La Galleria della moda e del costume diventa Museo e a Palazzo Pitti 200 abiti racconteranno oltre un secolo di creatività
I tessuti sono materiali fragili. La luce, la polvere, il trascorrere del tempo possono danneggiarli in maniera irreparabile. Per questo devono essere conservati con grande attenzione e, se appartenenti alle collezioni di qualche museo, esposti a rotazione per evitare danni. E alla fine di ogni esposizione, meglio ancora se all’interno di teche in vetro, torneranno in archivio avvolti in veline e scatole apposite. Se quei tessuti sono abiti, la conservazione deve essere effettuata con attenzione ancora maggiore, perché i ricami, i decori, i pizzi, i nastri, i bottoni… sono anch’essi fragilissimi nella loro bellezza.
In concomitanza con l’avvio di Pitti Immagine Uomo di giugno 2017 (da martedì 13 a venerdì 16) a Firenze accadrà una cosa importante e affascinante. Verrà infatti inaugurata la mostra “Il Museo effimero della moda” che di fatto costituisce il secondo step di un accordo di valorizzazione della città della moda (le sfilate sono nate nel capoluogo toscano e la Sala Bianca di Palazzo Pitti è stata la loro culla) stilato fra Centro Moda di Firenze e Gallerie degli Uffizi. La nuova esposizione, che vede in campo la Fondazione Pitti Immagine Discovery con le Gallerie degli Uffizi e il Palais Galliera, dove ha sede il museo parigino dedicato al fashion e ai grandi stilisti. Ma c’è di più: dal 13 giugno, il giorno di apertura di Pitti Uomo (collezioni per la primavera-estate del 2018), l’attuale Galleria del Costume e della Moda d Palazzo Pitti diventerà ufficialmente il Museo del Costume e della Moda, ampliando anche gli spazi attuali. Un cambio di nome che imprime una visibilità diversa ad un patrimonio ricco di abiti e accessori capaci, da soli, di raccontare come eravamo e come siamo diventati.
La mostra, che è curata da Olivier Saillard direttore del Palais Galliera, vedrà un percorso (dopo quello delle fotografie Karl Lagerfeld lo scorso anno) ricco di almeno duecento preziosi reperti, dagli abiti agli accessori, da metà Ottocento a oggi. Ci saranno fra l’altro esposti per la prima volta pezzi finora mai usciti dagli archivi e pezzi provenienti dai più importanti atelier dell’ultimo secolo. Potremo vedere abiti di Roberto Cappucci e della famosissima Biki, di Irene Galiziane (la principessa che a Roma inventò il pigiama-palazzo) e di Schubert, di Vionnet (il famoso taglio sbieco dei tessuti) e di Nina Ricci, di Gianfranco Ferré e della Sartoria di Rosa Genoni… Ci saranno anche pezzi contemporanei che hanno sfilato sulle passerelle di Armani e Dolce & Gabbana, di Gucci e Valentino… Sarà una mostra capace di raccontare almeno 150 anni della nostra storia e dell’evoluzione del costume e della società. Una mostra di grande fascino che sarà uno degli eventi-clou dei giorni del prossimo Pitti Uomo anche se poi proseguirà ben oltre la chiusura della manifestazione della moda maschile. (elisabetta arrighi)