Aprile Jazz, ascolto di rarità discografiche in vinile per capire “Com’è nato il vocalese”. A cura di Lauro Lubrano
Proseguono gli appuntamenti di Aprile Jazz, in vista della giornata mondiale Unesco dedicata a questo genere di musica. Domenica 15 aprile 2018 sono tre quelli in programma (il quarto appuntamento al Chioschino di Villa Fabbricotti è stato annullato a causa di un esposto degli abitanti della zona).
- Si comincia alle ore 15 da Sketch in via Cambini 3 per l’incontro “Com’è nato il vocalese”, ascolto di rarità discografiche in vinile e cd a cura di Lauro Lubrano, presidente dello storico Jazz Club Livorno.
Il vocalese fu uno stile e una tecnica di canto jazz direttamente derivato dal bebop. Nacque ufficialmente negli anni Cinquanta, conobbe un discreto successo fino a metà degli anni Sessanta, poi è rimasto come “pezzo di bravura” nel repertorio di molti cantanti e gruppi jazz e pop. La tecnica del vocalese consiste nel riproporre un famoso assolo già registrato su disco da uno strumentista jazz, non semplicemente vocalizzandolo, ma associando ad ogni nota una sillaba di un testo completo originale, di tipo narrativo, che spesso racconta episodi del mondo del jazz e dei suoi protagonisti.
Si tratta di un fenomeno singolare nella storia del jazz, lontano e diverso da altre tecniche di canto jazz, come lo scat e la variazione della melodia. Mentre infatti in queste forme sia testi che temi possono essere sacrificati e disgregati a piacimento dalla fantasia interpretativa del cantante, nel vocalese è richiesta un’assoluta precisione nella riproduzione sia della parte musicale che dei testi e, almeno apparentemente, questo lascia ben poco spazio all’improvvisazione, che è considerata il vero cardine della musica jazz.
Alcuni esponenti di rilievo del vocalese: King Pleasure, Eddie Jefferson, Annie Ross e Jon Hendricks, ma anche Joni Mitchell, Mark Murphy, Aretha Franklin, George Benson, Georgie Fame, l’italiana Mina, Les Double Six, Manhattan Trasfer, New York Voices, Kurt Elling…
- Sempre domenica 15 aprile, alle ore 19.30 da Kedaicopi – Via degli Ammazzatoi, 8, appuntamento con “Stick Solo” / Nicola Carrai, Chapman Stick.
Nicola Carrai – imprenditore, musicista per passione, inizia lo studio della chitarra all’età di sei anni; a 18 suona il basso elettrico in una rock band per molti anni poi si avvicina al Jazz e, spinto da una irrefrenabile curiosità, negli anni 2000 inizia a suonare il suo strumento attuale, il “Chapman Stick” o più semplicemente “Stick”.
Lo Stick è uno strumento a corde, inconsueto e sconosciuto ai più, che nasce negli anni ’70 a Los Angeles. Creato dal chitarrista Emmett Chapman si suona utilizzando la tecnica “tapping” cioè suonando (tamburellando) le corde con entrambe le mani senza pizzicarle. Lo strumento possiede sonorità che variano da quelle del contrabbasso a quelle della chitarra con un timbro caldo e dolce. Il repertorio va dal Jazz più facile all’orecchio ai brani di Bossa Nova, più conosciuti.
Info e prenotazioni: 3488343409 (possibilità di aperitivo: € 8,00)
—— Terzo e ultimo appuntamento domenicale del 15 aprile alle ore 22 al Frankie Pub – Via de Larderel, 27, con Mauro La Mancuso Trio /More standards for trumpet, hammond and drums, concerto con Mauro La Mancusa, tromba, Matteo Addabbo, organo hammond, Andrea Beninati, batteria.
Mauro La Mancusa, trombettista siciliano di stanza in Toscana, inizia a studiare jazz nel 2012 al JazzLab di Andrea Pellegrini. A partire da allora, alterna la partecipazione in progetti di musica originale (Bengala, Surealistas) con la pratica costante degli standard in compagnia di musicisti come Dimitri Grechi Espinoza, Andrea Pellegrini, Eugenio Corsaro, Peewee Durante, Andrea Mucciarelli, Matteo Bonti, Pietro Borsò. Attualmente studia con Giovanni Falzone e Fulvio Sigurtà presso la Siena Jazz University.
Matteo Addabbo si dedica dal 2002 al pianoforte e all’organo hammond, di cui è uno dei migliori specialisti in Italia. Ha suonato con Gianni Cazzola, Massimo Faraò, Stefano “Cocco” Cantini, Marco Tamburini, Francesco Petreni, Mirco Mariottini, Franco Fabbrini, Andrea Scognamillo, Marialaura Bigliazzi, Ettore Bonafè, Luca Necciari, Stefano Franceschini, Klaus Lesmmann e molti altri musicisti di rilievo. Nel 2016 ha pubblicato “Bugiardi nati”, in trio con Andrea Mucciarelli e Andrea Beninati.
Andrea Beninati, percussionista e violoncellista, è batterista dell’hammond trio di Matteo Addabbo. Ha suonato con molti esponenti di rilievo del panorama nazionale (da Fabrizio Bosso a Giovanni Falzone, da Mirko Guerrini a Stefano “Cocco” Cantini, da Nico Gori a Simone Graziano) e ha registrato (come batterista, percussionista o violoncellista) con Gaga Quartet, Fabrizio Bai, Auralab, Renzo Rubino, Tuna Milk, Giovanni Benvenuti e in altri progetti discografici.
Info: 3391513367