“Il deserto dei Tartari” al Niccolini. Poi la danza, “Il padre” e i “rimbambini”
La storia della lunga attesa di qualcosa che verrà, quando ciò che aspettiamo è proprio ciò a cui abbiamo rinunciato: la vita. Da mercoledì 25 a domenica 29 gennaio 2017 (dal mercoledì al venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 16.45) Paolo Valerio dirige e interpreta al Teatro Niccolini di Firenze “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati (foto grande sopra il titolo e in basso a destra). “La mia scelta – afferma Valerio – è stata quella di non avere un unico protagonista: tutti gli attori saranno Drogo, seguendo non solo l’invecchiamento del protagonista, ma anche le emozioni che il passare tempo si modificano in Drogo come in ognuno di noi: dalla partenza fiduciosa alle delusioni, e poi al sorriso del finale”.
Il libro, affrontato alla Pergola nel 2015 con una lettura integrale e collettiva a cura di Andrea Macaluso, è il romanzo italiano per antonomasia dell’illusione e dell’ossessione, e trova nella messinscena di Paolo Valerio l’occasione di sospendersi in un ‘altrove’ lontano nello spazio e nel tempo. È un corpo a corpo a più voci, evocativo di tutta la potenza conturbante del testo.
Vincitore del premio ‘Le Maschere del Teatro Italiano 2016’ per le scene di Antonio Panzuto, vede Paolo Valerio condividere il palcoscenico con Alessandro Dinuzzi, Simone Faloppa, Emanuele Fortunati, Marco Morellini, Roberto Petruzzelli, Stefano Scandaletti. Le musiche originali di Antonio Di Pofi sono eseguite dal vivo da Aldo Gentileschi alla fisarmonica e Marina La Placa al theremin. Le immagini e le proiezioni dello spettacolo (video: Raffaella Rivi) sono tratte dai quadri di Dino Buzzati. Una produzione Teatro Stabile del Veneto.
“LA BOTTEGA DEL CAFFÈ” DI GOLDONI SECONDO SCAPARRO E PINO MICOL
Sì, è proprio un gioco di parole. Goldoni… arriva al Goldoni, nel senso di teatro, quello storico nel cuore di Livorno. A riportare il grande commediografo veneziano sul palcoscenico livornese martedì 24 e mercoledì 25 gennaio 2017, alle ore 21, è uno dei più noti registi a livello internazionale, Maurizio Scaparro, con una splendida nuova edizione de “La bottega del caffè”: “Tra i motivi che mi hanno spinto a mettere in scena oggi La bottega del caffè – afferma il decano dei registi italiani – il primo credo sia il piacere e il desiderio di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale, durante il quale la commedia si svolge, dalle prime luci dell’alba a quando scende la notte. Una Venezia che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni di una progressiva mercificazione della città, delle sue bellezze e dei suoi carnevali.”
Su una direttrice di ricerca artistica che parla di Firenze, Napoli e della Serenissima, Scaparro segue rigorosamente i canoni goldoniani di una commedia dei sentimenti e dell’agire degli esseri umani, in un perfetto equilibrio fra la parola e l’azione scenica. Disegna così uno spettacolo classicissimo, ricco di vivacità ed umanità, grazie alla bravura ed eleganza dei suoi interpreti su cui spiccano Pino Micol (attore con cui vanta un lungo sodalizio teatrale, nelle due foto in basso a destra e quella grande sopra il titolo) e Vittorio Viviani, impreziosito dalle musiche originali del premio Oscar Nicola Piovani, le belle scene ed i costumi di Lorenzo Cutùli, vincitore dell’International Opera Awards 2014 per la scenografia.
Una lettura che è ambientata nella metà del Settecento ma sembra rivolgersi ai tempi di oggi, con le sue debolezze e problemi, come la piaga del gioco d’azzardo e il pettegolezzo che pervade ancora tanta parte delle nostre trasmissioni televisive. Ecco che nell’arco di una giornata, in una suggestiva piazzetta veneziana, si dipana la storia del caffettiere Ridolfo che ha preso a cuore la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, da qualche tempo assiduo frequentatore della casa da gioco di Pandolfo. Lì Eugenio ha subìto perdite ingenti giocando a carte con Flaminio, un giovane torinese che si spaccia per nobile. Il desiderio di ricondurli sulla retta via da parte delle loro mogli, viene ostacolata da Don Marzio, un nobile napoletano prepotente, ambiguo e chiacchierone. Una commedia che era stata pensata da Goldoni per il teatro di maschera, capace di far cogliere attraverso queste tutte le sfumature che affollano ed agitano l’animo umano, con travestimenti, bugie ed inganni, sentimentalismo, scene rapide e godibili trattate con una penna leggera intrisa di comicità ma anche di malinconia. Elementi che vengono resi con efficacia e realismo da Scaparro per uno spettacolo prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana ed incluso nella stagione di prosa della Fondazione Goldoni. Al fianco dei due protagonisti un’ottima compagnia composta da Ruben Rigillo, Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Pietro Masotti, Marta Nuti, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti; le musiche sono eseguite dalla violinista Lisa Green, le luci sono realizzate da Maurizio Fabretti.
Biglietti ancora disponibili presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586 204290) il martedì e giovedì ore 10 – 13, mercoledì, venerdì e sabato ore 17 – 20; biglietti in vendita anche nei negozi del circuito regionale Box Office o collegandosi al sito www.boxol.it; prezzi da €15 a €30, giovani under 25 €12; tutte le informazioni su www.goldoniteatro.it
“IL PADRE”, L’EMOZIONE DEL RACCONTO CON HABER E LANTE DELLA ROVERE
Una pièce di grande emozione che sa raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e confondere tempi, luoghi e persone. E’ così che si può descrivere Il padre di Floran Zelle, splendidamente interpretato da Alessandro Haber, il padre appunto, e Lucrezia Lante della Rovere, la figlia, in scena martedì 24 gennaio 2017 alle 21 al Teatro del Popolo di Castelfiorentino.
La regia è di Piero Maccarelli. Lo spettacolo, in questi giorni, dopo Massa (22 gennaio) e Castelfiorentino, sarà anche a Sansepolcro (Teatro Dante, 25 gennaio), Rapolano (giovedì 26 gennaio, Teatro del Popolo), Volterra (venerdì 27 gennaio, Teatro Persio Flacco), Castelnuovo Garfagnana (Teatro Alfieri, sabato 28 gennaio).
Andrea è un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer. Anna, sua figlia, che è molto legata a lui, cerca solo il suo benessere e la sua sicurezza. Ma l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito. Lei crede che sia la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita. Ma le cose non vanno del tutto come previsto: l’uomo si rivela essere un personaggio fantastico, colorato, che non è affatto deciso a rinunciare alla sua indipendenza. La sua progressiva degenerazione getta nella costernazione i familiari, ma la sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia. Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia. La perdita dell’autonomia del padre, Andrea, progredisce a tal punto che Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà.
LASTRA A SIGNA E LA DANZA, IN SCENA “GLI ORBI” CON ABBONDANZA E BERTONI
Orbi perché non ci vediamo più. Mancanti, assenti, privi. Orbi di pace, di onore e “di tanto spiro” di manzoniana memoria. “Gli Orbi” che Michele Abbondanza e Antonella Bertoni – storico e pluripremiato sodalizio della danza italiana – portano venerdì 27 gennaio 2017 al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (ore 21 – biglietti 15/13/10 euro), a pochi mesi dallo straordinario debutto, sono maschere acustiche e fisiche impastate di un’umanità che trasuda amore e tenerezza. Umanità che passa il testimone del vizio fino a diventare caricatura del dolore e del piacere. Esseri ciechi che irridono, smorfieggiano, danzano, aspettano il loro turno e si alternano nella fame di relazione. Così impudichi, sfacciati e s-corpati da esporsi pubblicamente alla gogna della vergogna di chi non vede con gli occhi e con il cuore. Parlar male degli uomini (homo sapiens) si fa presto, soprattutto di questi tempi di homo hominis lupus, ma mettere in scena questo senso di fragilità dell’umano, indagare agendo i suoi vizi e debolezze, insomma passare all’azione e rendere per immagini dando forma a queste male-parole, è altra cosa.
Sulle spalle di cinque personaggi – in scena, oltre a Antonella Bertoni e Michele Abbondanza, Eleonora Chiocchini, Tommaso Monza e Massimo Trombetta – l’infame carico della rappresentanza dell’umanoide contemporaneo. Figure che potranno ingigantire o sparire, dall’umano al disumano, caricature portatrici di volta in volta di un malessere infettivo che trova però nella sua semplice esposizione e visibilità, la nemesi necessaria alla sua redenzione. “Cosa da ballerini traditori del passo – spiegano Antonella Bertoni e Michele Abbondanza – anche se mai come in questo lavoro ne abbiamo fatti così tanti. Di passi. Fin dai primi giorni di prove ci siamo presi (letteralmente) per mano e non ci siamo lasciati. Così, stretti gli uni agli altri, più sicuri nel branco, abbiamo socchiuso gli occhi, alzato leggermente il capo verso l’alto e incominciato a camminare, dapprima lentamente poi sempre meno incerti; così come nel quadro “La parabola dei ciechi” di Peter Bruegel, immagine dalla quale volevamo partire per dimostrare, come viene attribuito al pittore stesso, ‘quanto di equivoco vi sia nell’esistenza umana’. Abbiamo così costruito il nostro percorso su di una struttura coreografica martellante. Ci siamo accorti, quasi inconsciamente, che stavamo ballando una specie di giga, che è poi una danza-girotondo ripetitiva e ossessiva”.
Spettacolo nell’ambito della rassegna RESI_DANCE a cura della Compagnia Simona Bucci, in collaborazione con Teatro Popolare d’Arte.
APERITIVO TEATRALE – Per chi lo desidera, venerdì 27 gennaio dalle 20, c’è l’aperitivo teatrale, in collaborazione con Caffè La Posta (buffet e drink 6 euro, graditissima la prenotazione, tel. 055 8720058 – 331 9002510).
MASTERCLASS CON ABBONDANZA/BERTONI – Sabato 28 gennaio, dalle ore 12 alle 16, presso la Scuola Comunale Danza (via Togliatti 37, Lastra a Signa), la Compagnia Abbondanza/Bertoni condurrà una masterclass rivolta a danzatori, attori e performer. Insegnare: far passare dei segni, da corpo a corpo. Un modo di fare scuola strettamente legato al palcoscenico, finalizzato alla “presenza scenica” attraverso la pratica dell’intelligenza somatica per cui il sapere possa diventare il “saper fare” del corpo-cuore del danzatore-attore. “Ci soffermeremo sugli aspetti tecnici e improvvisativi del movimento danzato e del gesto; per uno sviluppo della creatività attraverso la propria unica e originale forma”. Masterclass + spettacolo 45 euro. Info tel. 055.697823 – 340.1369666 – compagniasimonabucci@gmail.com – www.compagniasimonabucci.it
LO SHOW SGANGHERATO DELLA RIMBAMBAND AL TEATRO DI RIFREDI
“Note da Oscar” è il nuovo folle, sgangherato show della Rimbamband, in scena al Teatro di Rifredi da giovedì 26 gennaio2017 a domenica 29 e da giovedì 2 a domenica 5 febbraio (feriali ore 21-domeniche ore 16. 30) nel quale gli estrosi “rimbambini”, diretti dal grande mimo internazionale Paolo Nani, sono alle prese col cinema e la sua magia. Hollywood, la Mecca dei sogni, il punto d’arrivo di una vita, il successo che ti rende immortale, il fascino della sala buia e del grande schermo.
Un sogno per la Rimbamband, e allora fiato alle trombe…che lo spettacolo abbia inizio. Il capobanda è un intellettuale che ama il cinema senza preclusioni di genere, da Gene Kelly a Toy Story. Il batterista è convinto si tratti di un “one man show”, il suo. Il contrabbassista è in evidente stato confusionale. Il sassofonista è ossessionato dalla polka, dal tango, dalla mazurka e dal limbo. E il pianista? È docile, mansueto, timido ma, quando vuole, sa anche essere un leone. Non resta dunque che sognare insieme con loro: Raffaello Tullo, Renato Ciardo, Nicolò Pantaleo, Vittorio Bruno e Francesco Pagliarulo sono personaggi in cerca d’autore e di se stessi, con le loro personalità agli antipodi e i caratteri così differenti ma accomunati da un grande talento per la musica. I cinque “suonattori”, in perenne disaccordo armonico, prendono per mano il pubblico per condurlo in un viaggio imprevedibile e dissacrante, in un “road music movie” tra i generi cinematografici più disparati, dal western al cartoon, dal giallo alla commedia, mixandoli, frullandoli e distorcendoli con spregiudicata creatività. Il grande Charlie Chaplin diceva che “non è la realtà che conta in un film, ma quello che l’immaginazione può fare”. Prepariamoci a entrare in “Note da Oscar” come in un grande luna park dell’immaginazione dove sognare a occhi aperti è ancora possibile.
INFO. 055 422.03.61 – www.toscanateatro.it — Biglietti: 16 euro intero, 14 euro ridotto. Prevendita:
Teatro di Rifredi dal lunedì al sabato (ore 16 – 19) — biglietteria@toscanateatro.it
Box Office in tutti i punti del circuito e www.boxol.it — Il Teatro di Rifredi è un punto Box OfficeLO