Gioco d’azzardo e ludopatia: una pièce teatrale affronta questo drammatico problema sociale. Al Teatro Vertigo di Livorno

Al Teatro Vertigo di Livorno (via del Pallone 2) sabato 14 aprile 2018 alle ore 21.30 (in replica domenica 15 alle ore 17.30) la Compagnia Libereparole, diretta da Maila Nosiglia, porterà in scena lo spettacolo “Non gioco più” che affronta un tema sociale importante e drammatico: il gioco d’azzardo e la ludopatia, un tema spesso sommerso ma tragico, un tema la cui importanza è stata riconosciuta dal Comune di Livorno e dal Club per l’ Unesco di Livorno, che hanno voluto dare il loro patrocinio.

“Uno spettacolo su un tema che sta molto a cuore all’amministrazione comunale – spiega la vicesindaco Stella Sorgente – La ludopatia è infatti un problema che colpisce in modo preoccupante anche la nostra città, un pericolo che deve essere contrastato e prevenuto con varie misure. Ben venga dunque uno spettacolo su questa piaga che affligge un numero impensabile di famiglie intorno a noi e che deve far riflettere tutti quanti”.

Sul palco: Marica Apostolo (la sorella), Paolo Baroni (un giocatore), Anna Botta (la madre di un giocatore), Astolfo Ferrari (il suocero), Daniela Ferretti (la vicina), Annalisa Lenzi Cioni (la moglie di un giocatore), Simonetta Manasia (la suocera), Fabio Granchi (il vicino), Patrizia Megale (la giocatrice), Silvana Peloso (la madre), Mauro Saettini (l’amico), Antonella Vannucchi (la moglie).

Testi di Maila Nosiglia (anche regista) e Fabio Granchi. Aiuto regia Daniela Castellinisuoni e alle musiche Mauro AndreaniRaffaele Gnasso alle luciVincenzo Maione alle sceneMichela Mercedi agli abiti e alle acconciature.

“C’è un’atmosfera da teatro di Eduardo, declinata alla livornese, e il dramma è seminato in mezzo al sorriso e alla risata. Andando avanti si sorride sempre meno, fino ad arrivare alla tragedia annunciata. Lo spettatore scende, quasi senza accorgersene, verso i piani bassi, quelli dove non arriva più la luce. Bruno, il protagonista, risulta ‘inconoscibile’: è sempre solo, è sempre altrove, è sempre prigioniero del mondo e, soprattutto, è prigioniero del suo tentativo di sottrarsi al dolore del mondo attraverso il gioco, che diventa un moltiplicatore di dolore” scrive Susanna Bertoli.

Per prenotazioni tel. 0586.210120