Il mese di marzo 2023 al Teatro del Giglio di Lucca. Sul palco sono attesi Simone Cristicchi con”Esodo” (il giorno 8), poi Claudio Bisio con “La mia vita raccontata male” (dal 10 al 13), Emilio Solfrizzi con “Il malato immaginario” (dal17 al 19), Umberto Orsini e Franco Branciaroli con “Pour un oui ou pour un non” (dal 24 al 26)

Eccogli appuntamenti del mese di marzo al Teatro del Giglio di Lucca dove nell’ultimo weekend, quello dal3al 5 marzo 2023, è andato in scena Silvioa Orland con”La vita davanti”.
ALICE ATTRAVERSO LO SPECCHIO
martedì 7 marzo 2023 ore 9.45 e ore 11.30
Questa volta Alice non cade nella tana del Bianconiglio, ma si imbarca in un’esplorazione volontaria, quella dell’altro lato dello specchio, e per farlo dovrà contare sui poteri del sogno e della fantasia. Incontrerà altre giovani eroine, come Dorothy de Il mago di Oz, o Zazie, una ragazza il cui sogno, creato da Raymond Queneau, era quello di prendere la metropolitana. All’incrocio dei rispettivi percorsi, queste giovani eroine si incontrano dall’altra parte dello specchio. Qui tutto è possibile, tempo e spazio sono relativi, passato e futuro convivono e tutto può essere ribaltato grazie alle leggi della fisica, ma anche della fantasia. Qui i personaggi di tutte le storie del mondo possono incontrarsi secondo la possibilità delle loro eterne traiettorie, e condurci con loro nei loro sogni.
[per bambini dai 6 anni]
ESODO
mercoledì 8 ore 21
Simone Cristicchi è artista poliedrico e raffinato, noto al grande pubblico come cantautore, scrittore e attore. Al Teatro del Giglio farà tappa con la tournée del suo Esodo, racconto per voce, parole e immagini sull’esodo degli istriani, fiumani, dalmati e giuliani. Lo spettacolo narra una pagina dolorosa della storia d’Italia, una vicenda complessa del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità. Con il Trattato di Pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e circa trecentomila persone scelsero – davanti a una situazione dolorosa e complessa – di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane. Lo spettacolo si concentra sul luogo simbolo dell’esodo, il Magazzino n. 18, che si trova nel Porto Vecchio di Trieste: un “luogo della memoria” particolarmente toccante, che conserva sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, ogni bene comune nello scorrere di tante vite interrotte dalla Storia, e dall’Esodo.
LA MIA VITA RACCONTATA MALE
venerdì 10 e sabato 11 ore 21 – domenica 12 ore 16
sabato 11 alle ore 18 Claudio Bisio incontra il pubblico (nell’Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca)

Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell’allegria del vivere, La mia vita raccontata male – che vede protagonista Claudio Bisio – ci ricorda che se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all’indietro la strada è ben segnalata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali. Attingendo dall’enorme e variegato patrimonio letterario di Francesco Piccolo, lo spettacolo si dipana in un’eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente e giocosamente costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti. Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all’impegno politico, dall’educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall’Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier, lo spettacolo, montato in un continuo perfido e divertentissimo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, racconta “male”, in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo.
ELEONORA ABBAGNATO in GIULIETTA
martedì 14 ore 21
Alla piccola grande donna immortalata da William Shakespeare (e dopo di lui da innumerevoli pittori, musicisti, scrittori, registi e coreografi), è dedicato questo spettacolo in cui le arti della musica, della danza e della poesia si uniscono per dipingere a colori – ora delicati, ora vivissimi – un ritratto nuovo e inusuale della più celebre veronese di tutti i tempi. Ad incarnarla, la ballerina Eleonora Abbagnato, direttrice della Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e già étoile dell’Opéra di Parigi. Con lei: Rebecca Bianchi (étoile del Teatro dell’Opera di Roma), Michele Satriano (Primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma), Simone Repele e Sasha Riva (Riva&Repele, già Gran Teatro di Ginevra), Simone Agrò, Gabriele consoli, Bryan Ramirez e Mattia Tortora (Teatro dell’Opera di Roma) e la piccola Julia Balzaretti (figlia di Eleonora Abbagnato). Ascolteremo non la celeberrima partitura Romeo e Giulietta di Prokofiev, ma altre splendide pagine musicali di Charles Ives, Hector Berlioz, Leonard Bernstein e Piotr I. Ciaikovsky ispirate alla tragedia scespiriana, eseguite dal vivo in palcoscenico da due virtuosi del pianoforte, Marcos Madrigal e Alessandro Stella che ne eseguiranno le trascrizioni per due pianoforti, diventando protagonisti dell’azione stessa insieme ai ballerini.
IL MALATO IMMAGINARIO
venerdì 17 e sabato 18 ore 21 – domenica 19 ore 16
sabato 18 alle ore 18 Emilio Solfrizzi e la Compagnia incontrano il pubblico (nell’Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca)

Emilio Solfrizzi è il protagonista del capolavoro di Molière, dove il teatro è finzione e strumento per dissimulare la realtà. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che l’esistenza gli mette davanti. «La tradizione, commettendo forse una forzatura – scrive Guglielmo Ferro nelle sue note di regia -, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Molière lo scrive per sé stesso, quindi per un uomo sui cinquanta anni. Proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi può restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato: il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il testo di Molière viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante, e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, e Molière, come tutti i giganti, anticipa con geniale intuizione modalità drammaturgiche che solo nel Novecento vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui.»
BRICIOLE DI FELICITÀ
domenica 18 ore 17 – lunedì 20 ore 9.45 (Teatro San Girolamo)
Lo spettacolo, rivolto ai bambini dai 3 anni e alle loro famiglie, racconta la storia degli abitanti di un villaggio fatto di casette sospese. Ciascuna di esse rappresenta un micromondo abitato da strani personaggi, accumunati tutti dall’essere soli, isolati, distanti l’uno dall’altro, e per questo inevitabilmente tristi. Arriva in paese un venditore di barattoli di felicità. Gli abitanti li comprano, ma al momento di aprirli scoprono che sono vuoti. Chi avrà rubato loro la felicità? Nel villaggio vive anche Ohibò: lui è diverso dagli altri, lui è felice. Probabilmente è stato lui a rubare la felicità. Inizia così un’avventura alla ricerca della felicità che porterà gli abitanti del villaggio a uscire dalle loro case, a relazionarsi tra loro, a parlarsi e infine a conoscersi davvero. Quando scopriranno il segreto di Ohibò si accorgeranno di aver scoperto il segreto della felicità.
POUR UN OUI OU POUR UN NON
venerdì 24 e sabato 25 ore 21 – domenica 26 ore 16
sabato 25 alle ore 18 Umberto Orsini e Franco Branciaroli incontrano il pubblico (nell’Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca)

La commedia di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento, che ha occupato un posto importante nell’alchimia tra teatro dell’assurdo e teatro del quotidiano, mette al centro della scena la forza delle parole in una ragnatela di incomparabile abilità. Due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco si interrogano sulle ragioni della loro separazione e scoprono che sono stati i silenzi tra le parole dette, e soprattutto le ambiguità delle “intonazioni”, a deformare la loro comunicazione, aprendola a significati multipli e variati. Ogni “intonazione” può essere variamente interpretata dalla disposizione d’animo di chi l’ascolta. Questo è il tema centrale di Pour un oui ou pour un non, titolo che si può semplicemente tradurre nella nostra lingua con “Per un si o per un no” ma che in realtà significa molto di più. “Per un si o per un no” è quel nulla che può cambiare tutto, quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili. La prosa della Sarraute, nella sua complessità, è un banco di prova per due manipolatori della parola quali Franco Branciaroli e Umberto Orsini, che si ritrovano sulla scena dopo tanti anni per dare vita, con la loro abilità, al terribile gioco al massacro che la commedia prevede. A guidare questo gioco sarà uno dei maestri indiscussi dello spettacolo, Pier Luigi Pizzi, che ritorna al suo antico amore per la prosa ben noto a chi lo ricorda tra i collaboratori più assidui della “Compagnia dei giovani” fin dai sui inizi.
La Biglietteria del Teatro del Giglio è aperta al pubblico dal mercoledì al sabato con orario 10.30-13.00 e 15.30-18.00, e un’ora prima di ogni rappresentazione. Per informazioni e prenotazioni scrivere all’indirizzo email biglietteria@teatrodelgiglio.ito telefonare al numero 0583.465320 (in orario di apertura al pubblico).