
Dramma burlesco al Verdi di Pisa: in scena “Il Girello” di Jacopo Melani. Le marionette di Colla e un interessante cast (con fotogallery)
di LISA DOMENICI
Abbiamo assistito al teatro Verdi di Pisa a uno spettacolo d’altri tempi. Esattamente del carnevale 1682, quando al teatro San Moise di Venezia andò in scena “Il Girello” di Jacopo Melani su testo del romano Filippo Acciaiuli, con prologo di Alessandro Stradella. Era di Pistoia la numerosa famiglia quasi tutta dedita alla musica. Jacopo, figlio maggiore di Domenico , lettighiere del vescovo, poi “campanaio” della cattedrale di San Zeno , e di Camilla Giovanelli, fu il primo di nove figli (sette maschi e due femmine). Il palcoscenico veneziano non fu il battesimo assoluto del Girello che era avvenuto a Roma nel 1668, ma a Venezia si presentava in una nuova versione, introduceva i “fantoccini”, cioè le marionette a cui i cantanti davano voce.
Si tratta di un dramma burlesco all’epoca popolare adesso pressoché sconosciuto. Chi è Girello? Un povero giardiniere al servizio dei nobili, che stanco di subire angherie, con uno stratagemma ribalta la situazione. Questo l’argomento in sintesi estrema, perché la trama è veramente complicata. Comunque lo spettacolo ha catturato il pubblico che riempiva il teatro tutto preso dall’insolito dramma.
Le marionette, quasi ad altezza d’uomo, erano gestite dalle abili mani della compagnia Carlo Colla e parevano con una scenica scienza incredibile, sostituire i cantanti. La regia di Eugenio Monti Colla, li ha collocati in una sorta di teatrino allestito sul palcoscenico con scene molto raffinate. I cantanti erano sistemati in buca con l’orchestra Auser Musici guidati dall’autorevole bacchetta di Carlo Ipata, a cui dobbiamo tanti recuperi barocchi. Le delizie di una musica, che ha il potere di inchiodare gli spettatori sono state le protagoniste di un pomeriggio singolare all’opera (a seguire la fotogallery, ph. Imaginarium Creative Studio).
I cantanti avevano l’arduo compito di interpretare ciascuno più personaggi. Così il basso Giorgio Marcello ha dato voce a Girello, al Mago, Filone e Plutone, i tenori Alberto Allegrezza a Tartaglia e Pasquella, e Riccardo Pisani aOmondo, Odoardo e Inganno , il controtenore Riccardo Angelo Strano a Mustafà e Vendetta e il soprano Jennifer Schittino a Doralba, Erminda e Proserpina. Come definirli? Un preparatissimo cast che ha saputo assecondare lo spirito della partitura burlesca, e rendere il fascino delle situazioni, bizzarre sì, ma non prive di un’ottica morale. Adesso ci piacerebbe uscisse l’incisione discografica.