“Dodici anni dopo”, il sequel di Cavalleria rusticana debutta in versione video al Goldoni di Livorno. La musica è di Mario Menicagli. il libretto in collaborazione con Lido Pacciardi. La recensione di Fulvio Venturi
di FULVIO VENTURI
Un teatro Goldoni affollato ha salutato la première del video-opera Dodici anni dopo di Mario Menicagli su libretto proprio in collaborazione con Lido Pacciardi da un testo teatrale di Giovanni Grasso. La serata è stata organizzata dalla Casa Editrice Sillabe che, con Opera Laboratori e Modigliani produzioni, ha prodotto il video e pubblicato i materiali a stampa dell’opera di Menicagli.
Abbiamo già scritto di Dodici anni dopo in occasione dell’andata in scena di quest’opera a Savona lo scorso mese di novembre e dunque ci sia concessa l’autocitazione.
Si tratta un sequel nato dall’idea di dare un seguito alla Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e come tale è presente in esso la volontà di omaggiare il compositore livornese e la sua opera più nota.
La situazione ambientale è la stessa di Cavalleria rusticana. Sono passati dodici anni ed è nuovamente Pasqua. Santuzza è chiusa nel suo mai sopito dolore, è ancora bella, desiderabile, ma rifiuta il contatto con altri uomini. Mamma Lucia è uscita di senno. Dall’unione di Santuzza con Turiddu è nato un bambino che si chiama come il padre e i coetanei dileggiano quale bastardo. Nuova acquisizione rispetto all’opera di Mascagni, uscita per intero dalla pièce teatrale di Verga, la figura di Zu Brasi, che offre riflessioni e saggezza. Lola è sempre la stessa, forse ha avuto altri uomini e canta vanamente la sua bellezza. Alfio, appena uscito dal carcere dopo aver scontato con dodici anni di reclusione l’uccisione di Turiddu, esprime la sua amarezza, il suo pentimento. Se le situazioni psicologiche sono diverse, è come se il tempo si fosse fermato su quel paese siciliano e alcune situazioni musicali se non riecheggiano, sicuramente rimandano a Cavalleria rusticana, la grande preghiera corale, l’intermezzo, il brindisi, una sensazione di sole, di luce.
Quello che sorprende, e neanche più di tanto conoscendo Menicagli, è il finale positivo, inneggiante alla pace e al perdono di Dodici anni dopo, che nasce per bilanciare il repentino e tragico epilogo di Cavalleria rusticana.
Il video è stato realizzato con la regia di Valerio Groppa e, ambientato nella assolata Fortezza Vecchia livornese, vede la partecipazione di Noemi Umani, Athos Bonucci, Luca Salemmi, Stavros Mantis, Laura Del Rio, Nicola Pecci, Patrizia Amoretti, Costanza Gallo. Le voci sono quelle di Noemi Umani, Santuzza, Yina Qiu, Turidduzzu (il figlio di Santuzza e Turiddu), Min Kim, Zu Brasi; Stavros Mantis, Alfio; Mae Hayashi, Gna Lucia; Laura Del Rio, Lola; Luis Javier Jimènez, Pietro (il nuovo pretendente di Santuzza, respinto); Costanza Gallo, Filomena. La parte musicale, diretta da Mario Menicagli, è stata assolta dall’Orchestra della Fondazione Goldoni di Livorno, dal Coro della medesima istituzione, guidato da Maurizio Preziosi e dalle “voci bianche” istruite da Costanza Gallo.
Gabriele Rizza ha presentato la serata chiamando sul palcoscenico del Goldoni il regista Valerio Groppa, Mario Menicagli, Giulia Perni in rappresentanza di Sillabe e gli interpreti. È seguita la visione del film. Fra gli applausi generali le impressioni del regista, dei cantanti-attori, di Menicagli e Perni hanno concluso l’evento.