Il Teatro Verdi di Pisa apre la stagione lirica 2019/2020 con “L’Empio Punito” di Alessandro Melani, la prima opera sul mito di Don Giovanni. Sulpodio Carlo Ipata dirige l’Orchestra Auser Musici e un cast stellare (il 12 e 13 ottobre)
È la prima opera in assoluto sul mito di Don Giovanni, L’Empio Punito di Alessandro Melani, a inaugurare sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019 la stagione lirica 2019/2020 del Teatro Verdi di Pisa, la terza firmata dal direttore artistico Stefano Vizioli. Il nuovo allestimento, coprodotto dal Teatro Verdi di Pisa e dall’Associazione Teatrale Pistoiese – Centro Produzione Teatrale, vedrà protagonista in buca l’orchestra Auser Musici diretta da Carlo Ipata (nella foto sopra il titolo), che già nel 2015 propose una selezione di brani da L’Empio per il ciclo ‘Opera da Camera’.
A firmare la regia dello spettacolo è Jacopo Spirei, allievo di Graham Vick, con le scene e i costumi di Mauro Tinti e il disegno luci di Fiammetta Baldiserri. In scena un cast stellare: Raffaele Pe (Acrimante), Raffaella Milanesi (Atamira), Roberta Invernizzi (Ipomene), Giorgio Celenza (Bibi) e Alberto Allegrezza (Delfa), cui si affiancano i giovani cantanti vincitori del bando “Accademia barocca”.
Adattamento per le scene musicali italiane del testo principe del siglo de oro spagnolo, El burlador de Sevilla di Tirso de Molina, L’Empio punito è il primo dramma per musica composto sul fortunato soggetto.
Commissionato dalla famiglia Colonna a un giovane Alessandro Melani, fratello del più celebre Atto – castrato all’epoca già all’apice della carriera – L’Empio si basa su un libretto che è frutto della collaborazione tra Filippo Acciaiuoli, caustico uomo di teatro, e Giovanni Filippo Apolloni, poeta attivo nei maggiori circuiti lirici del tempo. Le seduzioni seriali, i travestimenti e l’invito a cena della statua di pietra si mischiano qui a vorticosi intrecci amorosi, naufragi e una vera e propria discesa agli inferi. Tipicamente barocca anche l’alternanza tra recitativi, ariosi, arie aperte e duetti.
“L’Empio Punito è un progetto che coltivo da 10 anni – commenta Carlo Ipata, direttore dell’orchestra Auser Musici – Questa nuova produzione si iscrive nel percorso di Auser Musici che, con Il Girello di due anni fa, completa il percorso sull’opera fiorentino-romana degli anni ’60 del ‘600. Il libretto è ancora fortemente intriso degli elementi caratteristici dell’originale spagnolo di Tirso de Molina, come il naufragio iniziale, per esempio, e contiene in nuce molti elementi topici del Don Giovanni di Mozart, come la celebre lista e la differenza tra cibo celeste e cibo mortale. Mantiene l’impianto barocco per l’alternanza di contrasti drammatici e comici, inserimento di personaggi laterali, con un ritmo drammaturgico lontano dalla nostra sensibilità ma pieno di coups de théâtre che lo avvicinano al genere del kolossal. E al contempo contiene una grande modernità. Su questo si è basato il regista: contrasti colorati, cambiamenti di scene a vista con sistemi barocchi di pesi e contrappesi. Lo stupore barocco è ricreato in un contesto favolisticamente moderno”.
“Anche per questo terzo anno ho scelto di inaugurare la stagione lirica del Teatro Verdi con un titolo desueto e poco prevedibile – ha aggiunto Stefano Vizioli, direttore artistico della stagione lirica – rispondo quindi a una mia personale necessità di rendere il teatro promotore di iniziative che sfuggano a una programmazione rassicurante, per farsi baluardo e difesa di un ruolo etico oltre che ludico. Empio Punito fissò per sempre la posizione della toscana famiglia Melani nel firmamento del mondo musicale barocco: l’intento della direzione artistica è di offrire al pubblico non ciò che desidera, ma ciò che non sa di desiderare”.