Il “Prete Rosso”, le partiture scomparse per due secoli, le note barocche e un giallo storico: standing ovation per Federico Maria Sardelli e Modo Antiquo che hanno inaugurato la stagione sinfonica del Goldoni di Livorno con il concerto-reading “L’affare Vivaldi”

Un’apertura veramente brillante e piacevole quella della stagione sinfonica 2021/2022 del Teatro Goldoni di Livorno. Un evento musicale e non solo. Ovvero un concerto-reading che ha visto protagonisti Federico Maria Sardelli come direttore d’orchestra e narratore, e l’ensemble Modo Antiquo. Poi, su tutto, la dirompente musica di Vivaldi, partiture che solo per caso sono state strappate per sempre all’oblìo.

Federico Maria Sardelli e (sopra il titolo) il palcoscenico del Teatro Goldoni che ha aperto la stagione sinfonica con il concerto-reading “L’affare Vivaldi”

Una serata che sarà ricordata per “L’affare Vivaldi”, questo il titolo, ma anche per le standing ovation che il pubblico del Goldoni (con platea gremita) ha riservato a questo geniale musicista (ma anche scrittore, disegnatore, fine umorista) che sabato 13 novembre 2021 è tornato ad incontrare il “suo” pubblico, quello livornese, che lui conosce molto bene visto che a Livorno è nato e cresciuto e continua a venire spesso (adesso vive a Firenze) per andare a trovare la sua famiglia e il padre Marc, notissimo pittore, che abita ancora in città.

“L’affare Vivaldi” dicevamo. Un titolo che Federico Maria ha presto in prestito dalla copertina di un libro da lui stesso scritto. Un romanzo storico, ma anche un giallo, editato da Sellerio, con cui Sardelli ha vinto il premio Comisso 2015 per la narrativa: un’appassionante ricostruzione di un grande enigma culturale. La storia della discesa nell’oblio della musica del “Prete Rosso”, passato di moda dopo una vita di successi e che lo vide morire in miseria e indebitato fino al collo. I suoi manoscritti con la sua musica inedita, raccolta in centinaia di partiture autografe, passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli, per riemergere, seguendo vie accidentate e occulte. “La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così – spiega Sardelli – Diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare”.

Parole e musica barocca, in un crescendo virtuoso di note. Un’interpretazione di Modo Antiquo guidata da Sardelli di grande eleganza. Un suono corale ricco di passioni ed emozioni che sono andate ad intrecciarsi con le parole del reading. Poi il bis finale e di nuovo una standing ovation per una serata culturalmente e musicalmente appagante.

Modo Antiquo è salito in palcoscenico con la seguente “formazione”: Federico Maria Sardelli, direzione, flauto, narrazione – Federico Guglielmo, violino solista – Raffaele Tiseo, Paolo Cantamessa, violini – Pasquale Lepore, viola – Bettina Hoffmann, violoncello – Nicola Domeniconi, contrabbasso e Gianluca Geremia, tiorba.