A Bologna (il 17 febbraio) arriva il virtuoso dell’archetto Julian Rachlin, anche in veste di direttore. In programma Mozart e Beethoven

Un virtuoso dell’archetto come l’austriaco di origine lituana Julian Rachlin, impegnato nella doppia veste di direttore e solista, è il protagonista del concerto con la Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna in programma lunedì 17 febbraio 2020 alle 20.30 all’Auditorium Manzoni; primo appuntamento della Stagione 2020 per la Filarmonica, che da quest’anno abbina la propria proposta sinfonica a quella del Teatro Comunale dentro un unico cartellone. Artista fra i più apprezzati e carismatici del nostro tempo, Rachlin affianca alla trentennale carriera di violinista quella di violista e direttore d’orchestra. Dopo aver vinto nel 1988, a soli 14 anni, l’“Eurovision Young Musician of the Year”, è stato il più giovane solista a esibirsi con i Wiener Philharmoniker sotto la direzione di Riccardo Muti. Recentemente si è imposto anche come direttore con formazioni quali l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, la Israel Philharmonic Orchestra e l’English Chamber Orchestra. Direttore ospite principale della Royal Northern Sinfonia, dell’Orchestra Filarmonica di Turku e dell’Orchestra Sinfonica di Kristiansand, dal 2000 al 2012 è stato l’ideatore e l’anima del Festival “Julian Rachlin & Friends” a Dubrovnik, in Croazia.

Nel duplice ruolo di direttore e solista Rachlin (foto sopra il titolo) interpreta il Concerto n. 3 in sol maggiore K 216 per violino e orchestra che Wolfgang Amadeus Mozart compose nel 1775 assieme ad altri quattro concerti per violino, in piena infatuazione per lo stile galante. Gioiello della produzione giovanile mozartiana, rispecchia la nuova sensibilità sonatistica del tardo Settecento pur avvalendosi ancora dello schema in tre movimenti di tipo vivaldiano. Celebrano invece Ludwig van Beethoven nel 250esimo anniversario della nascita le due pagine sinfoniche del compositore tedesco che Rachlin propone in apertura e chiusura di programma. La prima è l’Ouverture dal balletto Le creature di Prometeo op. 43, messo in scena con successo dal coreografo Salvatore Viganò al Burgtheater di Vienna nel 1801. Della musica composta da Beethoven per questo «grande ballo eroico allegorico» in due atti, che comprendeva sedici numeri oltre all’Ouverture, solo quest’ultima è sopravvissuta come pezzo autonomo. Ancorata al modello mozartiano sul piano costruttivo, si distingue per la levigata eleganza formale già presente nella Prima Sinfonia. La seconda è invece la Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 detta “Pastorale”, eseguita per la prima volta nel 1808 dallo stesso autore al Theater an der Wien. Momento di puro riposo e di visione serena del mondo, la sinfonia è, secondo Beethoven, «più espressione del sentimento che pittura». Non più descrizione oggettiva e distaccata di scene legate alla vita campestre dunque, ma intima comunione dell’uomo e dell’artista con la natura che lo circonda e gli consente di vivere.

I biglietti – da 40 a 15 euro – sono in vendita sul sito www.tcbo.it, presso la biglietteria del Teatro Comunale di Bologna (Largo Respighi, 1) dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15, e a partire da quest’anno anche presso la biglietteria dell’Auditorium Manzoni (Via De’ Monari, 1/2) il lunedì e il sabato dalle 15 alle 18.30. Il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni a partire da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio dell’evento.

Main partner della Stagione Sinfonica 2020 è Intesa Sanpaolo.