Crisi climatiche, idrogeologiche e migratorie: cosa fare per tutelare le aree a rischio. Confronto fra 120 esperti al G7 della cultura a Firenze. Lectio magistralis del prof. Cardini
Nell’ambito del G7 della Cultura di Firenze, si è svolto venerdì 31 marzo 2017 nel complesso della SS. Annunziata il Forum della Partecipazione su patrimonio e sostenibilità, promosso da Icomos – Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti, nel suo ruolo consultivo dell’Unesco.
Un convegno a cui hanno preso parte oltre 120 tra esperti internazionali, sindaci, amministrazioni, rappresentanti di associazioni di tutela, tra cui Wwf, Slow Food, Lega Ambiente, Lipu, per confrontarsi sul tema Città Sostenibili e Comunità, tra gli obiettivi delle Nazioni Unite per il 2030, con l’intento di pianificare azioni concrete per la tutela delle aree a rischio e fronteggiare le crisi globali climatiche, idrogeologiche, migratorie, dando responsabilità e legittimità alle associazioni di salvaguardia e alle comunità locali.
Tra gli interventi da ricordare quelli dello storico Franco Cardini (nella foto) con la lectio magistralis “Dal declino della modernità a nuovi modelli comunitari”; diToshiyuki Kono, vice presidente mondiale Icomos; Franco Bernabé, presidente commissione nazionale per l’Unesco; Maurizio Di Stefano, presidente emerito di Icomos Italia; e Pietro Laureano, presidente del Comitato italiano Icomos.
È stato proposto un modello basato su inclusività, manutenzione, bellezza del paesaggio, sanità dell’alimentazione, tracciabilità, riciclo, attribuendo un ruolo fondamentale alla conoscenza e auto valorizzazione locale e ponendo in primo piano i valori umani. Particolare attenzione alle aree colpite da terremoti, in cui sarà fondamentale non separare l’intervento immediato dalla compatibilità ambientale e sociale, fornendo subito abitazioni in grado di risparmiare acqua ed energia e avere qualità urbana. Nel chiostro della SS. Annunziata, infatti, è stato esposto uno spaccato di casa bio mimetica, modulare, assemblabile, fornita con dispositivi di risparmio di acqua ed energia, in grado di reagire in modo differenziato e flessibile alle sollecitazioni meccaniche risultando antisismica e a quelle meteorologiche.
Pietro Laureano, presidente sezione italiana di Icomos – la più grande organizzazione non governativa mondiale per i beni culturali e l’unico organismo per i monumenti e siti Unesco e il patrimonio sia materiale che immateriale – durante il suo intervento ha dichiarato: “L’obiettivo è superare la visione monumentale e aulica del patrimonio, la conservazione in sé, per rivolgere l’attenzione a manutenzione, beni della vita quotidiana, gestione del cambiamento, paesaggio, ecosistemi e persone che hanno realizzato tutto questo. Dobbiamo scavare sempre più nella enorme ricchezza di significati dei luoghi, delle tradizioni, delle pratiche sociali, per renderli narrazione e strumenti di valorizzazione e benessere. Sono passati oggi 30 anni dal rapporto Burdtland, quando per la prima volta si coniò il termine “”sostenibilità” e finalmente le Nazioni Unite, nella assemblea mondiale di New York del 2015 dove è intervenuto anche Papa Francesco, hanno adottato una risoluzione rivoluzionaria che impegna i governi su 17 obiettivi strategici da realizzare attraverso azioni locali concrete. I negoziati globali sono sottoposti all’alea dei cambiamenti di governo ma i progressi fatti nelle esperienze e aspirazioni delle comunità per avere un mondo più giusto, sano, ospitale per l’intera umanità e gli altri organismi viventi, trasmissibile alle generazioni future, sono acquisizioni che nessuno può cancellare. Svilupperemo esperienze e azioni in città, villaggi e aree rurali e le promuoveremo come buone pratiche a scala internazionale. Solo facendo leva sulle comunità e la responsabilizzazione della gente potremo rendere possibile il futuro che vogliamo. Impareremo dalle conoscenze tradizionali e la sapienza antica utilizzandole per soluzioni innovative e una nuova tecnologia verde e non invasiva. Lavoreremo per l’inclusione di tutti, compreso gli immigrati, nella integrazione della identità storica locale con l’apporto di variegate sensibilità e culture consapevoli che la diversità e un fattore di creatività, innovazione e successo. L’Icomos è impegnata direttamente da sempre nelle aree colpite dai conflitti. I soci sono profondi conoscitori di quel grande patrimonio e sono sempre rimasti presenti nel loro ruolo anche nei momenti più difficili della crisi, pagando di persona anche con il sacrificio più alto. Purtroppo proprio il successo del patrimonio lo ha reso bersaglio per procurarsi notorietà, soldi o effettuare ricatti criminali. Non dimentichiamo in Italia i terribili momenti della strage dei Georgofili operata dalla mafia contro la Galleria degli Uffizi di Firenze. L’Icomos comunicando il patrimonio costruisce nelle menti delle genti la consapevolezza che distruggendo i monumenti si uccide se stessi e si preclude un futuro di identità e benessere alle nuove generazioni. Le azioni criminali contro il patrimonio si ritorcono contro chi le compie. I membri dell’Icomos dei paesi colpiti dal conflitto, i ragazzi mussulmani impegnati in prima persona per difendere la loro terra, gli uomini e le donne di quei luoghi hanno ancora maggiori motivazioni, argomenti e possibilità di successo”.