“Il purgatorio dei vinti. La storia dei prigionieri fascisti nel campo di Coltano” di Gianni Oliva: presentazione in Gipsoteca a Pisa il 22 marzo alle ore 18
Incontro con lo scrittore GIANNI OLIVA che parlerà del suo ultimo libro
IL PURGATORIO DEI VINTI, LA STORIA DEI PRIGIONIERI FASCISTI NEL CAMPO DI COLTANO
edito da Mondadori. Mercoledì 22 marzo 2023 alle ore 18:00 a Pisa, presso la Gipsoteca di Arte Antica
Gianni Oliva racconta la storia e le storie legate al campo di prigionia di Coltano, allestito dagli Alleati al termine della Seconda guerra mondiale, insieme a lui dialogheranno il Prof. Paolo Pezzino ( presidente dell’Istituto Nazionale di Storia della Resistenza ‘Ferruccio Parri’ e Professore ordinario dell’università di Pisa) e il Prof. Michele Battini ( Presidente del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici dell’Università di Pisa. E’ membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale per la Storia della Resistenza Ferruccio Parri e della Direzione della rivista storica «Passato e Presente» )
L’evento è organizzato dalla Libreria Ghibellina per festeggiare i 10 anni di nuova attività (2013-2023)
Il libro:
Da Raimondo Vianello a Enrico Maria Salerno, da Walter Chiari a Enrico
Ameri, dal giornalista Mauro De Mauro all’anziano scrittore americano Ezra
Pound, dal futuro ministro Mirko Tremaglia all’olimpionico della marcia Pino
Dordoni: ci sono tanti nomi diventati illustri tra gli oltre trentamila militi e
sostenitori della Repubblica sociale italiana ammucchiati, a fine guerra, nel
campo di prigionia allestito dagli Alleati a Coltano, alle porte di Pisa.
Sono i vinti della guerra civile, per la maggior parte «ragazzi di Salò», che
dopo l’8 settembre hanno scelto la continuità con i valori del Ventennio e in
nome di un malinteso senso della Patria e dell’Onore sono andati a cercare
la dannunziana «bella morte», schierandosi dalla parte sbagliata della
storia.
Alcuni dei loro camerati hanno avuto un destino drammatico, travolti nella
convulsione della resa dei conti; altri, come Dario Fo, sono riusciti a
eclissarsi prima del tracollo; altri ancora sono rinchiusi in campi minori, a
Padula, Scandicci, Rimini. Alcuni di loro ricorderanno l’esperienza senza
reticenze e senza orgoglio, riferendosi a una stagione della vita rispetto alla
quale serve più comprensione che anatema («non rinnego né Salò né
Sanremo» confesserà Raimondo Vianello); molti cercheranno di rimuovere
e cancellare; altri ancora ammetteranno con imbarazzo rinviando alla
confusione del periodo.
Con un attento lavoro sulle testimonianze autobiografiche e la
documentazione scientifica, l’autore ripercorre la vicenda dei prigionieri di
Coltano, le difficoltà delle condizioni di vita, l’indeterminatezza del loro
status giuridico, le ambiguità di una stagione sospesa tra volontà punitiva e
bisogno di normalizzazione, i successivi percorsi della memoria.
Ne risulta un quadro suggestivo, nel quale Coltano non si presenta come il
campo di prigionia di ex combattenti nostalgici, ma come lo specchio dello
smarrimento ideologico e morale lasciato nelle coscienze dal 1943-45.
Ameri, dal giornalista Mauro De Mauro all’anziano scrittore americano Ezra
Pound, dal futuro ministro Mirko Tremaglia all’olimpionico della marcia Pino
Dordoni: ci sono tanti nomi diventati illustri tra gli oltre trentamila militi e
sostenitori della Repubblica sociale italiana ammucchiati, a fine guerra, nel
campo di prigionia allestito dagli Alleati a Coltano, alle porte di Pisa.
Sono i vinti della guerra civile, per la maggior parte «ragazzi di Salò», che
dopo l’8 settembre hanno scelto la continuità con i valori del Ventennio e in
nome di un malinteso senso della Patria e dell’Onore sono andati a cercare
la dannunziana «bella morte», schierandosi dalla parte sbagliata della
storia.
Alcuni dei loro camerati hanno avuto un destino drammatico, travolti nella
convulsione della resa dei conti; altri, come Dario Fo, sono riusciti a
eclissarsi prima del tracollo; altri ancora sono rinchiusi in campi minori, a
Padula, Scandicci, Rimini. Alcuni di loro ricorderanno l’esperienza senza
reticenze e senza orgoglio, riferendosi a una stagione della vita rispetto alla
quale serve più comprensione che anatema («non rinnego né Salò né
Sanremo» confesserà Raimondo Vianello); molti cercheranno di rimuovere
e cancellare; altri ancora ammetteranno con imbarazzo rinviando alla
confusione del periodo.
Con un attento lavoro sulle testimonianze autobiografiche e la
documentazione scientifica, l’autore ripercorre la vicenda dei prigionieri di
Coltano, le difficoltà delle condizioni di vita, l’indeterminatezza del loro
status giuridico, le ambiguità di una stagione sospesa tra volontà punitiva e
bisogno di normalizzazione, i successivi percorsi della memoria.
Ne risulta un quadro suggestivo, nel quale Coltano non si presenta come il
campo di prigionia di ex combattenti nostalgici, ma come lo specchio dello
smarrimento ideologico e morale lasciato nelle coscienze dal 1943-45.
GIANNI OLIVA
Gianni Oliva, docente di Storia delle istituzioni militari, ha dedicato molti studi al
periodo 1940-45. Da Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, I vinti e i liberati, Foibe,
Si ammazza troppo poco, Soldati e ufficiali, Il tesoro dei vinti, Gli ultimi giorni della
Monarchia, La guerra fascista, La bella morte. È presidente del Conservatorio
Gianni Oliva, docente di Storia delle istituzioni militari, ha dedicato molti studi al
periodo 1940-45. Da Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, I vinti e i liberati, Foibe,
Si ammazza troppo poco, Soldati e ufficiali, Il tesoro dei vinti, Gli ultimi giorni della
Monarchia, La guerra fascista, La bella morte. È presidente del Conservatorio
Giuseppe Verdi di Torino.
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