“La serva padrona” di Pergolesi e “The Telephone” di Menotti: un insolito dittico per il terzo appuntamento (il 12 e 14 novembre) della lirica al Comunale di Sassari
Così diverse, così simili: The telephone di Gian Carlo Menotti e La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi compongono il dittico apparentemente inusuale, ma anche per questo affascinante, che andrà in scena venerdì 12 novembre 2021 alle 20,30 e domenica 14 in replica alle 16,30 al Teatro Comunale di Sassari.
Terzo appuntamento della Stagione lirica dell’Ente Concerti “Marialisa de Carolis”, le due opere sono state presentate al Conservatorio “Luigi Canepa” di Sassari, nel tradizionale incontro che precede l’Anteprima giovani. I tanti ragazzi in sala hanno potuto ascoltare la videointroduzione della musicologa Paola Cossu, che ha tratteggiato l’origine dei due lavori, composti a due secoli di distanza l’uno dall’altro (La serva padrona è del 1733, The telephone del 1947).
Singolare il destino della Serva, nata come intermezzo di un’opera seria dello stesso Pergolesi, Il prigionier superbo: «La serva padrona, su libretto di Gennaro Antonio Federico, non ha mai avuto la pretesa di rientrare tra le opere ‘impegnate’ della storia della musica – ha spiegato la musicologa – ma ha conquistato un ruolo di primo piano per la freschezza di linguaggio, la perfetta concisione delle scene e l’equilibrata combinazione di realismo e ironia, ottenendo da subito un successo strepitoso, a differenza dell’opera che accompagnava ormai dimenticata. La serva padrona, inoltre, diede il via alla famosa querelle des bouffons, una disputa che divise la Francia tra i sostenitori del nuovo genere comico italiano e i difensori dell’opera seria tradizionale francese».
Un richiamo al passato, sebbene sia stata scritta meno di ottant’anni fa, muove invece The telephone di cui Gian Carlo Menotti scrisse musica e parole: l’autore, espatriato in America, ebbe un grande successo oltreoceano, tanto da convincere gli organizzatori del Festival di musica contemporanea di Venezia a presentare l’opera nel 1948. Musicalmente impostata su semplici melodie, presenta un supporto strumentale particolarmente efficace soprattutto perché costruito su forme classiche (ouverture, arie e recitativi) ma anche su segnali realistici, come il trillo del telefono. «Un’opera in forma quasi classica, presentata in un contesto simile, scatenò critiche alterne – ha spiegato Paola Cossu – provocando un vero e proprio “caso Menotti” tra tradizionalisti e modernisti, di cui ancora oggi si parla».
Due opere, quindi, che crearono dibattito tra i contemporanei e che vengono presentate oggi in un allestimento dell’Ente Concerti in coproduzione con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, con la regia da Jacopo Fo.
A Sassari la regia viene ripresa da Matteo Mazzoni, intervenuto alla presentazione insieme al direttore d’orchestra Alessandro Palumbo: entrambi hanno sottolineato l’importanza delle due opere e la loro modernità, proprio per la capacità di far discutere, oggi come allora, il pubblico e i critici. Il dittico – di cui Jacopo Fo è autore di regia, scene e costumi, mentre le luci sono di Marco Scattolini – vedrà come protagonisti il soprano Aleksandra Kubas-Kruk (Lucy nel Telefono, Serpina nella Serva) e il baritono Filippo Polinelli (Ben e Uberto). L’attore Salvatore Caruso, divertente terzo incomodo in entrambe le opere, nella Serva padrona sarà il servo muto Vespone, dando vita inoltre al Telefono. I biglietti sono disponibili al botteghino del Comunale e online sul sito enteconcertidecarolis.it.