
Balkan Florence Expres al via, super ospite il premio Oscar Danis Tanović (un articolo del critico Gabriele Rizza)
di GABRIELE RIZZA
Torna oltre l’Adriatico il “Balkan Florence Expres”, il festival cinematografico promosso da Oxfam Italia, giunto alla quinta edizione, in programma dal 23 al 26 febbraio 2017 a Firenze. Lo schermo della Compagnia si accende sulle realtà nazionali scaturite dal dissolvimento della Jugoslavia. Un fitto mosaico di immagini e sequenze, fiction e docu, provenienti da Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia, Macedonia, Kosovo, Albania, Montenegro, che disegnano, tra l’ieri o l’oggi, una panoramica su una terra non riconciliata, dalle molte ferite ancora aperte, quanto capace di guardare avanti, oltre gli esasperati nazionalismi e le retoriche rivendicazioni ideologiche.
La finestra aperta dai direttori Cecilia Ferrara e Simone Malacino, mette in luce la densità problematica di un territorio che, fra vecchie contraddizioni, conflitti generazionali, città e campagna, tradizione e innovazione, memoria, voglia di cambiamento e riscatto, nell’Europa del terzo millennio, diventa un filo spinato, un confine in più, un passaggio e una via di fuga per le rotte dei migranti.
Forte della nuova collaborazione stretta col Trieste Film Festival, il Balkan 2017 presenta un ricco cartellone, 19 titoli tra cui 8 anteprime nazionali, espressione di una cinematografia dinamica, qualitativamente e produttivamente in crescita. Ospite d’onore sarà Danis Tanović (Oscar 2002 per “No Man’s Land”) che sabato 25 febbraio presenta il suo ultimo lavoro, “Death in Sarajevo”, Orso d’argento alla Berlinale 2016, un affresco della Bosnia di oggi dove le storie si intrecciano sullo sfondo della città che un secolo fa accese la miccia della Grande guerra. Pure premiata a Berlino nel 2006 per “Il segreto di Esma”, Mirjana Karanović porta a Firenze “A good wife” (applaudito al Sundance e incoronato lo scorso anno a Trieste), storia di una donna che scopre un terribile segreto nel passato del marito, mentre fra i documentari, accompagnati dai rispettivi autori, spiccano “My own private war” di Lidija Zelović, che attraverso materiale d’archivio racconta il trauma della guerra, l’espatrio e il ritorno, visti con gli occhi della stessa autrice rifugiata in Olanda, e “Houston we have a problem” della slovena Žiga Virc, che ripercorre la “leggenda” del presunto programma spaziale di Tito negli anni 60. Tutto su www.balkanflorenceexpress.org