A Milano collettiva di 16 scuole e accademia della moda. Lo IED ha sfilato con la collezione DIVISI (Violetta Gancia, Martina Modenese, Marcello Pipitone) inserita nel progetto presentato a Pitti Uomo di giugno 2019 per lo sviluppo di collezioni meno impattanti a livello di inquinamento ed energia

L’Istituto Europeo di Design torna tra i protagonisti dell’appuntamento italiano per eccellenza dedicato ai neo fashion designer, progettisti emergenti del futuro del sistema moda. E lo fa a partire dai concetti di green (tema portante di Fashion Graduate Italia 2019) e di rispetto – intesi come attenzione alle necessità del Pianeta e delle persone, soprattutto per quanto riguarda materiali e processi – sfilando nella collettiva Sustainable Visions, dedicata alle proposte innovative dei neodiplomati nelle migliori fashion school in risposta alle urgenze per un migliore equilibrio ambientale e sociale.  

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Nella collettiva delle 16 scuole e accademie di moda in passerella a fine ottobre, IED ha sfilato con la collezione DIVISI di Violetta Gancia (Fashion Design), Martina Modenese (Fashion Stylist) e Marcello Pipitone (Fashion Design), realizzata per il più ampio progetto “THE TIME IS NOW!”, presentato lo scorso giungo a Pitti Uomo per lo sviluppo di collezioni orientate all’impiego di materie prime e processi meno inquinanti e impattati sul Pianeta a livello energetico e di risorse. 

Partendo dal concetto della divisa, che conferisce un’identità ma al tempo stesso spersonalizza, i 3 outfit maschili della capsule collection rivisitano gli stilemi di questo tipo di capi attraverso look dai volumi inattesi che guardano al futuro, alla versatilità e alla trasformazione continua.

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I capi sono realizzati in tessuti strutturati, con tagli sinuosi e improvvisi innesti. La divisa di partenza diviene ricamo, intarsio ma anche sostanza stessa del capo. Giacche, pantaloni e tute come armature confortevoli sorprendono e attraverso tagli, lunghe zip e aperture, conducono a nuove possibilità di utilizzo. Tra i tessuti scelti, la lana dei capi spalla prodotta da Emmetex con materiale riciclato è certificata GRS (Global Recycled Standard). 

Le urgenze sul piano della sostenibilità trovano posto anche nella sfilata interamente dedicata a IED, in cui l’Istituto Europeo di Design ha presentato in totale OTTO progetti, tra cui un’ulteriore collezione realizzata per “THE TIME IS NOW!”: si tratta dei 5 outfit uomo di HUMAN TRACE, attraverso cui Tatiana Ciardo (Fashion Stylist), Erica Pepe (Fashion Design) e Lidia Vigna (Fashion Design) raccontano la bellezza umana – le sue increspature, la trama della pelle – in un sovrapporsi di panno di lana, ecopelle, organza plissettata e jersey leggero, tessuti prodotti da Texmoda e Miroglio secondo i principi di eliminazione delle sostanze tossiche dell’impegno Detox. 

  • Gli altri 7 progetti sono collezioni di tesi di fashion designer diplomati lo scorso luglio: Arianna Ablondi Pedretti con Recontres, Pasquale De Lise con Dovevo e invece sono, Domenico Del Gais con DOM, Francesco Murano con Ossimoro Plastico, Giuseppe Serra con Sa Mama e Su Sole, Anna Siccardi con Binôme, Zicen Zhang con Under the Dome.
  • A Fashion Graduate Italia 2019 esposte, in una mostra statica, anche le collezioni dei neodiplomati Elisa Aldecca, Gun Amatasin, Giulia Camata, Davide Paietta, Theo Pequin e Gianluca Zippo. 

La direzione artistica delle sfilate e delle esposizioni IED è di Olivia Spinelli.

A completare la presenza dell’Istituto Europeo di Design a FGI è poi il workshop per studenti delle scuole superiori Fa/Re fanzine, diretto dal docente Ruggero Asnago, in cui il do it yourself e il riuso creativo incontrano l’editoria, per un’espressione (a basso impatto) della propria originalità. Si tratta di un laboratorio in cui mettersi alla prova componendo un magazine collettivo, attraverso cui veicolare uno specifico tema. Il workshop si colloca nell’ambito del più ampio progetto IED Fa/Re – Being Cool is Nothing New dedicato all’upcycling in chiave trasversale e presentato durante la scorsa edizione di Milano Fashion Week). 

Sfilata IED a Fashion Graduate Italia 2019 – Gli OTTO progetti 

  1. Domenico Del Gais (Fashion Design)

DOM – collezione uomo, 8 outfit 

Il quadrato come ragione di bellezza. Compatto, crea sequenze ritmiche per la pura contemplazione. Inalterabile, costruisce reti flesse in moti rigorosamente simmetrici. Intangibile e certo, si articola in una serie di volumi densi, saldi, schierati senza esitazione sulle superfici morbide e tese. Uno nuovo spirito di modernità attraversa la figura di questi alabardieri, lo sguardo verso una ristabilita analisi dello spirito.

2. Giuseppe Serra (Fashion Design)

Sa Mama e Su Sole – collezione donna, 6 outfit

Cosa proibita, scura il sole. Più scura del sangue. L’ora sesta si consuma dietro mute pareti di tufo che annullano il tempo, dietro il bianco e nero asciutto e la ripetizione dei gesti. In silenzio, le donne dispongono i rapidi bagliori emananti dalle frange seriche delle proprie vesti, dagli intricati disegni della buttonera in filigrana d’argento. Sono vestali a custodia di un mistero domestico, officianti per un rito di sobrietà.   

3. Pasquale De Lise (Fashion Design)

Dovevo e invece sono, collezione uomo/donna, 6 outfit

La ragione esiste, ma il sogno è più forte. O, forse, sono la stessa cosa? Muovendosi lenta su una corda sottile, la mente plasma il corpo, caricandosi in spalla le connotazioni del passato. È un dilemma culturale e l’unica risposta è l’astrazione: il corpo viene messo in questione, i sintagmi che lo compongono destrutturati per non venire più ricomposti. I volumi si aprono, scendono, salgono, spostano le funzioni del corpo, lo annullano.  

  1. Anna Siccardi (Fashion Design)

Binôme – collezione donna, 6 outfit

Portrait d’une dame en costume de l’amazone. L’incedere aristocratico e la perfetta uniforme proiettati su uno schermo urbano. Il risultato è classico: la complessità odierna non dimentica il passato ma lo filtra, restituendo la fusione di due anime. La linea nitida, lo schema cromatico sorvegliato, la discreta combinazione di diverse sensazioni tattili contribuiscono a produrre il distillato raffinatissimo di un’intera cultura.  

  1. Zicen Zhang (Fashion Design)

Under the Dome – collezione uomo, 6 outfit

La città/il cielo – denso fumo bianco, le finestre accese lontane, la superficie solcata dai viadotti. 

La città/continua – una sola alta muraglia, una lunga distesa d’asfalto sulla quale incedono ciclopi e automi, il capo rasato a zero, le corazze opache e morbide scivolano sui fianchi, colore del fumo.

Le città/l’occhio – coperto da una spessa maschera, scorge appena la sconfinata struttura, senza piazze.

La città/ricorda – il corpo respira sotto la tuta da lavoro, apre le tasche, cerca la via d’uscita. L’occhio si proietta su una distesa marina, diventata cielo. 

  1. Francesco Murano (Fashion Design)

Ossimoro plastico, collezione donna, 8 outfit 

Una nobile figura celeste, un’amazzone dalla bellezza casta e sovrumana. L’abito si scioglie e si stabilizza sulla pelle, diventa un recipiente eburneo preparato per giochi di luce e ombra immutabili. La struttura, apollinea e trasparente come un cristallo, si apre alla piega in una serie infinita di falde scolpite. Il panneggio si alza, le illusioni iniziali diventano sensazioni di gloria e leggiadria, la vita si trasforma in teatro.  

  1. Tatiana Ciardo (Fashion Stylist), Erica Pepe (Fashion Design) e Lidia Vigna (Fashion Design) 

HUMAN TRACE, 5 outfit uomo, collezione per il progetto IED THE TIME IS NOW!/

Un’esplorazione dei volumi dell’abbigliamento maschile attraverso tessuti morbidi, pieghe e plissé. I tessuti si muovono creando increspature e linee definite. Diverse texture e pesi completano la collezione

che vede sovrapporsi panno di lana, ecopelle, organza plissettata e jersey leggero quasi trasparente, tessuti prodotti da Texmoda e Miroglio secondo i principi di eliminazione delle sostanze tossiche dell’impegno Detox. Grazie ad una scelta sapiente dei colori neutri e a lavorazioni ricercate, il team Human Trace racconta della bellezza umana, delle increspature e della trama stessa della pelle. Impunture e ricami di pizzo a chiacchierino si fanno impronte digitali sul tessuto.

  1. Arianna Ablondi Pedretti (Fashion Design)

Rencontres – collezione uomo/donna, 8 outfit 

Le case sono teatri, mosse dal vento e dal sole luccicante. 

Le finestre spalancate, i panni stesi luccicano: flessi, ritorti, ciascuno ha un nome proprio e salta.

Saltano i davanzali, in un cerchio si aprono e flettono i busti monocromi, oscillano come colonne tortili i pantaloni. Il vento fa oscillare e gonfia i panni drappeggiati, scivola una spalla, una spallina si alza.  Di corsa, all’uscita dal portone, attendono i nontiscordardimé. Uniti nella sequenza coreografica, les jeunes diables ne peuvent pas attendre.