FloReMus Rinascimento Musicale a Firenze: il 6 settembre (ore 18) conversazione alla Biblioteca delle Oblate su “Arte architettura per i luoghi della salute”. Giovedì 7 al Museodi San Marco(ore21.15) Mirate gli atti. Hommage a Tarquinia Molza, “l’Unica”. Gli altri appuntamenti fino a domenica 17

Nell’ambito del festival internazionale «FloReMus. Rinascimento Musicale a Firenze» (da venerdì 1 a domenica 17 settembre, settima edizione), mercoledì 6 settembre 2023 alle 18, nella Biblioteca delle Oblate (via dell’Oriuolo 24, Firenze; ingresso libero) l’architetto Andrea Aleardi parla di Arte e architettura per i luoghi della salute. L’idea alta di società civile che una comunità sostiene le proprie persone più fragili da un lato ha costruito competenze e spazi per accoglierle e curarle nel loro corpo, ma dall’altro ha provveduto a dare loro conforto, speranza e senso di appartenenza al loro spirito attraverso le arti, tutte, che quella comunità incarnano. Sin dalla Firenze di Santa Maria Nuova, tra le prime città del mondo a porsi in questi termini, quella stessa missione accompagna ancor oggi anche a livello globale il senso della cura di una comunità inclusiva, solidale e consapevole del proprio valore civile. (Nella foto sopra il titolo: L’Homme Armé, ph. Jacopo Santini).

Le conversazioni di alta divulgazione, con rinomati specialisti, sono volte a formare-informare il pubblico degli appassionati, sia quello di cultura medio-alta sia quello meno preparato, sulle connessioni tra la musica rinascimentale e la cultura del tempo. Le tematiche toccheranno temi legati alla musica, la storia, l’arte e la cultura rinascimentale con un focus particolare su Firenze e la Toscana. Andrea Aleardi, architetto, ha collaborato con Giovanni Michelucci dal 1988 sino alla scomparsa nel 1990, proseguendo poi nelle attività di ricerca della sua Fondazione, con «lo scopo di contribuire agli studi ed alle ricerche nel campo dell’urbanistica e della architettura moderna e contemporanea, con particolare riferimento ai problemi delle strutture sociali, ospedali, carceri e scuole». Oggi è il direttore della Fondazione e il responsabile per lo sviluppo, coordinamento e produzione di attività di ricerca, di progetto, convegnistiche, espositive ed editoriali. Ha gestito progetti di rigenerazione urbana, progettazione partecipata, studi di fattibilità, ricerca sociale, abitare, carcere e salute con gruppi di lavoro multidisciplinari locali, nazionali e nell’ambito della progettazione europea. È membro di diversi comitati scientifici di ambito professionale, di promozione culturale e del territorio, per la valorizzazione dell’architettura, del design e della ricerca sociale, quale rappresentante istituzionale della Fondazione. Con la Fondazione ha sviluppato diversi progetti orientati alla tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio architettonico del Novecento e contemporaneo, in collaborazione con vari enti e istituzioni, inoltre curando il censimento MiBAC per la Toscana. Dal 2005 al 2011 è stato presidente di AAA-Italia, l’associazione nazionale degli archivi di architettura moderna e contemporanea.

 

GIOVEDÌ 7 SETTEMBRE 2023 ore 21.15

Museo di San Marco (Piazza San Marco, 3, Firenze)

 

Mirate gli atti. Hommage a Tarquinia Molza, “l’Unica”

con Giovanna Baviera (mezzosoprano, viola da gamba e direzione artistica), con Alberto Allegrezza (tenore, flauto dolce) e Michele Vannelli (clavicembalo)

 

Nell’ambito del festival internazionale «FloReMus. Rinascimento Musicale a Firenze» (da venerdì 1 a domenica 17 settembre, settima edizione), giovedì 7 settembre alle 21.15 concerto nel Museo di San Marco (Piazza San Marco, 3; intero euro 15, in coppia due biglietti 25 euro, ridotto euro 8 [studenti di scuole di musica e conservatori, giovani fino a 30 anni, adulti sopra i 65 anni]) un trio capitanato da Giovanna Baviera (mezzosoprano, viola da gamba e direzione artistica), con Alberto Allegrezza (tenore, flauto dolce) e Michele Vannelli (clavicembalo) presenta Mirate gli atti. Hommage a Tarquinia Molza, “l’Unica”. L’8 dicembre 1600 il Senato romano concesse alla poetessa, intellettuale e musicista modenese Tarquinia Molza (1542 – 1617) la cittadinanza onoraria, riconoscendole il titolo di “Unica”: era la prima donna a mai avere ricevuto una tale onorificenza, attribuitale, secondo il decreto del Senato, in onore dei suoi straordinari meriti artistici e intellettuali. Oltre che per la sua vasta produzione letteraria, oggi in gran parte persa, Tarquinia Molza era celebre per le sue doti musicali e per la sua impareggiabile abilità nell’accompagnare il proprio canto con uno strumento.

FloReMus (che quest’anno comprende 10 concerti dei quali 4 serali, 7 conversazioni e 2 laboratori) è il primo festival interamente dedicato alla musica del Quattro-Cinquecento nella città che ha maggiormente influito sulla cultura rinascimentale nelle sue sfaccettature artistico-visive, letterarie, musicali, filosofiche, scientifiche e politiche; rinascimentali sono anche i luoghi dei concerti serali (ore 21.15) e di quasi tutti i concerts à boire, riservati agli ensemblesemergenti (ore 19, salvo uno alle 12), nell’intento di stabilire un’interazione fra la musica eseguita e l’ambiente che la ospita, perché lo spettatore fruisca in contemporanea di prodotti artistici che nacquero insieme, se non in simbiosi. Si prosegue l’esplorazione del vastissimo panorama musicale dal Quattro al Cinquecento, fino alle soglie del primo barocco, periodi di grandi movimenti politici, sociali, scientifici e artistici, musica inclusa, che presenta molte analogie con quella contemporanea. La programmazione, rivolta al pubblico di appassionati e curiosi italiani e stranieri, alterna manifestazioni che, con taglio diverso, si pongono l’obiettivo comune di far conoscere musiche e temi poco noti al pubblico di oggi. Nei concerti serali, i momenti più alti della produzione artistica del Festival, con la partecipazione di gruppi di livello europeo e con programmi musicali molto particolari e spesso rari, si ascolteranno, dopo l’originalissimo spettacolo dei Dramatodia, il trio Baviera-Allegrezza-Vannelli (Svizzera-Italia, giovedì 7 settembre), L’Homme Armé (domenica 10 settembre), Bor Zuljan (Francia, mercoledì 13 settembre); invariato rispetto al 2022 il costo dei biglietti per i concerti serali (intero euro 15, in coppia due biglietti 25 euro, ridotto euro 8 [studenti di scuole di musica e conservatori, giovani fino a 30 anni, adulti sopra i 65 anni]) e per i concerts à boire (5 euro), salvo quelli che si svolgono nelle chiese, che sono a ingresso libero. I biglietti si acquistano solo nei luoghi dei concerti un’ora prima dello spettacolo, ma è consigliata la prenotazione per tutti gli eventi, compresi quelli ad ingresso libero, ed è raccomandato il ritiro dei biglietti prenotati 30 minuti prima dell’inizio dei concerti. Prenotazioni: direttamente sul sito https://hommearme.it/ (dove si troverà il calendario completo degli eventi; solo per informazioni e non per prenotazioni si può scrivere a informazioni@hommearme.it).

 

Calendario 8-17 settembre

 

Venerdì 8 settembre, ore 19, MAD , Firenze (Piazza delle Murate; Q1; ingresso 5 euro): Ensemble Guerriero e Amoroso in Cieco del corpo, dell’anima illuminato. I Contrafacta sacri nel repertorio profano di Francesco Landini. Anna Granata: soprano; Ugo Galasso: flauti; Dimitri Betti: organo portativo.

 

Sabato 9 settembre ore 9.30-11.30, Giardino della Villa medicea di Castello, Firenze; ingresso libro: Il Giardino della Villa medicea di Castello. Una conversazione sul e nel giardino rinascimentale, a cura di Mario Bencivenni. Il giardino della Villa medicea di Castello voluto da Cosimo I, che aveva incaricato del progetto il Tribolo, costituisce un punto di arrivo del giardino di delizia del primo Rinascimento e un importante incunabulo per i giardini tardo rinascimentali e manieristi. A Firenze costituisce un modello fondamentale e la prova generale dei progressi del cultu hortorum che permetterà pochi anni dopo ad Eleonora di Toledo di avviare la straordinaria impresa del giardino di Boboli. Per questo, una conversazione “itinerante” in hortu Castelli forse costituisce un’occasione straordinaria per unire parole e concetti a immagini che non hanno bisogno di slide ma si affidano alle epifanie sensoriali che un giardino di delizia è capace di manifestare a chi lo “abita”.

Sabato 9 settembre, ore 12, Villa Medicea di Castello, Firenze (Q5); ingresso 5 euro: Ensemble Morus alba in E i nostri canti giungano alle stelle. La natura nel madrigale tardo rinascimentale; musiche di Orlando Gibbons, William Byrd, Clément Janequin, Adriano Banchieri, Luca Marenzio (dopo la conversazione itinerante nel giardino con Mario Bencivenni). Eleonora Aleotti, Alessia Galzignato: soprani; Chiara Balasso: mezzosoprano; Matteo Benetton: tenore; Gaetan Nasato Tagnè: basso e concertatore.

 

Domenica 10 settembre alle 21.15 concerto nell’Auditorium di Sant’Apollonia (via San Gallo 25; intero euro 15, in coppia due biglietti 25 euro, ridotto euro 8 [studenti di scuole di musica e conservatori, giovani fino a 30 anni, adulti sopra i 65 anni]) l’Ensemble L’Homme Armé (cantus: Giovanna, Baviera, Marta Fumagalli, Matteo Pigato; altus: Alberto Allegrezza, Andrés Montilla; tenor: Paolo Fanciullacci, Riccardo Pisani; bassus: Guglielmo Buonsanti, Gabriele Lombardi) diretto da Fabio Lombardo presenta Psallite! Per i 40 anni de L’Homme Armé, gruppo che fece il suo primo concerto, con diversa formazione ma stesso direttore, nel 1983, e non si poteva che rifarsi alla fonte d’ispirazione per il nome dell’ensemble. Due temi si intrecciano nel programma: la melodia de “l’homme armé” che, seguendo l’esacordo musicale (ut, re, mi, fa, sol, la), si sposta da un tono all’altro all’interno della monumentale messa di Josquin; e “noe, noe”, il grido dei pastori che celebrano la nascita più celebre dell’Occidente cristiano. I due temi si intrecciano attraverso alcune opere riferite ad autori diversi seppur tra di loro contemporanei, tutti provenienti dall’area franco-fiamminga, ma tutti passati dalla nostra Penisola: Antoine Brumel (ca 1460-1513?), Josquin Desprez (ca 1450-1521), Jean Mouton (ca 1459-1522), Ninot Le Petit.

 

Lunedì 11 settembre, ore 18, Biblioteca delle Oblate (via dell’Oriuolo 24, Firenze; ingresso libero): La musica perduta del teatro. Dall’antichità alle corti padane del Rinascimento, a cura di Gianni Guastella. Sin dall’antichità classica la musica e la danza sono stati elementi fondamentali nelle rappresentazioni teatrali. Ma l’impossibilità di registrarle, rendendole ripetibili, ha comportato la loro esclusione dal processo di tradizione. Questo meccanismo selettivo della tradizione ci ha consegnato solo testi verbali, sulla base dei quali si tenta, con grandi difficoltà, di immaginare quale dovesse essere l’atmosfera sonora in cui i grandi classici della tragedia e della commedia sono stati presentati al pubblico, in Grecia e a Roma. Ma la condanna all’oblio della componente musicale è continuata a lungo. Anche quando, fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, a Ferrara e poi negli altri centri padani si riproposero i testi classici in traduzione a un pubblico cortigiano, la musica e la danza erano elementi cruciali della rappresentazione: sicuramente i più apprezzati dagli spettatori. Le prime forme di recitazione delle commedie di Plauto e Terenzio tradotte in volgare furono forse interamente cantate, come lasciano capire varie testimonianze dell’epoca.

 

Martedì 12 settembre alle 18 al Cinema Astra in Piazza Beccaria 9, proiezione, nell’ambito del Festival FloReMus, di Il Padrone delle Note – Josquin Desprez, scritto e diretto da Marco Zarrelli (Italia 2023, 140 min –produzione Mescalito Film), in collaborazione con Fondazione culturale Stensen; posto unico € 3,50.

 

Mercoledì 13 settembre alle 21.15 concerto nel Museo di San Marco (Piazza San Marco, 3; intero euro 15, in coppia due biglietti 25 euro, ridotto euro 8 [studenti di scuole di musica e conservatori, giovani fino a 30 anni, adulti sopra i 65 anni]) il liutista Bor Zuljan (Francia) presenta Il liuto umanista. Improvvisazione e magia nell’Italia di Leonardo, con musiche di Joan Ambrosio Dalza, Vincenzo Capirola, Johannes Ockeghem, Bartolomeo Tromboncino. Negli ultimi anni del XV secolo il liuto diventa lo strumento preferito dalle corti europee. Considerato dagli umanisti come la lira di Orfeo, lo strumento incantava i cortigiani con i suoi suoni lussureggianti e la sua dolce armonia. Liutisti, come Marco Dall’Aquila, Giovanni Maria Giudeo, Joan Ambrosio Dalza, nonché cantori al liuto, come Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara, erano ricercati dalle corti più importanti d’Italia.

 

Giovedì 14 settembre, ore 18, Auditorium di Sant’Apollonia (via San Gallo 25; Sala Poccetti; ingresso libero), Firenze: La policoralità nella politica culturale dei Medici, a cura di Bettina Hoffmann. Tra tutte le forme musicali che il vivace Cinquecento creò e portò alla perfezione, individuarono proprio nella policoralità il mezzo più potente ed efficace per conquistare sudditi recalcitranti, per rivaleggiare con l’alta nobiltà italiana, avversaria o alleata che fosse, o per confezionare preziosi doni diplomatici apprezzati per la loro unicità in tutta Europa.

 

Venerdì 15 settembre, ore 19, Chiesa di San Martino a Mensola (Via di S. Martino a Mensola, 4, Firenze; ingresso libero) (Q2): Ensemble Resonare (Roma) diretto da Pietro Consoloni in Duo ubera tua. La lode della figura femminile tra il XVI e il XVII secolo; musiche di Jean de Macque, Pierluigi da Palestrina, Gesualdo da Venosa, Claudio Monteverdi, William Byrd.

 

Sabato 16 settembre, ore 18, Biblioteca delle Oblate (via dell’Oriuolo 24, Firenze; ingresso libero): Nata per morire. Memoria della musica e musica della memoria, presentazione del libro di Stefano Lorenzetti, a cura di Paolo Fabbri.

 

Domenica 17 settembre, 10.30-17.30 (con pause) Circolo Arci il Progresso (via Vittorio Emanuele II, 135, Firenze, Firenze: Trasformare canzoni. Piccolo cantiere poetico-musicale tra Bob Dylan e Lorenzo il Magnifico, laboratorio a cura di Gianni Guastella e Fabio Lombardo.