenica tratta dai libri: “Amore furioso: l’Ariosto e oltre” (studi di letteratura italiana da Dante a Luzi) di Hans Honnacker (Edizioni Erasmo – 2016) e “L’Armata Brancaleone. La sceneggiatura di Age, Scarpelli e Monicelli” a cura di Fabrizio Franceschini. (Edizioni Erasmo – 2016, “Quaderni di Storia del cinema”). Intervengono Hans Honnacker, scrittore e autore del primo libro e il Teatro della Brigata i cui attori reciteranno alcuni brani tratti dall’Orlando Furioso (voci recitanti – Cristina Florio e Francesco Querci, con la supervisione di Ilaria De Luca, Andrea Gambuzza, nella foto grande un’illustrazione di Doré dedicata all’Orlando Furioso). Mentre Claudio Fantozzi, autore teatrale, con i suoi burattini presenterà un estratto dallo spettacolo “Astolfo burattino va sulla Luna che come un acciar e senza macchia alcuna” parodia del 34mo canto dell’Orlando Furioso, con Antonella Cenci, come fine dicitrice. Ci saranno anche Massimo Ghirlanda, presidente del Centro Studi Commedia all’Italiana di Castiglioncello che presenterà alcuni spezzoni di film tratti dall’Armata Bracalone e Chandra Ughi, violoncellista, commenti sonori nel corso delle letture.
— “Amore furioso: l’Ariosto e oltre” di Hans Honnacker è una raccolta di saggi che propone una panoramica della letteratura italiana che, attraverso i secoli, spazia da Dante fino a Luzi. Tuttavia l’itinerario è incentrato sull’Orlando Furioso ariostesco a oltre cinquecento anni dalla prima edizione. Da qui il titolo dell’Amore furioso, tema che, sotto vari aspetti, accomuna la maggior parte degli articoli presentati nel libro, ma che rispecchia anche i sentimenti dell’autore per il suo paese d’adozione, l’Italia. I vari saggi sono stati pubblicati da riviste specializzate nell’arco di una ventina di anni, con la sola eccezione di “Tra Cervantes e Grimmelshausen passando per l’Ariosto”. L’obiettivo di questa raccolta è quello di creare un reale momento di comunicazione fra l’esperto e un pubblico di lettori attenti e appassionati. Con Amore furioso siamo di fronte a una bella prova di competenza tecnica ma anche, e forse soprattutto, a una dimostrazione che la preparazione dell’italianista si può coniugare con la capacità di comunicare anche al lettore non specialista l’amore per una nobile tradizione di bellezza e di grazia che i tempi cercano, speriamo vanamente, di soffocare. Hans Honnacker è nato a Bonn (Germania) nel 1966. È docente di materie letterarie, vive e lavora a Firenze. Dal 2002 al 2010 ha insegnato traduzione-lingua tedesca presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Ha pubblicato vari saggi sui problemi della traduzione e sulla letteratura rinascimentale, in particolare su autori come Leon Battista Alberti, Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Baldassarre Castiglione, Pietro Aretino e Erasmo. Insieme al collega Marco Romanelli ha curato un’edizione integrale della Divina Commedia (Società Dante Alighieri).
— “L’Armata Brancaleone. La sceneggiatura” di Age, Scarpelli e Monicelli, a cura di Fabrizio Franceschini (Collana “Quaderni di Storia del cinema”, diretta da Massimo Ghirlanda — a destra un’immagine dal film, con Vittorio Gassman e Catherine Spaak). Il volume analizza, con un’ampia introduzione e le consuete e accurate note della collana, la sceneggiatura originale scritta da Mario Monicelli, Age (Agenore Incrocci) e Furio Scarpelli.
La presentazione è stata affidata al medievista Franco Cardini, la postfazione è di Giacomo Scarpelli, figlio di Furio; sulla copertina spicca un disegno originale di Furio Scarpelli. Il film fu presentato al 19mo Festival di Cannes e vinse tre Nastri d’argento. Tra gli attori: Vittorio Gassman, Gian Maria Volontè, Catherine Spaak, Enrico Maria Salerno, Maria Grazia Buccella. Costumi di Piero Gherardi, titoli di testa composti dai disegni di Emanuele Luzzati, accompagnati dalla celeberrima canzone scritta dagli stessi autori – analizzata da Franceschini nel libro – e musicata da Carlo Rustichelli e cantata dal tenore lirico leggero Piero Carapellucci.