Al Goldoni di Livorno la stagione si apre con il “Nabucco” di Verdi. Attesa per le interpretazioni di Dimitra Theodossiou e Laura Brioli
di ELISABETTA ARRIGHI
Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi su questo sito: il Nabucco di Giuseppe Verdi, dal palcoscenico del Goldoni, manca da quasi 130 anni. Anche se a Livorno nel 2001 andò in scena alla Gran Guardia, teatro che per molti anni ha sopperito al ruolo di “teatro di tradizione, durante il restauro dell’antico Goldoni che fu riaperto bel 2004 dopo anni di restauri con una rappresentazione di Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, livornese doc
Adesso il Nabucco, dramma lirico in quattro parti su libretto di Temistocle Solera, torna nella sala goldoniana con due rappresentazioni: la prima venerdì 24 novembre 2017 alle 20.30, la seconda (stesso cast) domenica 26 novembre alle 16.30.
Fra le voci (come vedremo dopo nella nota del direttore artistico Alberto Paloscia) quella importante di Dimitra Theodossiou nel ruolo di Abigaille, poi Laura Brioli / Fenena, Mauro Bonfanti / Nabucco, Giuseppe Raimondo / Ismaele, George Andguladze / Zaccaria, Alessandro Cecchini / il Gran Sacerdote, Federico Bulletti /Abdallo e Valeria Filippi / Anna.
Direttore sarà Marco Severi (formatosi con Riccardo Muti), mentre la regia e luci sonori Matteo Anselmi. Le scene sono della Cooperativa Francesco Tamagno di Torino, i costumi del Maggio Musicale Fiorentino. La partitura verdiana è affidata all’Orchestra Sinfonica Città di Grosseto. Il Coro Lirico Livornese sarà diretto dal maestro Flavio Fiorini.
Questo allestimento del Nabucco è una produzione della Fondazione Teatro Goldoni Livorno, con – come accennato – i costumi della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nell’ambito del protocollo d’intesa “Opera nella Regione Toscana” che è stato sottoscritto (anche con i teatri Verdi di Pisa e Giglio di Lucca) lo scorso mese di ottobre. Un protocollo che ha nobili intenti, ovvero “fare sistema e promuovere la lirica in Toscana”.
L’opera verdiana scelta dal Teatro Goldoni di Livorno per inaugurare la stagione lirica 2017/2018 è la prima importante del compositore di Busseto e la prima della cosiddetta “produzione patriottica” nella quale si incarnarono gli ardori indipendentistici del periodo risorgimentale. Sarà un allestimento che – è stato detto durante la presentazione ufficiale dell’appuntamento a cui hanno partecipato il direttore generale del teatro Marco Leone, il direttore artistico della stagione lirica Alberto Paloscia, il direttore d’orchestra Severi e il regista Anselmi, oltre ai componenti del cast – punta molto sulla tradizione, mantenendo “alta e costante la tensione drammatica sia corale (lo scontro tra due popoli contrapposti, Ebrei e Babilonesi), ma anche intima, dove dominano le passioni umane”.
E’ stato annunciato che durante l’intervallo – seguendo un’idea nata per la stagione deiconcerti classici – ci sarà una piccola degustazione di prodotti tipici con Rosso Pomodoro.
Nabucco, il ritorno alla libertà
di Marco Severi, direttore d’orchestra
“Nella mia vita l’incontro con il Maestro Muti è stato determinante per l’inizio della mia carriera direttoriale: assistendo alle sue prove ed essendo onorato di avere la sua amicizia, ho potuto imparare molto sulla musica e sul teatro verdiano in particolare; ogni nota, ogni parola, vibra di energia. Alla luce di questa visione interpretativa vedo Nabucco come un’opera che simboleggia il ritorno alla libertà e alla dignità di un popolo attraverso un percorso di fede religiosa nel potere divino, anche quando tutto sembra perduto. Nabucco è un grandioso affresco dove sono raffigurate tutte le passioni umane trasfigurate nella rivelazione del Divino”.
Un Nabucco legato alla tradizione
di Alberto Paloscia, direttore artistico stagione lirica Fondazione Teatro Goldoni
Nabucco di Giuseppe Verdi (prima rappresentazione assoluta: Milano, Teatro alla Scala, 1842) inaugura la stagione lirica con una nuova produzione della Fondazione Teatro Goldoni. Si tratta della prima importante creazione del musicista di Busseto, un capolavoro che segnò l’inizio della sua produzione “patriottica” – destinata a proseguire con altri lavori, quali I lombardi alla prima crociata (1843), Ernani (1844), Attila (1846), La battaglia di Legnano (1849) e Le vepres siciliennes (I vespri siciliani, 1865) – nelle quali si incarnarono gli ardori indipendentistici del periodo risorgimentale, prima dell’approdo al realismo psicologico dei capolavori della trilogia popolare che nasceranno tra il 1851 e il 1853 (Rigoletto, Il trovatore e La traviata). L’indagine sulla produzione operistica di Verdi, autore molto amato dal pubblico livornese, è uno dei filoni da tempo frequentati dal nostro Teatro (…).
Tra i titoli verdiani proposti dalla riapertura del Teatro Goldoni ad oggi – solo per rimanere agli anni più recenti – ricordiamo le produzioni de La forza del destino (2005), Falstaff (2007), Otello (2007), Aida (2008 e 2016), Rigoletto (2010), La traviata (2012 e 2015), oltre alla proposta di originali concerti-spettacolo quali “Un certo signor Giuseppe” (2011) che raccontò lo straordinario rapporto tra il “Cigno di Busseto” ed il Risorgimento e “Riccardo il rivale” (2014) con cui si colse il suo rapporto con il coevo e grande Richard Wagner.
La nuova proposta di Nabucco sarà affidata alla direzione musicale di Marco Severi, musicista emiliano di grande esperienza formatosi sotto l’egida di Riccardo Muti, alla guida dell’Orchestra Sinfonica Città di Grosseto, sorta nel 1994 per volontà dell’Amministrazione Comunale della città toscana: un complesso di grande esperienza, versato sia sul versante sinfonico che su quello del repertorio lirico, sempre accolto dai consensi del pubblico e delle critica, attivo sia in Italia che all’estero (tra l’altro anche a Vienna per i tradizionali concerti di Capodanno)
La lettura scenica è firmata dal giovane torinese Matteo Anselmi, attore teatrale e di fiction televisive, nonché attivo in tempi recenti anche come regista lirico (freschissimo il successo ottenuto al Teatro Nuovo di Torino dal suo spettacolo Macbeth #homo instabilis, liberamente tratto dalla tragedia shakesperiana e dall’omonima opera verdiana) e punterà molto sulla tradizione e sul gusto della messinscena “all’antica”, mantenendo alta e costante la tensione drammatica sia corale, ma anche intima, dove dominano le passioni umane, con l’amore contrastato di Ismaele, nipote del re di Gerusalemme e Fenena, figlia del terribile sovrano babilonese, e la terribile gelosia della schiava Abigaille, uno dei personaggi più stimolanti e moderni della giovanile partitura verdiana. Aspetti che saranno resi da una compagnia di canto che annovera alcune delle maggiori voci verdiane del panorama internazionale: è il caso delle due protagoniste femminili Dimitra Theodossiou che vestirà i panni di Abigaille e di Laura Brioli che sarà Fenena, figlia del re Nabucodonosor.
Atteso e graditissimo ritorno quello dell’illustre soprano greco, autentica regina del belcanto belliniano e donizettiano e del repertorio drammatico d’agilità verdiano, recentemente approdato a grandi ruoli dell’opera naturalista quali Santuzza della Cavalleria rusticana mascaganana e della Floria Tosca pucciniana. Theodossiou, è un’autentica beniamina del pubblico livornese e toscano fin dal suo esordio nella nostra città nelle vesti di Liù in Turandot (Teatro La Gran Guardia, 1999) e le successive apparizioni nell’Amico Fritz (2002) e nella Norma belliniana (Teatro Goldoni, 2006); tornerà al Goldoni in uno dei suoi ruoli d’elezione, da lei affrontato in sedi prestigiose (in primis il Festival Verdi di Parma, il Teatro delle Muse di Ancona e il Teatro Verdi di Trieste), nel 40° anniversario della morte di Maria Callas (1977-2017), mitico soprano, greco come la Theodossiou e storica ‘icona’ della lirica mondiale che proprio con questo titolo verdiano raccolse una delle prime consacrazioni italiane (al San Carlo di Napoli nel 1949, accanto al grande baritono toscano Gino Bechi). Da sottolineare che Dimitra Theodossiou, che si è mossa fin dai suoi esordi nei grandi titoli legati al repertorio callasiano (quali Norma di Bellini, Anna Bolena di Donizetti, Medea di Cherubini, Il trovatore e La traviata di Verdi), è stata insignita di prestigiosi premi, quali l’Oscar della Lirica e il Verdi d’Oro.
Laura Brioli, noto mezzosoprano romagnolo ma da un oltre un decennio livornese di adozione, tornerà al Goldoni dopo i successi ottenuti in titoli quali Cavalleria rusticana (2004, spettacolo di apertura del restaurato Teatro Goldoni), La Gioconda, Aida e Carmen e dopo avere svolto, sempre all’interno del nostro Teatro, un’apprezzata attività di docente nel corso di alta formazione vocale per interpreti veristi denominato “Mascagni Opera Studio”
Il ruolo del protagonista è affidato al baritono Mauro Bonfanti al suo esordio nella parte, dopo oltre dieci anni di attività professionale che lo ha portato in numerosi teatri nazionali ed internazionali (Maggio fiorentino, Carlo Felice di Genova, Comunale di Bologna, Opera di Montecarlo, Nizza, Shanghai, ecc.), e che tornerà protagonista al Goldoni nella donizettiana Pia de’ Tolomei nel prossimo gennaio, dopo essere già stato applaudito nel nostro Teatro nelle vesti di Ford in Falstaff nel 2006.
Altro protagonista in ascesa nel panorama italiano e internazionale è il basso georgiano George Andguladze (al suo debutto nel ruolo di Zaccaria) la cui carriera si è consacrata negli ultimi anni in sedi prestigiose (Petruzzelli di Bari, Teatro Lirico di Cagliari, Regio di Parma, Festival Puccini di Torre del Lago, Israeli Opera di Tel Aviv) proprio nei grandi ruoli verdiani, mentre gli altri ruoli maschili vedranno impegnati alcuni giovani cantanti ben noti al pubblico livornese per aver preso parte a recenti produzioni liriche del Teatro di tradizione livornese, in molti casi dopo aver affrontato con esiti molto lusinghieri i percorsi formativi di Opera Studio: è il caso di Giuseppe Raimondo (Ismaele), Federico Bulletti (Abdallo) e Alessandro Ceccarini (Il gran sacerdote di Belo).
Nel ruolo di Anna il mezzosoprano Valeria Filippi, già apprezzata in numerose produzioni liriche nel circuito toscano ma alla sua prima apparizione nel teatro della sua città natale. Le scene sono della Cooperativa Francesco Tamagno – Torino, mentre i costumi provengono dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nell’ambito del Protocollo d’intesa “Opera nella Regione Toscana”.
Una notazione sul coro, particolarmente importante in quest’opera tanto da essere assurto nella memoria collettiva fin dall’Ottocento con la sua mirabile e dolente pagina “Va pensiero” quale simbolo stesso dell’epoca risorgimentale: questa produzione si avvarrà del Coro Lirico Livornese, Maestro del coro Flavio Fiorini, professionista che vanta già una lunga collaborazione con il Goldoni in qualità di maestro collaboratore della produzioni liriche del Teatro, dopo essere stato reclutato nel Progetto LTL Opera Studio.
L’OPERA NABUCCO A LIVORNO
Nabucco – Le rappresentazioni a Livorno
(Fonti: Fulvio Venturi L’opera lirica a Livorno 1658-1847 e 1847-1999 _Circolo Musicale Galliano Masini)
Teatro Rossini, 19 ottobre 1844
Teatro Rossini, estate 1845
Teatro Politeama, 19 ottobre 1878 (5 rappr.)
Teatro Goldoni, 22 luglio 1883 (6 rappr.)
Teatro Politeama, 19 giugno 1886 (10 rappr.)
Teatro Goldoni, 20 maggio 1888 (2 rappr.)
Teatro di Villa Mimbelli, 5 luglio 1986 (2 rappr.)
Teatro la Gran Guardia, 1 dicembre 2001 (2 rappr.)