CORONAVIRUS. L’Istoreco di Livorno mette su YouTube filmati sulla Resistenza realizzati in occasione del 75° della Liberazione. Ma ci saranno anche le “Letture in compagnia”
L’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea di Livorno (Istoreco), considerata la situazione nella quale tutti ci troviamo, ha deciso di cercare di stare vicino a tutti suoi sostenitori ed amici con alcuni interventi virtuali, postati sul sito e sulla pagina facebook e, a partire dal 1° aprile 2020, con la messa in onda su youtube di filmati sulla Resistenza realizzati in occasione del 75° della liberazione della Toscana tramite il sostegno della Regione Toscana e il coordinamento dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana di Firenze e altri prodotti dal nostro stesso Istituto.
Cercheremo anche durante tutto il mese di aprile di inserire nella rubrica che abbiamo chiamato: Letture in compagnia brani legati al tema della Liberazione del paese e in particolare riallacciabili con la nostra storia e la storia della Resistenza nella provincia di Livorno. Anche se non mancheranno pagine di riflessioni di natura più generale.
Abbiamo deciso di fare delle inserzioni leggere, non accompagnate da nessuna spiegazione di tipo scolastico o approfondimento, per una ragione molto semplice. Crediamo che in questo momento, così difficile per tutti, il bisogno primario di ciascuno sia quello di non sentirsi solo. Da parte nostra avviare una condivisione di suggestioni, attraverso testi scritti di prosa, testi poetici, video, che siano offerti aperti al nostro pubblico, per essere fruiti nel modo più libero e autonomo possibile, c’è sembrata la scelta più bella, più opportuna. Letture in compagnia più che riflessioni già pronte all’uso, diciamo impacchettate. Non lezioni di storia, ma condivisione di storie, dove noi che mettiamo in rete il materiale (se volete potete proporci qualcosa anche da casa), ci sentiamo vicini con semplicità ma anche con sensibilità, a tutta la comunità umana che, come noi, è chiusa nelle proprie case, case nelle quali è anche spesso sola.
Le nostre risorse umane e materiali non sono importanti, vengono tutte dalle quote dei soci istituzionali e non, dai progetti ai quali partecipiamo, sono risorse spesso conquistate con fatica e non sempre sicure, ma abbiamo deciso di continuare a valorizzarle anche da casa per mantenere vivo il legame con i nostri sostenitori, con i nostri amici, con quelli che ci hanno seguito, fino a quando è stato possibile, con le loro persone, persone intese in senso fisico, le decine e decine di docenti, le centinaia di studenti con i quali entriamo in contatto con i nostri progetti e le nostre proposte. Un pubblico variegato, differenziato per età, per genere, per livello di coinvolgimento, ma sempre un pubblico attento, partecipe e solidale. Al quale abbiamo deciso di rivolgerci con le modalità che la rete rende possibili.
Non siamo mai stati appassionati del virtuale. Ci sono sempre piaciute le condivisioni con gli uomini e le donne che mettessero in gioco i loro volti, le loro storie. Ma adesso il virtuale ci viene incontro, e si dimostra per quello che deve essere, un mezzo. Un mezzo potente che ci dà la possibilità di costruire delle catene di incontri, di condividere estratti da memorie, poesie di poeti e poetesse, anche stranieri, pagine inedite di diari di guerra, video narrativi che costruiscono ponti tra ieri, l’altro ieri, e l’oggi, il nostro presente.
Speriamo come tutti che l’emergenza finisca presto; ci adoperiamo affinché ciascuno dei nostri collaboratori ed amici resti a casa, segua le prescrizioni che ci hanno indicato per tornare tutti a vederci di persona al più presto; ma intanto, invece di chiuderci rancorosi nei nostri appartamenti, proviamo ad allontanarci da questo presente, pensare a un presente lontano ed anche assai più difficile del nostro, quando c’era la guerra, quando c’erano le persecuzioni razziali, i bombardamenti. Ricordiamoci che la libertà conquistata, le lotte sindacali e politiche del secondo dopoguerra, sono state dure e difficili, molte cose non sono andate come sarebbe stato logico aspettarsi, ma ricordiamoci che questo Paese ce l’ha sempre fatta. Che grazie all’impegno di molti il paese fu ricostruito, che le sue pagine più oscure come quelle segnate dalle bombe, a cominciare da quella di Piazza Fontana, non hanno vinto. Scrive Enrico Deaglio alla fine del suo bel libro, La bomba. Cinquant’anni da Piazza Fontana (una delle nostre ultime iniziative è stata la sua presentazione): “In fondo, la bomba non vinse”.
Anche in questa vicenda quindi, tiriamo fuori le nostre migliori facoltà, la nostra immaginazione, la nostra capacità di resistenza. Cerchiamo di comprendere che la solitudine, la noia, per gli adulti come per i bambini, sono anche grandi occasioni di riflessione, di percorsi di approfondimento, di conoscenza di noi e del mondo. Noi vogliamo scrivere, tutti insieme, alla fine di questa vicenda: “In fondo, il Coronavirus non vinse”.