Attraverso l’obiettivo. Foto e immagini in movimento da Livorno al resto del mondo, fra danza, sport, lavoro. Il 9 dicembre (dalle 10 alle 12) il fotografo Paolo Bonciani si racconta e al tempo stesso racconta frammenti della nostra storia. A Livorno proiezione di alcuni suoi audiovisivi al Circolo Arci Di Sorco in via S. Jacopo
“Venerdi 9 dicembre 2022 dalle ore 10 alle 12 darò vita – scrive Paolo Bonciani, fotografo – ad un mio evento attraverso la proiezione di alcuni miei audiovisivi con cui cercherò di tracciare una linea importante relativa ai miei oltre 50 anni di esperienza fotografica.I miei lavori saranno visibili presso il Circolo Arci Di Sorco in via San Iacopo Acquaviva 86. In pratica mostrerò nei miei audiovisivi che sono brevi ma intensi, la durata di un breve brano musicale, un percorso che parte dalla fine degli anni ’60 giungendo fino ai tempi attuali”.
Bonciani si racconta in prima persona: “Ai miei esordi in veste di fotografo, affascinato da quanto stava avvenendo attraverso la trasformazione della città di Livorno registrai con i miei scatti il faro (attualmente nell’ex stanza del guardiano è stato creato un polo museale a cui ho contribuito riprendendo anche il vecchio guardiano), il cantiere navale, la Lips, il cantiere del Neri con il capostipite Tito mentre osserva i lavori, il lavoro dei portuali ecc…sempre con un occhio di riguardo alla tipologia umana. Non contento, per due anni per conto della Regione Toscana, andai a riprendere il mondo contadino della provincia, in particolare gli ultimi mezzadri, infine ripresi anche alcuni aspetti della vita politica di allora attraverso immagini concernenti manifestazioni varie. Con uno dei personaggi del mondo rurale vinsi un concorso mondiale a Mosca, primo su 2000 autori di 42 nazioni. Il premio consisteva nell’invito a trascorrere 15 giorni sul territorio sovietico potendo far foto che poi sarebbero finite in un loro museo. Nei cinque giorni trascorsi a Mosca oltre ad interviste in tv e radio, alla cena ufficiale con il sindaco e Balterman (grande fotografo russo) mi fu chiesto che cosa desiserassi visitare a Mosca. Visto che già amavo la danza, venni ufficialmente invitato al Bolshoj e presentato agli artisti dell’epoca. Da questo meraviglioso evento, nacque il mio desiderio di cimentarmi professionalmente nel mondo della danza. Arrivai a riprendere tutti i più grandi nomi di questo firmamento, da Nurejev alla Fracci, dalla Ferri alla Savignano fino a giungere a Roberto Bolle che ho ripreso giovanissimo e recentemente, vpoi i Momix da cui sono stato incensato più volte per le mie capacità. Non mi sono limitato alla danza classica, ma ho ripreso il flamenco, invitato da Marquez in Spagna per immortalare una sua prima e allestire una mostra fotografica nel teatro, il tango con Dal Zotto ed altri grandi, le danze orientali ecc…Tra l’altro ho ricevuto il Premio Positano per la mia fotografia applicata alla danza. Per chiudere con la danza, sono stato per circa venti anni il fotografo ufficiale di Micha Von Hoecke a Castiglioncello. Dimenticavo la danza sportiva che mi ha fatto girare l’Europa come fotografo ufficiale di una grande Federazione con mostre allestite ogni volta nei vari paesi coinvolti. Infine per le mie foto ho frequentato il basket( corrispondente di Giganti del Basket per tutto il tempo che la pallacanestro livornese è stata all’avanguardia, complice una mia foto che fini sul bollettino mondiale di questo sport e che per l’olimpiadi di Barcellona finì tra le 150 foto più belle degli sport olimpici nel museo più importante di quella città. Infine il rugby con vari servizi su Sport Week della Gazzetta dello sport. Ma anche la vela,il surf, ecc.Sono molto attento alla tipologia umana ed ho realizzato un audiovisivo sui diversamente abili (Mayor Von Frizius di Giannini).Per Livorno, la terrazza Mascagni rappresenta il mio palcoscenico alternativo dove ho realizzato non solo tramonti ed atmosfere ma anche momenti importanti di vita.Mia moglie è andata a Kabul (non ho potuto seguirla perchè già non stavo bene) ed ha registrato un servizio fantastico sul dottor Cairo, l’italiano che dona le protesi a tutte le vittime delle guerre. Ho fatto anche macro fotografia con i fiori selvatici del nostro litorale. Ho insegnato 15 anni di scena presso il Goldoni. Uno spaccato molto ridotto di questo mio impegno si potrà vedere in uno o due dei miei futuri eventi”.