Apritiborgo a Campiglia Marittima: cinque giorni di festa con migliaia di persone. E sulla pagina Facebook raggiunte quasi 100mila persone in pochi giorni
Una quindicesima edizione di Apritiborgo a Campiglia Marittima (dall’11 al 15 agosto 2019) all’insegna della gratificazione, per un risultato complessivamente superiore rispetto a quello dell’anno precedente. Migliaia gli spettatori “reali” e tanti gli appassionati del genere che seguono Apritiborgo sui social media, la pagina Facebook e il profilo Instagram del festival hanno raccolto l’interesse di molti fan con oltre 96mila persone raggiunte dalla pagina Facebook solo negli ultimi giorni.
Alberto Masoni, direttore artistico dell’evento (Terzostudio), analizza a caldo l’esito: “Il successo di pubblico è stato pieno, un risultato numerico da sottolineare per le presenze avute nei cinque giorni. Quando si riesce a mettere in piedi un programma di qualità premia sempre. Quando si ha il gusto dell’essere stati presenti a un evento e si trasmette agli altri questa esperienza è una tra le migliori referenze che l’evento stesso possa avere. Ci sono stati tanti ottimi spettacoli di genere diverso per tutti i pubblici che hanno attratto e hanno confermato il gradimento per il festival niente affatto logorato dalle tante edizioni, anche perché nel tempo ha saputo rinnovarsi e ha avuto sempre qualcosa di nuovo da dire, in particolare, la formula a tema di questi ultimi anni riesce a stimolare la creatività perché costringe a misurarci in una specie di sfida”.
La sindaca Alberta Ticciati, che per la prima volta insieme alla giunta ha vissuto Apritiborgo in veste di prima cittadina, commenta: “Un ringraziamento sentito alla macchina organizzativa, ai dipendenti comunali, ai volontari e alle ditte che con noi hanno collaborato per garantire la riuscita dell’evento. Un’atmosfera magica che ha accompagnato per cinque giorni la vita di Campiglia, dove ogni vicolo, ogni piazza, ogni angolo ha saputo raccontare, grazie anche alla bravura degli artisti, un pezzetto della nostra storia”.
Spettacoli e temi. Tutti molto apprezzati dunque gli spettacoli, e non è facile citarne qualcuno ma dovendo ricordare questa edizione, dal sottotitolo “La memoria è conoscenza” la mente va subito a “Il Guanto di Velluto”, tratto dal racconto di Emilio Guardavilla, vincitore del concorso letterario “Raccontare Campiglia” (Bandito da Ente Valorizzazione ed Edizioni il Foglio) trasposto per il teatro e interpretato da Samuele Boncompagni (Compagnia Noidellescarpediverse), esperto di storie di sport e che in 20 minuti riporta a galla una Campiglia antica attraverso la storia di Rudi, giovane che grazie al servizio militare scopre la boxe sul ring dopo averla sperimentata rudemente su e giù per le strade del paese. Dal Mago dei pappagalli Gigi Speciale nel teatro Mannelli sempre stracolmo di bambini alla Compagnia Trioche dove la musica classica e celebre dal vivo si è fusa nell’anfiteatro della Rocca con la comicità esilarante che questi artisti poliedrici sanno far vibrare tra il pubblico. Un festival in cui la memoria è stata declinata nella riscrittura di fiabe e nel racconto itinerante nella parte curata dall’Accademia di Belle Arti (Corso di scenografia) con il docente Massimo Mattioli. E di memoria ancora si parla quando si ritrovano nella variegata gastronomia presente i sapori e i profumi locali. Memoria anche nelle realizzazioni artigianali che si rifanno al passato o che ricercano, attraverso il recupero di materiali usati, le radici di un oggetto che si trasforma e prende nuova vita dalla creatività. La particolarità di ogni angolo di Campiglia fa il resto.
Alto il numero di spettatori stimati in totale sia dai biglietti venduti sia dai detentori di pass per il centro storico (residenti e pernottanti).
Di particolare importanza per la macchina organizzativa la disponibilità dei dipendenti comunali che quest’anno sono stati coinvolti con un progetto di gestione delle biglietterie oltre che la gestione generale del festival dal punto di vista tecnico. E poi i volontari delle associazioni locali che hanno coadiuvato nell’accoglienza e garantito l’assistenza e il presidio medico.