Aggredita Marina Abramović dopo un evento a Palazzo Strozzi dove è in corso la sua mostra. L’artista ha poi voluto incontrare l’aggressore

Aggredita Marina Abramović, protagonista della mostra in corso a Firenze, fino a gennaio 2019, a Palazzo Strozzi. Ecco la dichiarazione ufficiale dell’artista in merito all’accaduto, domenica 23 settembre 2018 nella tarda mattinata. A seguire quella del direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino.

“Il fatto è successo dopo l’ultimo appuntamento in programma nell’ambito della mostra di Palazzo Strozzi ed ero molto felice per come era andato – ha spiegato Marina Abramović – Sono uscita dalla sala dove abbiamo svolto il booksigning e c’erano tante persone ad aspettarmi per una foto o per un autografo. In particolare c’erano tanti giovani che mi stavano dimostrando tanto affetto, che ho sentito tanto qui a Firenze in questi giorni.Tra la folla c’era un uomo sulla quarantina che portava con sé un dipinto raffigurante il mio volto in modo distorto. Si è avvicinato guardandomi dritto negli occhi e io gli ho sorriso, pensando che fosse un regalo per me. In una frazione di secondo ho visto la sua espressione cambiare e diventare violenta, venendo verso di me molto velocemente e con grande forza. Sapete, i pericoli arrivano sempre molto rapidamente, come la morte stessa. E bisogna essere molto vigili per cogliere la sfida. Io non l’ho visto subito.

Tutto ad un tratto mi ha sbattuto in testa violentemente il quadro, intrappolandomi dentro la cornice. Tutto è successo molto rapidamente. Poi le guardie lo hanno isolato e fermato e il direttore Arturo (Galansino, ndr) mi ha portato nel retro del bar nel cortile di Palazzo Strozzi per tranquillizzarmi. Ero sotto choc. Ma la prima cosa che ho chiesto è stata: voglio parlare con lui, voglio sapere perché l’ha fatto. Perché questo odio contro di me?

Tutti sono rimasti molto sorpresi che volessi parlare a questa persona. Ma io sono così. Non fuggo mai dai problemi. Li affronto. Quindi lo hanno portato da me e gli ho chiesto: “Perché l’hai fatto? Qual è il motivo? Perché questa violenza?” Non gli avevo fatto niente. Non l’avevo mai incontrato prima.

Lui ha detto: “L’ho dovuto fare per la mia arte”. Questa è stata la sua risposta.

Per me è difficile capire ed elaborare la violenza. E’ la prima volta che mi succede una cosa del genere. E ancora non riesco a capire. Con la violenza sugli altri non si fa arte. Anche io sono stata una giovane artista non famosa ma non ho mai fatto del male a nessuno. Nel mio lavoro io metto in scena diverse situazioni e metto a rischio la mia vita. Ma questa è una mia decisione e stabilisco io le condizioni.

Dopo tutto quello che è successo sono tornata in albergo. Ho fatto una doccia, mi sono cambiata la camicia e sono uscita di nuovo. In passato mi sarei arrabbiata per un fatto del genere, oggi invece provo compassione. La cosa più difficile è perdonare ma bisogna riuscire a farlo come dice il Dalai Lama”.

Ed ecco la nota di Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi Firenze in merito all’avvenimento di domenica 23 settembre che ha riguardato l’aggressione a Marina Abramović nel Cortile di Palazzo Strozzi a Firenze alle ore 12,30 a seguito della firma del suo nuovo libro di interviste “Marina Abramović Interviews 1976-2018”

“Come direttore della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra “Marina Abramović. The Cleaner”, in corso a Palazzo Strozzi a Firenze (fino al 20 gennaio 2019) – scrive Galansino –  esprimo il mio sentito dispiacere per l’aggressione subita dall’artista nel cortile di Palazzo Strozzi in data odierna. L’episodio si è verificato subito dopo la conclusione di un altro appuntamento di grande successo di pubblico per la firma del suo nuovo libro di interviste “Marina Abramović Interviews 1976-2018”, evento che ha concluso una trionfale settimana di eventi con l’artista a Firenze, culminata nella conferenza pubblica al Teatro del Maggio Musciale Fiorentino a cui hanno partecipato oltre 1.500 persone.Marina Abramović sta bene e non ha subito alcun danno fisico. Dopo le verifiche con le forze dell’ordine ha lasciato Palazzo Strozzi con serenità. Subito dopo l’accaduto ha voluto incontrare l’aggressore per un confronto diretto sulle ragioni di questa azione”.