Arte orafa, il Premio Armando Piccini – Heritage for the future assegnato a Monica Ricci, Lucrezia Matteucci e Diletta Fiaschetti. La cerimonia sulla terrazza di Ponte Vecchio
- Il 24 maggio 2019 dalle ore 18.00 alle 22.00, sulla terrazza centrale del Ponte Vecchio, si terrà la premiazione dei vincitori della prima edizione del concorso indetto dalla Maison di alta gioielleria Fratelli Piccini in occasione dei suoi 115 anni di attività.Il Premio ‘Armando Piccini – Heritage for the future’, promosso e realizzato dalla Maison fiorentina di alta gioielleria Fratelli Piccini con il fondalmentale supporto di OMA – Osservatorio Mestieri d’Arte e di LAO – Le Arti Orafe Jewellery School – è stato creato con l’intento di avvicinare i giovani alle antiche botteghe orafe e formare nuove maestranze. La prima edizione del Premio, riservata ai giovani di nazionalità italiana aventi dai 18 ai 29 anni, ha riscosso un notevole successo di adesioni e non è stato facile, per la giuria internazionale, composta da professionisti affermati nei settori della gioielleria, del design, della moda, dell’artigianato e del lusso, scegliere i progetti vincenti. Ed è proprio alla loro presenza, oltre ad alcune personalità di spicco del panorama fiorentino e delle istituzioni, che saranno premiati i 3 vincitori delle borse di studio, durante un cocktail sulla splendida terrazza del Ponte Vecchio, proprio accanto alla sede storica della Maison fiorentina.
Il tema della prima edizione del Premio è stato il dover reinterpretare uno dei gioielli del trittico noto come ‘Leggerezza’, spille a forma di colibrì disegnate e realizzate dal pluripremiato artista orafo Armando Piccini, che a soli 22 anni si aggiudicò il primo premio alla ‘Biennale di Venezia’ del 1936 con quattordici gemme incise a mano, esposte oggi presso il Museo ‘Il Tesoro dei Granduchi’ a Palazzo Pitti, oltre a due International Diamond Award a New York e Buenos Aires. I futuri designer avevano il compito di far sì che i loro lavori si distinguessero per creatività, abilità tecnica, identità, stile e vestibilità. Il primo classificato al concorso avrà diritto a una borsa di studio del valore di 13.000 euro per la frequentazione di un corso pratico-teorico annuale di 900 ore in Oreficeria. Inoltre il disegno del vincitore sarà realizzato dagli orafi della Maison Fratelli Piccini e rimarrà in esposizione presso l’atelier Fratelli Piccini per due mesi dall’avvenuta premiazione. Il secondo classificato avrà diritto a una borsa di studio del valore di 9.000 euro, per la frequentazione di un corso pratico-teorico annuale di 700 ore in Disegno del Gioiello. Un ulteriore premio speciale sarà assegnato da Elisa Tozzi Piccini al partecipante che riterrà aver meglio interpretato lo spirito creativo di Fratelli Piccini con una borsa di studio del valore di 4.200 euro per la frequentazione di un corso pratico semestrale di 300 ore di incisione su lastra. I corsi si terranno presso la sede di LAO – Le Arti Orafe Jewellery School. La premiazione sarà anche l’occasione per presentare in anteprima la seconda edizione del Premio Armando Piccini, un concorso che apre le sue porte a tutti gli aspiranti designer a livello internazionale.
“Per la nostra famiglia è una sorta di ritorno alle origini – dichiara Elisa Tozzi Piccini, amministratore delegato di Fratelli Piccini Spa – a quando nel laboratorio mio zio Armando insegnava e tramandava i principi dell’arte orafa, le più raffinate tecniche di manifattura, l’incisione e l’incassatura. Questo premio, in un mondo che sta lentamente tornando alla ricerca dell’essenza e del vero valore delle cose, della unicità e della eccellenza reale, tangibile, del fatto su misura, vuole spronare i giovani appassionati di design, di oreficeria e di gioielleria ad abbracciare questo meraviglioso mondo. Con passione, con dedizione, abbracciando un’eredità senza uguali per costruire un brillante futuro. Sporcandosi le mani. Perché è da questi principi che nascono gli artigiani e gli artisti migliori, capaci di emergere e far emozionare”.
“Siamo lieti di essere giunti all’assegnazione dei premi della prima edizione del Premio Armando Piccini – afferma Luciano Barsotti, presidente dell’Associazione OMA – Osservatorio dei Mestieri d’Arte. Questa iniziativa ha il grande merito di dare una possibilità ai giovani talentuosi di emergere e inoltre accende un faro sull’importanza di trasmettere gli antichi saperi alle nuove generazioni per garantire un futuro alle eccellenze dell’artigianato”.
Il fondatore di LAO – Le Arti Orafe Jewellery School – Giò Carbone ha aggiunto: “Il concorso immaginato da Elisa Tozzi Piccini è una bellissima occasione per gli studenti degli istituti d’arte, che potranno esercitare la loro creatività nella progettazione di un gioiello contemporaneo partendo da un tema tradizionale. La nostra scuola è lieta di contribuire a questo progetto in sintonia con la nostra filosofia: frequentare la contemporaneità senza tralasciare il nostro patrimonio tradizionale.” Infine, al termine dei tre corsi di formazione, è previsto per tutti i vincitori un tirocinio trimestrale presso un’azienda orafa artigiana, in linea con le indicazioni del progetto Giovani Sì, organizzato e promosso da OMA.
LA GIURIA INTERNAZIONALE
Arti Orafe: Elisa Tozzi Piccini ; Artigianato Artistico: Neri Torrigiani ; Design: James T. Martin ; Moda: Andrea Cavicchi ; Lifestyle: Alejandra Cicognani.
I VINCITORI DEL PREMIO ARMANDO PICCINI
Primo Premio assegnato a: Monica Ricci, 25 anni, nata e cresciuta a Firenze. Ha frequentato l’Istituto d’Arte con indirizzo di Decorazione Pittorica, prendendo il diploma di Maestro d’Arte e di Arti Applicate. Finiti gli studi superiori ha frequentato la Scuola di Arte Sacra della durata di un anno, che mi ha dato la possibilità di aprirmi a 360 gradi, con nozioni di disegno anatomico, scultura, ebanisteria e soprattutto oreficeria, ampliando il mio bagaglio di conoscenze acquisito in precedenza. “Ogni lavoro è una scoperta nuova, non solo un processo meccanico. L’oreficeria parte dalla progettazione, quindi dal disegno, fino ad arrivare all’oggetto finito, solido, plasmato dal metallo, ma che può diventare Arte, quando si contestualizza per voler esprimere un concetto. Ho realizzato una spilla con due colibrì in volo simmetricamente opposti che si completano creando un cerchio, unendo la coda al corpo dell’altro. Così come il gioco di colori, con l’oro bianco e l’oro giallo che si alternano, a loro volta impreziositi da dettagli di rubini, smeraldi e diamanti. La spilla dovrà essere realizzata cesellando il corpo per dare sinuosità al metallo, creando ancora più profondità data dalle ali, rispettivamente su piani prospettici differenti. La lavorazione sul corpo, incisa con la ciappola rigata e la scelta dei colori dell’oro, richiamano lo stile fiorentino come omaggio a Firenze e all’arte che ancora oggi viene portata avanti con passione ed amore. E’ una ricerca di equilibrio, che resta sospesa in volo come una danza chiudendosi in una forma circolare tra i becchi opposti dei colibrì. Apparentemente immobile ma in eterno movimento, è lo sguardo rivolto in basso al passato e in alto al futuro: poiché l’uno non può esistere senza l’altro.”
Secondo Premio assegnato a: Lucrezia Matteucci, 24 anni, diplomata in design e arte dei metalli al liceo artistico. Ha effettuato tirocini in piccole aziende di oreficeria e in studi di design. Ha vissuto quattro anni a Valenza Po dove ha seguito un corso di formazione sempre in questo campo e ha lavorato per tre anni per Vhernier, Bvlgari e Palmiero come orefice al banco. Ha quindi seguito dei corsi serali di incassatura a microscopio e di CAD. Attualmente frequenta la scuola Le arti Orafe a Firenze per affinare ancora di più la sua passione per il disegno e dare vita alle sue creazioni. “L’idea è nata dalle caratteristiche che appartengono al colibrì e al messaggio che un piccolo essere come questo può trasmettere. L’orecchino è formato dal corpo ottenuto da due lastre semi bombate saldate dietro su una colonna vertebrale di filo più spesso, in modo da lasciare davanti come una bocca aperta per permettere l’inserimento del gioiello nel lobo. L’orecchino si sviluppa su tutto il padiglione dell’orecchio attraverso la testa semi mobile e il becco, in metallo e diamanti, in modo da creare un movimento naturale e armonioso. Quest’ultimo tiene un fiore che ho voluto rendere leggero traforando i quattro petali semi mobili tenuti da un castone con incassata una pietra in una chiusura a clips. Per finire ho voluto mettere una piuma impernata al corpo per dare un senso di leggerezza e libertà alla persona che lo indossa. Per me è molto importante dare al gioiello una sorta di movimento, non vederlo immobile, privo di vita.”
Premio Speciale Elisa Tozzi Piccini assegnato a: Diletta Fiaschetti, 28 anni, da poco affacciatasi nel mondo orafo. Ha sempre amato esprimere le sue idee attraverso la materia. Dagli studi in scultura alle superiori ha continuato il percorso formativo laureandosi all’Università di Firenze in Cultura e Progettazione della Moda. La passione per gli allestimenti l’ha condotta a Milano, dove per 5 anni ha svolto il mestiere di Visual Merchandiser nel settore dell’abbigliamento, accrescendo doti lavorative e personali. Nel contempo l’arte e la pittura sono rimasti punti focali nel suo essere quotidiano. La necessità di tornare alla materia l’ha condotta a rimettersi di nuovo in gioco, abbandonando Milano per tornare alle origini. “La progettazione è nata dallo studio preliminare della Maison Fratelli Piccini e del suo know-how nel panorama fiorentino ed internazionale. In un secondo momento, dopo aver appreso le caratteristiche salienti del Brand, connubio tra alta gioielleria ed innovazione, sono approdata alla scoperta del colibrì, volatile di grande fascino, ricco di significati e veicolo di speranza. Nel suo becco ho scelto di porre una goccia d’acqua riprodotta dall’utilizzo dell’acquamarina con taglio a goccia. Da qui è scaturita la domanda: può fare la differenza una goccia d’acqua nell’oceano? La risposta è sì, ce lo dimostra la leggenda del colibrì dove, nonostante il suo piccolissimo apporto riuscì a domare l’incendio nella foresta. Come? Dando l’esempio agli altri animali. Per questo ho deciso che l’anello doppio realizzato con la tecnica della cera persa dovesse essere in oro bianco Fare Trade, ovvero per garantire la completa tracciabilità nel rispetto dell’impatto ambientale che l’estrazione di questo materiale ha sulle persone e sul nostro pianeta. Penso che sia una tematica importante ed attuale della quale bisogna farsi portavoce per sensibilizzare gli operatori del settore e gli acquirenti. Anche la forma dell’elaborato è capovolta e si sviluppa verso il centro della mano, proprio per invitare lo sguardo ad un nuovo concetto di forme e di pensiero. Le ali esili e potenti nella realtà, assumono nell’anello leggerezza attraverso il traforo a nido d’ape, perno della tradizione orafa fiorentina. I colori sgargianti, dal verde smeraldo ai viola, dati dalla smaltatura, conferiscono vivacità e rendono omaggio al piumaggio policromo del colibrì.”