CORONAVIRUS. Aggressione verbale (su Facebook) ai giornalisti del Tirreno. Appello al Prefetto e alle forze dell’ordine: contrastare questa escalation
Un’altra aggressione. Scritta su Facebook, ma sempre aggressione è. Contro i giornalisti del Tirreno. Chi ha scritto che “andrebbero presi a bastonate dalla mattina alla sera” non è una persona, non è un cittadino. È semplicemente qualcosa di inqualificabile.
Schiena dritta e sempre grande coraggio voglio dire ai miei colleghi. E posso testimoniare che noi del Tirreno – dico ancora noi, anche se ho lasciato la redazione da qualche tempo (si è giornalisti per sempre e per sempre figli della testata nella quale siamo cresciuti e per la quale abbiamo lavorato) – le cose le abbiamo sempre fatte perbene. Sulle notizie ci siamo sempre buttati a viso e cuore aperti, per scavare, per capire, per cercare di dare un’informazione il più possibile corretta. Si può anche sbagliare, ma siamo persone che sappiamo quello che facciamo e cerchiamo di farlo sempre al meglio. E non ho mai sopportato quel sistema di “sparare sempre sul pianista” (prendo in prestito il titolo di una canzone famosa di qualche anno fa) che sembra essere lo sport preferito di gentaglia – quasi sempre anonima – che ha fatto dell’odio sulla Rete la sua ragione di vita.
Chiedo anche – e mi associo con quanto richiesto da Ordine, Associazione Stampa, Cdr del Tirreno e Fnsi – che le forze dell’ordine prendano le iniziative utili a contrastare questa escalation. La situazione italiana è difficile, molto difficile in questo momento di emergenza coronavirus. Ma lo è anche nel resto del mondo. Basta con la violenza verbale contro chi, ogni giorno, cerca di informare le persone riguardo a quello che sta accadendo. L’informazione è sinonimo di libertà, chi la disprezza e disprezza coloro che lavorano per informare, è persona non degna di vivere nella nostra società democratica.
(Elisabetta Arrighi)
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Ordine dei giornalisti della Toscana
Dopo le aggressioni ai danni di due colleghi, una avvenuta a Livorno e l’altra a Firenze, un nuovo campanello d’allarme ci induce a chiedere un intervento risoluto da parte delle autorità a difesa dai giornalisti in Toscana.
Leggiamo su Facebook un’esternazione di un signore che afferma “che i giornalisti del Tirreno andrebbero presi a bastonate dalla mattina quando si svegliano alla sera quando vanno a dormire”. Lo stesso conclude affermando che i cani sono “comunque sempre migliori dei giornalisti del Tirreno”.
Occorre contrastare subito e in maniera risoluta questo bruttissimo clima: lo stress da pandemia non può trovare sfogo nella caccia o nell’insulto al giornalista. Per questo, l’Ordine dei giornalisti della Toscana ha scritto al Prefetto di Livorno per chiedere che vengano adottate “tutte le iniziative necessarie per contrastare questi atteggiamenti di minaccia e di violenza nei confronti di chi fa informazione”.
L’Ordine ha immediatamente provveduto a segnalare questo nuovo episodio di intolleranza all’Osservatorio nazionale. La Toscana, purtroppo, non è più una felice eccezione nel panorama nazionale e occorre attivarsi immediatamente prima che sia troppo tardi.
Carlo Bartoli
Presidente Ordine dei giornalisti della Toscana
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FNSI e AST
Non si fermano le aggressioni ai giornalisti in Toscana. Dopo quelle fisiche arrivano, ugualmente dolorose, quelle sui social. Su Facebook c’è qualcuno arrivato a scrivere “che i giornalisti del Tirreno andrebbero presi a bastonate dalla mattina quando si svegliano alla sera quando vanno a dormire”. Lo stesso conclude affermando che i cani sono “comunque sempre migliori dei giornalisti del Tirreno”.
La Federazione Nazionale della Stampa e l’Associazione Stampa Toscana prima di tutto esprimono non solo solidarietà e vicinanza ai colleghi del Tirreno, ma si dichiarano disponibili, insieme al Cdr, a intraprendere tutte le azioni necessarie a perseguire l’autore o gli autori di quello che si configura come un grave reato. Si chiede l’intervento del prefetto di Livorno e della Polizia postale. Simili esternazioni non sono soltanto inaccettabili verso professionisti che fanno dell’etica e della deontologia professionale una vera bandiera, ma sono anche intollerabili in un momento come questo, nel quale l’informazione è considerata fondamentale, insieme alla sanità e alla protezione civile.