Codice Rustici, ovvero lo splendore della Firenze del ‘400. Una copia (fac-simile) donata a venti biblioteche italiane
Presentata e donata ad una ventina, tra Biblioteche di Fondazioni bancarie italiane e Biblioteche di prestigiose istituzioni della Capitale, una copia dell’edizione del Codice Rustici un monumento cartaceo allo splendore artistico e religioso della Firenze del primo Quattrocento e uno dei manoscritti più preziosi al mondo. Il cofanetto contenente i due volumi (fac-simile ed edizione critica) è stato presentato nella sede di Acri dal direttore generale dell’ACRI Giorgio Righetti, dalla vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Donatella Carmi (l’istituzione che ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione dall’opera), dalla coordinatrice scientifica Elena Gurrieri, dalla studiosa Nerida Newbigin.
Nell’aprire i lavori Righetti ha ringraziato la Fondazione CRF per questo ”gesto di grande significato che è segno della volontà di valorizzare e conservate un’opera unica”. ” E’ anche la dimostrazione – ha aggiunto – di quanto le Fondazioni di origine bancaria abbiano a cuore la cultura alla quale destinano annualmente circa 270 milioni, il 30 per cento delle erogazioni complessive”. La vice presidente Carmi si è dichiarata ”orgogliosa di poter far entrare questo bellissimo angolo di Firenze nelle collezioni di altre Fondazioni e importanti biblioteche della Capitale”. ”Il Codice – ha aggiunto – è la nostra carta di identità e consideriamo questa operazione un regalo anche per la nostra città che giunge in un anno particolare che vede la nostra Fondazione celebrare il quarto di secolo di attività. Ci sembra il modo migliore per ricordare la nostra storia con la prima opera scritta da un artigiano e non da un letterato”.
Il codice (1448-1453) ha il nome del suo principale curatore, l’orafo fiorentino Marco di Bartolomeo Rustici (1393-1457) che ha raccontato il suo viaggio, reale e simbolico al tempo stesso, da Firenze alla Terrasanta e ritorno arricchendolo di numerosi disegni ad acquerello sui principali monumenti e chiese cittadine di quel periodo, assai fecondo, che segnò l’aprirsi dell’umanesimo. Il cofanetto, una edizione assai pregiata di Leo S. Olschki (47 cm. di altezza e 32 di larghezza, per un peso complessivo, compreso il cofanetto contenitore, di 14 kg), riproduce la versione integrale del manoscritto restaurato per l’occasione e, dal 1812, conservato nella Biblioteca del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze. Il secondo tomo contiene un ricco apparato critico, a cura di Kathleen Olive e Nerida Newbigin, italianiste dell’Università di Sydney, in Australia e coordinato da Elena Gurrieri, responsabile della biblioteca (che cominciò a pensare a questo progetto nel 1997), con testi di Cristina Acidini, Elena Gurrieri, Franco Cardini, Francesco Gurrieri, Timothy Verdon, Katheleen Olive, Nerida Newbigin, Simone Martini, Alice Cavinato, Francesco Salvestrini. Per il suo valore l’esemplare princeps del Codice è stato donato a papa Francesco nella sua visita a Firenze avvenuta nel 2015.