Il Mibac dichiara di interesse culturale sette siti compresi nel Parco Archeominerario di San Silvestro (Campiglia Marittima). Da oggi c’è anche il vincolo previsto dal Codice per i Beni Culturali e il Paesaggio
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con decreto n.111 del Segretariato regionale del 31 luglio 2019, ha dichiarato di interesse culturale “sette siti” ricompresi nel Parco archeominerario di San Silvestro. I siti, in parte già valorizzati, sono oggi finalmente vincolati anche ai sensi del Codice per i Beni Culturali e del Paesaggio. Si tratta di un provvedimento di straordinaria importanza che corona l’ultradecennale lavoro portato avanti dal Comune di Campiglia e dalla società Parchi Val di Cornia, con il contributo determinante della Soprintendenza e dello stesso Segretariato, a partire dallo strategico lavoro di ricerca svolto dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena che, sotto la direzione del Prof. Riccardo Francovich, aveva colto sin dagli anni ’80 il valore del patrimonio culturale presente nelle colline campigliesi storicamente interessate da attività minerarie. (Sopra il titolo il trenino Lanzi-Temperino).
I primi provvedimenti di tutela di questi territori risalgono a quegli anni, quando i Comuni della Val di Cornia decisero autonomamente, attraverso i piani regolatori coordinati, di bloccare su una parte di quelle colline l’espansione delle cave a cielo aperto che, inevitabilmente, avrebbe distrutto beni storici e archeologici sopra e sotto il suolo. Da lì prese avvio il processo che ha portato nel 1996 ad aprire al pubblico una prima parte del Parco (tra cui il villaggio minerario di Rocca San Silvestro) e, successivamente, altri edifici, impianti ed una significativa parte delle gallerie minerarie.
Nel 2004 il nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ha inserito i “siti minerari di interesse storico od etnoantropologico” tra i beni culturali (Art. 10 comma 4, lettera h) e previsto la verifica dell’interesse culturale come procedura per richiedere l’apposizione del vincolo. Vari soggetti promotori della valorizzazione dei siti minerari a livello nazionale, tra cui la Parchi Val di Cornia, sono stati coinvolti in un tavolo di lavoro, costituito presso Federculture e sostenuto da APAT (oggi ISPRA), che ha portato alla redazione delle “Linee guida per la tutela, gestione e valorizzazione di siti e parchi geo-minerari” ed all’inquadramento del concetto di sito minerario, necessario per la realizzazione del dossier di richiesta del vincolo, che è stato inviato al Ministero nel 2015. Nel frattempo sono proseguiti i rilievi e la documentazione del patrimonio minerario sotterraneo del Parco, facendo emergere nuovi dati, che sono andati ad integrare il materiale già raccolto ed hanno contribuito al riconoscimento, attribuito dal Ministero lo scorso luglio.
Il provvedimento del Ministero, su richiesta dello stesso Comune di Campiglia, ricompone oggi l’enorme lavoro di ricerca archeologica, storica e geologica svolto negli anni da Università, associazioni speleologiche e dalla stessa società Parchi Val di Cornia. Non si è trattato di un provvedimento semplice, poiché qui non siamo in presenza di una singola e datata emergenza culturale, ma di un insieme complesso di testimonianze delle lavorazioni minerarie e metallurgiche che attraversano i millenni, diffuse su un vastissimo territorio sia in superficie che nelle viscere della terra. Questa complessità ha richiesto particolari criteri d’interpretazione “sistemica” che il Decreto riassume così: “Il criterio guida con il quale sono stati individuati e delimitati i singoli siti minerari è quello della continuità tra suolo e sottosuolo, dove le gallerie sono in relazione anche fisica con le emergenze diffuse in superficie”. Con questo criterio il Ministero ha vincolato setti siti nei circa 450 ettari delle aree pubbliche del parco di San Silvestro (Temperino, Carnasciale-S.Antonio, Poggio all’Aione, Collins 1, Collins 2, Miniera dei Lanzi, Rocca San Silvestro). Queste le significative motivazioni: “Il parco archeomineario di San Silvestro è costituito da una complessa articolazione di insediamenti minerari le cui fasi documentate di ricerca ed estrazione risalgono ai periodi etrusco, medioevale, mediceo e industriale. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di giacimenti di rame, piombo, argento e zinco, che hanno influenzato l’economia locale e le dinamiche dell’insediamento, lasciando testimonianze che sono oggi parte integrante di un paesaggio geominerario di grande valore” .
Il Decreto evidenzia poi come in questi territori, su aree private esterne a quelle pubbliche del parco, vi siano testimonianze che presentano le stesse caratteristiche storico-archeologiche di quelle vincolate e che, come tali, meriterebbero l’estensione della tutela. Tra queste evidenzia l’imponente impianto metallurgico della società Etruscan Mines nella Valle dei Manienti.
Il provvedimento del Ministero dei beni e le attività culturali dello scorso 31 luglio costituisce un importante riconoscimento di ciò che è stato fatto, ma soprattutto uno stimolo per approfondire la ricerca archeologico-mineraria e proseguire nella valorizzazione culturale e paesaggistica di questi nostri territori.
La sindaca di Campiglia Alberta Ticciati ha sottolineato come questo riconoscimento sia “uno stimolo molto forte a proseguire in questa direzione della valorizzazione ambientale e culturale del nostro territorio”.
Presenti alla conferenza stampa anche l’assessore alla cultura Gianluca Camerini che ha proposto l’organizzazione di uno o più momenti pubblici di approfondimento sul risultato e la predecessora di Alberta Ticciati, Rossana Soffritti, che ha seguito durante i suoi due mandati la procedura che si è ora conclusa con successo.
Il presidente della Parchi Francesco Ghizzani Marcia ha parlato di un’irrituale celebrazione di un atto amministrativo che però, guardando il tipo di atto, si comprende bene quanto sia fondamentale. “Fino ad oggi nessuno aveva dubbi sul valore del parco archeominerario di San Silvestro – ha detto il presidente – ma è solo adesso che questo valore è stato riconosciuto con un atto pubblico del Ministero si ha l’effettiva garanzia di una tutela che, peraltro, poggia su una procedura innovativa che pone il Comune di Campiglia e la società dei Parchi tra i primi soggetti in Italia ad avere sfruttato la possibilità apertasi con il Codice dei beni culturali e del paesaggio”.
L’archeologa Silvia Guideri, responsabile area parchi e musei di Parchi Val di Cornia ha parlato della complessità della procedura dovuta alla complessità del bene che si è chiesto di tutelare ed ha rilevato che si tratta di un vincolo di sistema, ovvero di un vincolo congiunto di interesse sia archeologico che storico artistico (art. 10, comma 1 e comma 4 lett h) e come tale individua tutto il sotterraneo e tutte le evidenze di superficie del parco come beni sottoposti a tutte le disposizioni di tutela contenute nel Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004, n° 42 (Codice BBCC). Di fatto le amministrazioni locali avevano potuto e saputo tutelare questo territorio prezioso e complesso, attraverso i piani regolatori, senza però la possibilità di mettere in sicurezza il patrimonio sotterraneo che oggi invece è tutelato, come ha detto Guideri, grazie anche al fatto che il Ministero ha colto la complessità che gli è stata rappresentata, vincolando tutta l’area interessata da gallerie antiche.