“Gianni Schicchi” bellissimo e insolito nella parte scenica realizzata dagli allievi dell’Accademia d’arte “Sironi”. Bene i cantanti e la regia. La recensione di Fulvio Venturi

di FULVIO VENTURI
Con l’andata in scena di Gianni Schicchi si è conclusa la produzione del Trittico pucciniano realizzata dell’Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari. Produzione in tempo di covid viene da dire, con le regole di distanziamento sociale rispettate e senza gli spettatori, ma con la diretta in streaming. Triste? Non sapremmo dire. Intensa sicuramente. (Sopra il titolo: Anna Maria Chiudi e Lucio Gallo).
Delle tre opere Suor Angelica è forse quella che ha toccato i più alti livelli di coinvolgimento – e qui ci fa piacere ricordare la direzione tutta volta al Novecento di Aldo Sisillo con le belle prestazioni di Maria Teresa Leva e Anna Maria Chiuri – per quella sorta di catarsi che si verificava agli spettrali saluti con l’incedere assorto delle suore non ancora uscite dallo spettacolo, ma anche Il Tabarro ci era molto piaciuto per l’unitarietà dell’assieme. Un Trittico che merita di essere ripreso e rivisto davanti al pubblico, quando l’emergenza si sia finalmente esaurita.
Questo Gianni Schicchi è apparso bellissimo ed insolito nella parte scenica realizzata interamente dagli allievi dell’Accademia d’Arte “Sironi” di Sassari (un giorno sarà d’uopo soffermarsi sui numerosi e grandi artisti che hanno avuto i natali nella città turritana) con richiami sia alla classicità che alla Commedia dell’Arte. I loro nomi sono Luisella Pintus e Andrea Gennati per la scenografia quando quelli di Caterina Tanchis e Miriam Tamiri lo sono per i costumi. La regia che in modo intelligente ha lasciato poco spazio alla farsa sottolineando invece il sarcarsmo e quella punta d’amarezza presente nella musica di Puccini è stata di Antonio Ligas.
Polso fermo nella direzione di Leonardo Sini che forse ha un po’ sacrificato la brillantezza della preziosa partitura pucciniana.
Bene i cantanti fra i quali un trio di esperti professionisti – Lucio Gallo, protagonista, Anna Maria Chiuri, La Zita, e Francesco Musinu, Simone – ha preso idealmente per mano i più giovani colleghi portandoli ad un ottimo risultato. Questi erano: Sara Rossini (Lauretta), Giuseppe Infantino (Rinuccio), Marco Puggioni (Gherardo), Maria Ladu (Nella), Nicola Ebau (Betto di Signa), Matteo Loi (Marco), Lara Rotili (La Ciesca), William Hernández (Spinelloccio/Amantio), Antonello Lambroni (Pinellino), Gianluigi Dettori (Guccio) e i piccoli Sebastiano Chessa e Ian Grop nei panni di Gherardino.
Ogni produzione separata di questo Trittico è stata preceduta da un momento musicale con l’intento di introdurre la serata e di contestualizzarla. Per precedere l’andata in scena del Tabarro è stata scelta Crisantemi, l’elegia che Puccini compose nel 1890, una bellissima Ave Maria composta da Stefano Garau, direttore artistico dell’Ente De Carolis e cantata da Elisabetta Scano ha preceduto Suor Angelica, mentre prima di Gianni Schicchi è stato eseguito dal tenore Claudio Deledda con il soprano Rita Cugusi il brano popolare Dulche Terra mia. Quanto di più evocativo conosca in ambito dei Canti di Sardegna.
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NOTE: La prima di “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini è andata in scena venerdì 27 novembre 2020 al Teatro Comunale di Sassari e trasmessa in live streaming sui canali di Videolina in tv, via satellite e Internet.  Al termine della recita, come già per la precedente “Suor Angelica”, tutto il teatro si è unito in un momento di silenzio in favore della cultura.
Lo spettacolo torna in scena nella serata (ore 20) di sabato 28 novembre 2020 e domenica 29 alle 17, in diretta streaming sul sito dell’Ente Concerti.
Photo Credits:  gli scatti dello spettacolo sono di Elisa Casula.