Devozione e testimonianze artistiche per beata Giulia: una mostra dall’8 settembre al Palazzo Pretorio di Certaldo Alto
Domenica 8 settembre 2019 alle ore 16,30, ingresso libero, nel Palazzo Pretorio di Certaldo Alto, si inaugura la mostra Devozione e testimonianze artistiche per beata Giulia, un percorso espositivo ideato e realizzata a settecento anni dalla morte e a duecento dalla beatificazione della certaldese Beata Giulia Della Rena (Certaldo, 1319 – 1367), che ricostruisce, attraverso l’esposizione di opere d’arte, arredi sacri, oggetti liturgici, pannelli storico descrittivi, sette secoli di culto e di relazioni con lo sviluppo storico, antropologico e culturale del territorio.
La mostra, a cura di Alessandro Bagnoli, Patrizia La Porta, Sabina Spannocchi, è il frutto di un lavoro di ricerca durato oltre un anno, grazie al quale è stato possibile ricostruire il rapporto tra fedeli, istituzioni, luoghi e pratiche religiose sviluppatosi intorno al culto di Beata Giulia nei secoli; dal 1372, anno in cui con la realizzazione di un primo altare fu acclamata come santa dal popolo, alla beatificazione avvenuta ufficialmente nel 1819 e fino ai giorni nostri.
Per la prima volta la mostra riunirebbe insieme le opere dedicate a beata Giulia che ancora si conservano a Certaldo, presentando alcuni manufatti di particolare pregio restaurati per l’occasione, in un percorso che, a partire dal Palazzo Pretorio, conduce poi a visitare i diversi luoghi di culto di ieri e di oggi di Certaldo, scoprire le relazioni che questi hanno avuto con il culto della beata e mostrare anche quali filoni ulteriori ricerche e restauri potrebbero essere fatti per completare questa ricostruzione.
- L’itinerario parte quindi dalle sale del Palazzo Pretorio, dove vengono esposte per l’occasione alcune opere restaurate ed una serie di apparati didascalici che illustrano tutto il percorso ed introducono i vari argomenti. Fra queste: il preziosissimo paliotto – telo che fungeva da ornamento dell’urna – ricamato con fili d’oro e d’argento con al centro un’inedita immagine della beata trasportata da due angeli, e quattro sculture lignee; quattro sculture lignee dell’altare ottocentesco, opere che grazie a questo lavoro di ricerca può essere per la prima volta attribuita al senese Antonio Rossi. Quest’ultime provengono dalla monumentale cappella fondata nel 1850 sul fianco sinistro della chiesa dei Santi Jacopo e Filippo dall’Opera di beata Giulia e smantellata nel 1966, cappella le cui componenti sono state recuperate e documentate proprio grazie al lavoro di ricerca preliminare alla mostra. Il percorso della mostra approfondisce la scelta di Giulia in rapporto alla religiosità del tempo, all’esempio delle sorelle maggiori Fina e Verdiana, all’ordine agostiniano e al contesto storico culturale, sottolineando le tangenze con il contemporaneo certaldese Giovanni Boccaccio. Dall’altro ricostruisce tramite le indicazioni documentarie la storia della devozione alla beata attraverso gli arredi, le opere e gli oggetti di culto a lei dedicati fin dal 1372. Nel museo di Arte Sacra, nella cella e nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo sono particolarmente valorizzate le opere facenti parte del circuito della mostra che ha un’importante appendice anche nella prepositura di San Tommaso Apostolo dove si conserva l’antico crocifisso ligneo, che la tradizione popolare venera per i suoi poteri taumaturgici e che identifica con quello davanti al quale la beata certaldese dovette pregare. Una mostra che dal castello medievale prosegue fino al paese basso, nella Propositura di San Tommaso Apostolo, riannodando i fili tra passato e presente.
La mostra Devozione e testimonianze artistiche per beata Giulia, nasce da un’idea del proposto di Certaldo, Don Pierfrancesco Amati, raccolta e sostenuta dall’amministrazione comunale di Certaldo con l’allora assessore alla cultura, Francesca Pinochi, realizzata grazie al lavoro di tre storici dell’arte di origini certaldesi ma professionalmente attivi in vari enti ed istituzioni: Alessandro Bagnoli dell’Università di Siena; Patrizia La Porta, direttore scientifico del Museo di Casole d’Elsa; Sabina Spannocchi, docente all’Istituto Ferraris Brunelleschi di Empoli. I tre storici, nella veste di ricercatori prima e curatori poi, hanno potuto realizzare questo lavoro grazie all’appoggio ricevuto dalle maggiori istituzioni religiose e culturali del territorio: l’Arcidiocesi di Firenze, la Regione Toscana, la Soprintendenza ABAP di Firenze, l’Università di Firenze, la Società Storica della Valdelsa, l’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio.
Info mostra: tel. 0571 656721 – www.comune.certaldo.fi.it