Al Centro Donna di Livorno presentazione del libro “Quel giorno, quell’anno” di Antonio Debenedetti : indignazione, smarrimento, incertezza alla notizia delle leggi razziali
E’ promosso dal Comune di Livorno, dalla Comunità Ebraica livornese e dall’Associazione Ippogrifo, l’incontro in programma mercoledì 30 gennaio 2019 alle ore 9.30 presso il Centro Donna di Largo Strozzi in occasione del Giorno della Memoria. Si tratta della presentazione del libro “Quel giorno, quell’anno” (ed. Solferino) di Antonio Debenedetti in cui l’autore, attraverso due straordinari racconti, comunica l’incredulità, l’indignazione, lo smarrimento e il senso di incertezza alla notizia delle leggi razziali. Dalle pagine scaturisce una testimonianza che parla della paura, degli sguardi girati altrove da parte di troppi concittadini, ma anche dell’accoglienza generosa di altri.
A presentare il libro sarà la professoressa Lucilla Serchi. Parteciperanno la vicesindaco Stella Sorgente e il presidente della Comunità Ebraica Vittorio Mosseri. Coordina Maria Giovanna Papucci, presidente dell’Associazione Ippogrifo.
- Saranno presenti all’iniziativa anche gli studenti della classe quinta A e quinta B Scienze Umane del Liceo ISIS Niccolini Palli.
“Ogni persona ha il dovere di non dimenticare l’orrore dell’olocausto, per questo è importante vivere un momento in cui commemorare insieme lo sterminio di milioni e milioni di ebrei vittime innocenti. Hanno affrontato un viaggio infernale nei vagoni bestiame blindati, sono diventati numeri senza più nome, hanno vissuto la terribile esperienza dei lager nazisti e sono poi andati a morire nelle camere a gas. Capire il passato ci può aiutare a comprendere la necessità di un futuro di solidarietà e di pace. Anche oggi le nuove generazioni si trovano ad assistere a discriminazioni e segnali di intolleranza e di violenza; per questo – si legge in una nota – abbiamo fiducia nella lettura come strumento di parola e di condivisione. Ottant’anni pieni, tanti ne sono passati da quando il 18 settembre 1938 Benito Mussolini a Trieste annunciò l’emanazione delle leggi razziali: una macchia, una vergogna tutta italiana, che non si può e non si deve cancellare; quelle leggi hanno aperto anche in Italia la strada ad atroci sofferenze.