La fecondità creativa di Joan Mirò. A Castiglioncello una mostra con 70 grafiche e un pastello su carta. Un omaggio a Fulvio Montagnani: fondò “Il valore del segno”
I disegni sono colorati, caratterizzati da un segno ingenuo, spontaneo, non mediato, come quello di un bambino. Li ha eseguiti, anche steso per terra proprio come fanno i bambini, uno dei giganti dell’arte del Novecento, Joan Mirò di cui Castiglioncello sta per celebrare la sua “fecondità creativa” con una grande mostra che sarà inaugurata al Castello Pasquini di Castiglioncello martedì 17 luglio 2018 (fino al 9 settembre). La mostra si intitolata “Il mondo colorato di Mirò. Grafiche”: espone in tutto 70 “disegni” e un’opera a pastello su carta. Il tutto accade in occasione dei 125 anni dalla nascita del maestro catalano, evento per il quale Comune di Rosignano Marittimo ha deciso di rendere omaggio al talento dell’artista scegliendo un percorso di opere che rispecchiano la vasta produzione di Mirò dall’inizio degli anni Cinquanta fino ai primi Ottanta.
La mostra è anche un omaggio a Fulvio Montagnani, scomparso recentemente, che è stato il fondatore nel 1991 dell’associazione culturale “Il valore del segno”. Un evento che chiude idealmente il progetto che Montagnani aveva incentrato sulla prima intenzione di un autore, che emerge da un disegno o un’opera grafica. Un progetto che si è estrinsecato in mostre di grande interesse, approdate negli anni alla Virgola di Castiglioncello (affacciata sulla piazza) e al Pasquini.
La mostra di Castiglioncello propone un viaggio nella grafica di Mirò (1893-1983) per evidenziare la magia creativa che emana la realizzazione di un’opera, scandita da quel continuo processo in divenire che per l’artista catalano era la creazione. Il concetto che espresse nel 1959 “il quadro deve essere fecondo. Deve far nascere un mondo” si può riscontrare anche nella produzione seriale, come nelle litografie che in fase di realizzazione si alimentano costantemente di segni e tonalità. Nell’esposizione si possono rintracciare i temi alla base della poetica di Mirò: il mondo dell’inconscio con le sue fantasie infantili, l’ammirazione per l’arte popolare, la semplicità della linea che schiude forme e macchie di colore, generando scoperte e sorprese. Ne ha parlato – alla presentazione dell’esposizione – il professor Luciano Caprile, che ha curato anche il catalogo critico – indicando la grandezza di Mirò proprio come maestro del segno e delle emozioni che con esso sa trasmettere, recuperando lo spirito dell’infanzia. Uno dei meriti dell’evento di Castiglioello è quello di “attraversare” l’opera complessiva di Mirò attraverso le opere grafiche che partono dal bianco e nero e ad ogni passaggio aggiungono colore al segno. Sono litografie che fanno capire il divenire dell’opera.
Caprile ha quindi accennato brevemente al dipanarsi del percorso espositivo che si apre con una litografia del 1953 “Centenario Mourlot”, con figure fantastiche che popolano il cielo dell’immaginario, prosegue negli anni Sessanta con “Ubu Roi” (1966), proposto sia in bianco e nero che in differenti variazioni tonali, e con alcune sequenze litografiche a colori quali “Je travaille comme un jardinier” (1963), dove un ricamo percorre la carta come un atto di semina, metafora della creazione artistica. Ancora da “l’invenzione che produce invenzione” nascono le numerose opere del decennio successivo come l’acquaforte “Nocturn catala” (1972), la macchia scandita da slarghi di luce in “Archipel sauvage 1” (1970), che sboccia in una narrazione di figure in pezzi quali “Barrio chino” (1971) e nella serie “Oda a Joan Miró” (1973). In questi anni l’artista lavora anche straiato per terra, usando le dita come pennelli, come fa pensare “Les agulles del pastor” (1973). Fino agli anni Ottanta la produzione grafica mantiene l’ordine gioioso della produzione pittorica, Mirò va verso una sintesi del suo universo onirico di eterno bambino, come dimostra “Colpir sense nafrar 1” (1981).
Le opere esposte nelle sale del Castello Pasquini provengono dal Guastalla Centro Arte di Livorno e Giorgio Guastalla, durante la presentazione dell’evento, ha ricordato i suoi incontri con Mirò e come è nata la collezione privata che adesso viene proposta al pubblico. “Una novità assoluta per la Toscana” ha sottolineato il sindaco di Rosignano, Alessandro Franchi, dal momento che le opere – a parte alcune a Pistoia – sono state visite dal pubblico soltanto in due mostre in sud Italia. Le litografie furono acquistate attorno al 1970 per aiutare la costruzione della Fondazione a Barcellona. Fu lo stesso artista che mise in vendita le sue grafiche e venne chiamato a raccolta un pool di galleristi ed esperti d’arte che le acquistarono. Fra questi vi era anche Guastalla. Il pastello su carta, invece, arriva da un incontro di Guastalla con il maestro catalano avvenuto a Roma durante una mostra.
Il sindaco Franchi ha poi indicato come questa su Mirò sia una delle più importanti mostre a Castiglioncello, dove si è prima esplorato con forza l’800 e i Macchiaioli, per poi spostarsi sul Novecento. “Questo evento – ha aggiunto – rappresenta un elemento di grande orgoglio e prestigio per il territorio”. Soprattutto nell’ottica di riuscire a far avvicinare tutti all’arte. Lo stesso sindaco ha sottolineato con forza il lavoro dell’associazione “Il valore del segno” e di Fulvio Montagnani che fino alla sua scomparsa, una volta all’anno, riusciva ad organizzare una esposizione di grande impatto. Sua anche l’idea e la progettazione di questa mostra su Mirò che, come detto, rappresenta un omaggio al suo lavoro e al suo impegno. Parole che hanno provocato commozione per l’assessore Licia Montagnani, figlia di Fulvio, la quale aveva in precedenza introdotto la presentazione parlando dei colori e della “scelta bella e felice di portare alla conoscenza di tutti il grande valore dell’arte per combattere i momenti oscuri che stiamo passando”. (elisabetta arrighi)
IL MONDO COLORATO DI MIRÒ / Castiglioncello – Castello Pasquini
a cura di Luciano Caprile / opere Guastalla Centro Arte
17 luglio – 9 settembre 2018
ORARI E BIGLIETTI. La mostra resta aperta dal 18 luglio al 9 settembre 2018, tutti i giorni ore 18-23, chiusa il 1, 3, 8, 9, 10 e 12 agosto. Biglietto 6 euro, ridotto 4 euro (ragazzi tra i 6 e i 25 anni); la biglietteria chiude un’ora prima della mostra.