Una femmina intrappolata in un corpo maschile: Emma Dante affronta il tema in “Operetta Burlesca”
Un varietà, ma anche uno spogliarello dell’anima, una favola nera raccontata in maniera grottesca: è “Operetta Burlesca”, un’emozionante opera di Emma Dante (ne firma testo, regia, scene e costumi), attesa lunedì 6 febbraio 2017, alle ore 21 al Teatro Goldoni di Livorno per la stagione di prosa (Turno unico). Prodotta dalla compagnia Sud Costa Occidentale da lei fondata nel 1999, “Operetta Burlesca” (nella foto in basso a destra una scena) narra la storia di una sofferenza, della fragilità emotiva di chi rifiuta un’identità, e l’intorno che lo circonda: “Questa storia parla di Pietro, un ragazzo della provincia meridionale – spiega la drammaturga e regista palermitana – Pietro è nato femmina ai piedi del Vesuvio, parla in falsetto, ha un corpo sbagliato e un animo passionale, influenzato dal vulcano. Pietro vive coi genitori, è figlio unico, il padre l’ha messo a lavorare in una pompa di benzina, s’innamora infelicemente un sacco di volte. L’unica sua libertà è scappare a Napoli: ci va a far shopping ma soprattutto a camminare. Al suo rientro, Pietro si chiude nella sua stanza, la stessa di quand’era bambino coi poster attaccati con lo scotch, e si traveste, si mette gli abiti che si è comprato in via Duomo, calza le décolletés tacco 12, sposta i mobili, allarga lo spazio, impila il comodino sul letto, spinge nell’angolo l’armadio… E poi balla”.
Una femmina intrappolata in un corpo maschile, nel contesto di una società retrograda, con una famiglia che si delinea come presenza oppressiva, minaccia fisica e morale, temi già affrontati da Emma Dante (nella foto grande sopra il titolo, dal sito ufficiale) a cui unisce il gioco coreografico e musicale lasciando aperta la strada alla denuncia sociale, che è anche una tematica portante nella sua poetica: “Ho scritto questa storia perché spero che sulle unioni omosessuali l’Italia colmi il ritardo con l’Europa – si legge nella nota a margine dello spettacolo – Perché detesto la repressione del vero desiderio, del talento. E non ammetto tutto questo disincanto, Pietro non ci prova neanche a scappare, del resto a 40 anni è difficile, il suo passato sfuoca, il suo futuro si accorcia. La sua delusione pian piano si trasforma in indifferenza. Ho conosciuto tanti Pietro. Non li ho mai visti ballare. Li ho sentiti monchi, stretti dalla morsa delle loro camerette condominiali. Vorrei vederli ballare, vorrei più spazio per loro”. Considerazioni che in “Operetta Burlesca” prendono vita e forza scenica per una narrazione coinvolgente, reale, che pone molte domande allo spettatore, grazie anche al valore dei protagonisti sul palcoscenico Viola Carinci, Roberto Galbo, Francesco Guida, Carmine Maringola; le coreografie sono di Davide Celona, le luci di Cristian Zucaro.
Con i suoi lavori Emma Dante ha esplorato e continua ad esplorare il tema della famiglia e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia nella quale non manca una punta di umorismo. Diplomata a Roma nel 1990 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, ha vinto numerosi premi tra cui Scenario 2001, Ubu 2002 come novità italiana, premio Lo Straniero come giovane regista emergente, nel 2003 ancora il premio Ubu con lo spettacolo “Carnezzeria” come migliore novità italiana e nel 2004 il premio “Gassman” come migliore regista italiana e il premio della critica (Associazione Nazionale Critici del Teatro) per la drammaturgia e la regia. Nel 2005, vince il premio Golden Graal come migliore regista per lo spettacolo “Medea” e nel 2014 il premio Abbiati ed il De Sica per il teatro, oltre al premio Ipazia all’eccellenza femminile.
Info su www.goldoniteatro.it