Archeo 3.0, un progetto per coniugare al meglio nuove tecnologie e scavi archeologici

Nuove tecnologie in grado di efficientare qualità e tempi di documentazione degli scavi archeologici, soprattutto quelli caratterizzati da forte urgenza, al servizio di infrastrutture urbane e grandi opere. Questo è Archeo 3.0, il progetto coordinato da Cooperativa Archeologia e finanziato da Regione Toscana che sarà presentato venerdì 26 maggio 2017 alle 14 nell’ambito di “Connessioni – Futuro Remoto”, festa di scienza, tecnologia, innovazione, arte e cultura che si terrà a Napoli in Piazza del Plebiscito, all’interno dello stand Cooperazione 4.0 di Legacoop e Coopfond (Padiglione 5).

Al centro del progetto, inserito nel quadro del POR FESR 2014-2020 e all’interno del bando dei Progetti di Ricerca e Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese, si trova l’integrazione di tecnologie abilitanti per l’efficientamento degli scavi archeologici preventivi, a oggi l’ambito di maggior rilevanza economica della ricerca archeologica (nella foto sopra il titolo scavi in zona Paolo Uccello a Firenze). Nella realizzazione di grandi infrastrutture quali metropolitane, strade, ferrovie, porti e reti interrate di servizi, il tempo per l’accurata raccolta e interpretazione dei dati è un elemento cruciale che determina da una parte la salvaguardia del patrimonio, dall’altro l’impatto in termini di costi. Il valore della committenza pubblica di questo tipo di interventi in Italia è oggi stimabile in circa 150 milioni di euro/anno, quello derivante dall’edilizia privata in circa 100 milioni di euro/anno. A fianco di queste cifre va considerata, naturalmente, la sua valenza indiretta nel determinare i tempi di esecuzione e le varianti progettuali delle opere che, seppur difficilmente quantificabili, superano le cifre indicate di almeno un ordine di grandezza.pompei

Archeo 3.0 mira a un reale avanzamento tecnologico e di processo nella ricerca archeologica, prevedendo lo sviluppo di dispositivi fotonici, elettromagnetici e acustici in grado di raffinare e rendere oggettivi i comuni criteri di riconoscimento dei diversi strati archeologici, basati fino ad oggi su valutazioni empiriche di colore, composizione e consistenza del suolo. Tra le tecniche implementate si annoverano rilievo speditivo 3D, fotogrammetria multispettrale, analisi macrotessiturale e composizionale del suolo, riflettometria acustica e georeferenziazione assistita: un insieme di strumenti all’avanguardia che sarà gestito da un’interfaccia multicanale con l’obiettivo di andare verso una forma di identificazione assistita, svincolata dalle lunghe tempistiche dello scavo tradizionalmente inteso.

Prodotto finale del progetto sarà una stazione archeometrica mobile per la raccolta e gestione del complesso dei dati di scavo (nella foto sopra a destra un rilievo a Pompei, in basso a sinistra uno scavo nell’area portuale di Genova). Una piattaforma senza precedenti allo stato attuale della ricerca, per un significativo aumento di qualità dei servizi e una diminuzione dei tempi di esecuzione, con conseguente contenimento dell’impatto della ricerca archeologica preventiva sulle opere per le quali è richiesta. L’efficientamento di processo prodotto da Archeo 3.0 viene stimato in un sostanziale dimezzamento dei tempi di realizzazione della documentazione dello scavo archeologico che comporterebbe, in termini complessivi, una diminuzione di circa il 25% del tempo necessario a completare le attività sul campo e oltre il 50% dell’attività di analisi e redazione della documentazione post-scavo.genova

Partito a marzo 2017 e con una durata prevista di 18 mesi, il progetto vede nel ruolo di responsabile scientifico Salvatore Siano (ICR – ICVBC), in quello di responsabile di progetto Fabio Faggella (Cooperativa Archeologia), e in quello di responsabile scientifico della parte archeologica Giorgio Franco Pocobelli (Cooperativa Archeologia). Partner di ricerca CNR – Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali, Sesto Fiorentino, e CNR – Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” (IFAC), Sesto Fiorentino. Imprese partner Aeffegroup, Calenzano e Studio Flu, Pisa.

Cooperativa Archeologia, con le sue oltre 150 unità di personale, svolge servizi di archeologia preventiva dal 1981 ed è l’impresa leader nel settore in Italia, con un volume di fatturato specifico di circa 6 milioni di euro l’anno e una importante presenza nel centro-sud, dove si concentra il grosso del patrimonio archeologico italiano e dove maggiore è la prospettiva di sviluppo delle grandi reti infrastrutturali (autostrade, TAV, statali ecc.).