In scena a Sassari “L’italiana in Algeri” di Rossini con la ripresa della regia originale di Stefano Vizioli e l’allestimento di Ugo Nespolo (nato dalla collaborazione fra i teatri di Pisa e Trieste)
Un’opera incredibilmente attuale, nonostante conti quest’anno il suo 205esimo compleanno: è L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini, che aprirà la Stagione lirica dell’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” di Sassari. Il “capolavoro del genere buffo”, come lo descrisse il romanziere Stendhal, è stato presentato nell’auditorium del Liceo musicale sassarese davanti a oltre duecento persone, tra cui moltissimi studenti. Un incontro che ha affascinato il pubblico non solo con le parole della musicologa Paola Cossu, che ha tratteggiato la storia dell’Italiana, ma soprattutto con la musica. Sergio La Stella, che dirigerà l’orchestra del De Carolis in occasione delle recite di venerdì 12 e domenica 14 ottobre 2018 ha proposto al pianoforte alcuni famosi brani dell’opera, accompagnato da due ospiti d’eccezione dal cast dello spettacolo: il basso Francesco Leone, che ha proposto l’aria del “suo” Haly, e il mezzosoprano Ilaria Ribezzi, Zulma in scena, che ha invece cantato la celebre aria di Isabella, “Cruda sorte, amor tiranno”.
L’allestimento in scena venerdì alle 20,30 e domenica alle 16,30 al Teatro Comunale è stato invece raccontato dal regista Pierluigi Vanelli, che a Sassari riprende la regia originale di Stefano Vizioli (attuale direttore artistico del Teatro Verdi di Pisa). L’opera, ha spiegato, vive di una comicità sulla soglia di una lucida follia che ha addirittura anticipato di un secolo alcuni spunti futuristici. Basti pensare agli strampalati neologismi del funambolico finale del primo atto, quando i sette personaggi si intrecciano in un rincorrersi di suoni che ricordano le Parole in libertà di Marinetti. Da ricordare, inoltre, che le coloratissime scene e i costumi dell’allestimento sassarese, nato dalla collaborazione dei teatri di Trieste e Pisa, portano la firma di un grandissimo artista contemporaneo, Ugo Nespolo, fondatore del movimento dell’arte povera.
Impossibile non fare riferimento alla più famosa composizione di Rossini, quel Barbiere di Siviglia che il pubblico sassarese ha potuto apprezzare lo scorso anno; seppure presenti alcune analogie, notevoli sono le differenze, a cominciare dal carisma proprio dell’Italiana, Isabella, che a domar gli uomini sa come si fa e che riuscirà, con la collaborazione di Lindoro e di un illuso Taddeo a mettere nel sacco il bey, il califfo Mustafà; tutt’altra cosa rispetto alla mite Rosina del Barbiere.
Composta come da tradizione rossiniana in poche settimane, L’italiana in Algeri – scritta su libretto di Angelo Anelli – andò in scena per la prima volta il 22 maggio 1813 al Teatro San Benedetto di Venezia. Il libretto era già stato musicato da Luigi Mosca nel 1808 ma senza successo. Il soggetto è tratto da un fatto di cronaca dell’epoca. Nel 1805 infatti, una signora milanese, Antonietta Frapolli Suini venne rapita e condotta nell’harem del bey di Algeri.
A Sassari il cast è composto in larga parte da giovani: accanto ai già citati Francesco Leone (Haly) e Ilaria Ribezzi (Zulma), compaiono Antonella Colaianni (Isabella), Gabriele Sagona (Mustafà) Mert Sungu (Lindoro), Fabio Previati (Taddeo), e l’altra sarda della compagnia. Ilaria Vanacore (Elvira). A dirigere l’Orchestra dell’Ente Concerti sarà Sergio La Stella, mentre il coro dell’Associazione “Luigi Canepa” è stato preparato da Luca Sirigu. Il disegno luci è di Tony Grandi.