
IL PICCOLO MARAT / 1. Nuovo allestimento del Teatro Goldoni (dedicato al compianto maestro Antonio Bacchelli) per il centenario dell’opera che Pietro Mascagni compose nella villa sul viale di Antignano. Mario Menicagli, direttore d’orchestra: “Un sogno realizzato”. Il 28 novembre piccola anteprima al Circolo Musicale Galliano Masini e dal 29 prove aperte in palcoscenico
Il piccolo Marat, opera in tre atti di Pietro Mascagni su libretto di Giovacchino Forzano, ha cento anni: la prima rappresentazione, avvenuta il 2 maggio 1921 al Teatro Costanzi di Roma, fu salutata da un enorme successo di pubblico, addirittura superiore a quello colto quasi trent’anni prima nello stesso Teatro dal giovanissimo compositore livornese con Cavalleria rusticana. (Sopra il titolo: il cast dell’opera su una terrazza dell’Hotel Palazzo di viale Italia a Livorno dove si è svolta la conferenza stampa di presentazione del nuovo allestimento mascagnano. Sullo sfondo della foto il gazebo della Terrazza Mascagni).
Trionfale il giro che ne seguì nei teatri in Italia ed all’estero, con oltre 90 produzioni negli anni ’20 ed ancora titolo acclamato e molto rappresentato negli anni successivi, per scomparire progressivamente dai palcoscenici nel secondo dopoguerra.

Riproporlo oggi (il 10 e 13 dicembre), nella città natale di Pietro Mascagni, con una nuova produzione ed un nuovo allestimento curato dalla Fondazione Teatro Goldoni di Livorno in occasione del centenario di quella trionfale première, non ha il sapore della riscoperta e della curiosità musicale fine a se stessa: è un atto alla conoscenza e valorizzazione di un compositore che per oltre 40 anni, dal finire dell’800 in poi, ha saputo con il suo Teatro e le sue capacità di direttore d’orchestra, scrivere pagine nuove nel modo di concepire ed eseguire il Teatro d’opera in Italia e nel mondo.
“Oltre trent’anni sono trascorsi dall’ultima esecuzione de Il piccolo Marat a Livorno, un’opera che ingiustamente, come del resto molte altre del nostro concittadino, si trova oramai riposta nel cassettone dei nostalgici ricordi dei ferventi mascagnani. Mi trovo quindi a soddisfare un desiderio, anzi un sogno, che mai avrei pensato di poter realizzare: dirigere una nuova edizione di quest’opera” ha detto Mario Menicagli, direttore amministrativo del Teatro Goldoni e direttore d’orchestra che, appunto, salirà sul podio.
(Tutte le foto sono di Augusto Bizzi).
Questa edizione del centenario segna una nuova tappa nella ricognizione effettuata nel tempo dal Teatro di Tradizione livornese, che ha saputo cogliere queste ricorrenze per proporre nuovi allestimenti per evidenziare la vitalità e l’interesse verso un Teatro quale quello mascagnano che meritava, e merita tutt’oggi, di essere conosciuto nella sua interezza: è il caso, delle edizioni del centenario andate in scena a Livorno a partire da Cavalleria rusticana (1990), e proseguite con L’amico Fritz (1991), I Rantzau (1992), Guglielmo Ratcliff (1995), Iris (1998) e Le maschere (2001).

Questi titoli ed altri del suo catalogo ci dicono, innanzitutto, che Mascagni fu un innovatore fin dal suo primo apparire; Il piccolo Marat rappresenta opera della sua maturità artistica per intuizione, sviluppo e forma stessa del rapporto tra azione scenica e musica che lo caratterizza: è «l’inno della mia coscienza», disse lui stesso di quest’opera, pensata tra la primavera e l’estate del 1919 nel raccoglimento della sua villa di Antignano e sviluppata nei due anni successivi.
Avvicinarsi a questo titolo, senza pregiudizi e preconcetti (sappiamo bene quanto Mascagni sia stato oggetto per troppo tempo di tali inopportune attenzioni!), vuol dire porsi nelle condizioni di scoprirne quella forza che lo pervade che – a dirlo con le parole di chi ebbe l’opportunità di vederla ed ascoltarla nei suoi primi anni – provocava “un brivido che trabocca in Teatro e di tutto un pubblico fa uno spirito solo, un solo incendio” (G. Bastianelli al Comunale di Bologna, 14 novembre 1923). Due anni esatti prima, a Milano, pochi mesi dopo l’acclamatissima première nella Capitale, Mascagni così scriveva: «Dopo il duetto del secondo atto la dimostrazione ha raggiunto un’altezza inverosimile: il teatro fu illuminato, la rappresentazione sospesa; tutto il pubblico era in preda a viva emozione, mentre il teatro s’empiva di garofani rossi. La pioggia di fiori è stata meravigliosa».
Una grande energia tra azione e musica: nella partitura de Il piccolo Marat “contano atti, situazioni, colpi scenici, e poco o nulla le parole o i versi” e si rimane conquistati dai “modi aggressivi, crudi, che il musicista escogita nell’affrontarli, tali da suggerire forse un’idea cinematografica”; l’acuta e puntuale annotazione è di un profondo conoscitore dell’opera di Mascagni come Gianandrea Gavazzeni, il grande direttore d’orchestra che fu tra gli artefici della “riscoperta” del valore del suo Teatro in tempi moderni.
Dopo la stagione, coincidente con Lodoletta (1917) e Sì (1919), che alcuni critici definirono del disimpegno, Mascagni decise quindi di dedicarsi alla composizione di un’opera a sfondo politico in un periodo storico attraversato da profondi conflitti sociali. Forzano, studioso della Rivoluzione francese, in precedenza aveva proposto a Mascagni una serie di soggetti ispirati a quel periodo e tra questi un libretto incentrato sulla figura di Robespierre e uno su quella di Maria Antonietta, di cui esiste uno spezzone di libretto. Ma Mascagni risultò assai poco ispirato da questi soggetti, come si evince da una lettera indirizzata a Forzano: “Come si può mettere in musica l’acquisto dei voti dei deputati della Convenzione? […]. E poi, Forzano, si può far cantare Robespierre? Lei lo vede Robespierre tenore, o anche baritono, o basso profondo? Io non me la sento”. Nonostante ciò, la Rivoluzione continuò ad esercitare un certo fascino sulla fantasia di Mascagni e di Forzano che trovò ispirazione in Noyades di Nantes di George Lenôtre e in Sous la terreur di Victor Martin. Il soggetto trae spunto da un criminale episodio avvenuto negli anni del Terrore della Rivoluzione francese, che però, con i suoi protagonisti principali, resta confinata sullo sfondo di una vicenda complessa e truce, ma molto più umana: l’amore di un figlio per la madre che sa di essere in estremo pericolo di vita e che decide di fare di tutto per salvarla; ancora l’amore, ma tra i due protagonisti per antonomasia – il tenore ed il soprano – che si fanno forza per ribellarsi alla crudeltà dell’ ”Orco”, lo spietato persecutore dei prigionieri politici, condannati a morte senza processo; la coscienza umana e civile che non volge lo sguardo da un’altra parte rispetto alla ferocia, ma si ribella ed adopera per farla cessare (i ruoli del “Carpentiere” e del “Soldato”).
Non è un’opera dall’ascolto “facile” né immediato, ma “complessa e straordinaria”: ce lo ricorda nella sua nota Mario Menicagli, in questa produzione Maestro concertatore e direttore d’orchestra; è un’opera “pervasa da una disperazione surreale che espressa dalla musica arriva come una spada dritta al cuore – afferma Sarah Schinasi che ne firma la regia – che ci trafigge fin dalle prime battute con un sentimento di coscienza collettiva, come l’avrebbe definita Jung, risorge, e ci immerge nella sofferta ma appassionata narrativa di una battaglia verso la luce attraverso le tenebre”. Le scene e i costumi sono di William Orlandi, light designer Christian Rivero.
Collegata a questa speciale ricorrenza mascagnana, due importanti iniziative: la prima, in programma il 7 dicembre alle ore 20.30 (data della nascita del compositore livornese) il concerto “Buon compleanno Mascagni” che sarà presentato dal giornalista Alessandro Cecchi Paone con Mario Menicagli sul podio dell’Orchestra della Toscana ed un programma che proporrà all’ascolto brani de Il piccolo Marat e pagine sinfoniche tratte dalle opere di Mascagni; la seconda è la Mostra “Cento anni di Marat” che sarà allestita nella sala Mascagni del Goldoni: oltre 50 immagini fedelmente riprodotte dagli originali, tra fotografie, locandine, manifesti, lettere, autografi e contratti teatrali a cura dell’Archivio Storico Luca Viganò, pronipote di Irma Viganò, uno dei soprani prediletti da Pietro Mascagni, che la ebbe protagonista nelle primissime edizioni del Piccolo Marat.
(1 – segue)
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LA LOCANDINA / IL PICCOLO MARAT
Teatro Goldoni / LIVORNO
Venerdì 10 dicembre 2021, ore 20.30 – Domenica 12 dicembre, ore 16
Edizione del Centenario
IL PICCOLO MARAT
Dramma lirico in tre atti su libretto di Giovacchino Forzano
musica di Pietro Mascagni
Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano
Sovratitoli a cura della Fondazione Teatro Goldoni
Dedicato alla memoria del M° Antonio Bacchelli
Personaggi e interpreti
L’Orco Andrea Silvestrelli
Mariella Valentina Boi
Il piccolo Marat Samuele Simoncini
La Mamma Silvia Pantani
Il soldato Stefano Marchisio
La spia Alessandro Martinello
Il ladro Pedro Carrillo
La tigre Michele Pierleoni
Il carpentiere Alberto Mastromarino
Il capitano dei “Marats” Carlo Morini
Il portatore d’ordini Luis Javier Jiménez García
Prima voce Marco Mustaro
Seconda voce Simone Rebola
Il Vescovo Paolo Morelli
Direttore Mario Menicagli
Regia Sarah Schinasi
Scene e costumi William Orlandi
Light designer Christian Rivero
Assistente ai costumi Maria Vittoria Benedetti
Orchestra della Toscana
Coro del Teatro Goldoni Livorno
Maestro del coro Maurizio Preziosi
Nuovo allestimento e produzione della Fondazione Teatro Goldoni Livorno
L’edizione del centenario de Il piccolo Marat al Teatro Goldoni di Livorno
di Emanuele Gamba, direttore artistico Fondazione Teatro Goldoni
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Domenica 28 novembre 2021, ore 16 Circolo Masini / Livorno
e da lunedì 29 prove aperte al Goldoni
Conoscere “Il piccolo Marat”
Ingresso libero (con Greenpass obbligatorio)
In occasione della nuova produzione de “Il piccolo Marat”, la Fondazione Teatro Goldoni offre al pubblico l’opportunità di conoscere in anteprima questa bella ed intensa opera mascagnana attraverso alcune iniziative aperte al pubblico.
La prima, in programma domenica 28 novembre alle ore 16, è in collaborazione con il Circolo Musicale “Galliano Masini” presso la loro sede in piazza Manin 8: il musicologo Fulvio Venturi tratteggerà genesi e fortuna di questo titolo, applauditissimo e rappresentato per oltre 40 anni al suo apparire (Roma, 2 maggio 1921) ma poi caduto ingiustamente nell’oblio; nel corso dell’incontro verranno eseguiti alcuni brani dell’opera e arie della produzione mascagnana a cura di componenti del cast de “Il piccolo Marat”; coordinerà l’incontro Franco Bocci.
Ulteriore opportunità saranno le prove aperte di regia e musicale dell’opera al Teatro Goldoni a partire da lunedì 29 novembre. Gli interessati, che dovranno essere in possesso di greenpass per accedere in teatro secondo le recenti disposizioni normative, potranno così osservare dalla platea il direttore d’orchestra e la regista nel lavoro di costruzione e messa a punto delle scene con il cast. Un “dietro le quinte” pensato per rendere sempre più coinvolgente la partecipazione ad uno spettacolo tanto complesso quanto affascinante come la lirica.
La prova musicale aperta al pubblico è per lunedì 29 novembre, dalle ore 11 alle 14; le prove di regia sono previste per mercoledì 1 dicembre, ore 17/20, venerdì 3 dicembre, ore 16/19 e sabato 4 dicembre, ore 16/19. Ingresso libero fino esaurimento posti disponibili.