Effetto Venezia a Livorno. Una visita guidata nella luce mutevole della Sinagoga, seguendo il filo della storia e del “Bagitto” (che anima una mostra)
In occasione di Effetto Venezia 2017 sabato 29 luglio alle ore 22 apertura straordinaria e visita guidata della moderna Sinagoga di Livorno. E’ necessaria la prenotazione al 3208887044 o alla mail amarantaservice@tiscali.it (costo euro 5,00).
La moderna Sinagoga di Livorno è un esempio di architettura religiosa moderna di grande valore. L’esterno drammatico contrasta con l’interno armonioso e conviviale. L’architetto romano Angelo Di Castro fa della moderna Sinagoga di Livorno un tempio di luce, mutevole a seconda delle stagioni e delle ore del giorno, ricco di simboli. Dal simbolo più drammatico della Shoà al simbolo dell’Esodo e quindi della Libertà evidente nella struttura della Sinagoga che ricorda la Tenda del deserto. Durante la visita guidata sarà illustrata la storia della Comunità ebraica di Livorno
Gli Ebrei sono presenti a Livorno sin dalle sue origini, chiamati dal Granduca Ferdinando dei Medici per contribuire al progetto politico economico culturale della città nuova. Sono imprenditori, mercanti, studiosi. Il rabbino Chayim Yossef David Azulay (Chidà) definisce la comunità ebraica livornese colta e raffinata rispetto alle altre comunità europee rozze e incolte. A Livorno si stampano libri in ebraico, vi è un’importante scuola rabbinica, vi sono rabbini di fama mondiale come Koriat o Benamozegh. A Livorno nasce una nuova lingua: il bagitto, lingua per comunicare ma anche per rappresentare perché usata anche da scrittori come Lopez e Bedarida. Questa importante presenza la possiamo riscontrare ancora oggi nel cibo, nel vernacolo, nella toponomastica.
“BAGITTO”, UNA MOSTRA CHE INTRECCIA PITTURA, SCULTURA E PAROLE
Fino al 30 Luglio a Livorno durante Effetto Venezia, si tiene la mostra “Bagitto”, a cura del Progetto Artistico Libertà, presso il palazzo in Scali delle Pietre n.29, uno storico magazzino dismesso di proprietà della Comunità Ebraica livornese (nella foto a sinistra particolare della locandina).
Il bagitto è un vernacolo ebraico livornese, una vera e propria lingua che contiene tracce portoghesi, spagnole sefardite, turche, arabe e greche. Il bagitto è parola che raccoglie l’anima della città di Livorno, nata dalla geografia del Granducato di Toscana cresciuta come uno dei porti più trafficati del Mediterraneo. Traffici, mercanti, lingue, religioni, misteri, spezie e usanze, una città che ribolliva di libertà, data dalla mescolanza di culture e provenienze garantita dalle celebri leggi livornine che garantivano libertà di culto e di commercio. Città magnetica delle nazioni, che conserva nei nomi delle strade, dei monumenti, delle usanze, voci armene, olandesi, inglesi, greche ed ebraiche, nella città senza ghetto. Sostenitori dell’ampio progetto “Bagitto” sono la Comunità Ebraica di Livorno, la casa editrice Debatte, la cantina all’Origine e Decor di via Borra. La mostra vedrà opere della pittrice Libertà, dello scultore fiorentino Gian Marco Lamuraglia e una performance della poetessa Viola Barbara, con la collaborazione di Francesca Maccarrone. L’evento verrà realizzato intrecciando una mostra ad installazioni e performance, unendo la pittura, la scultura, il teatro, la poesia, l’installazione artistica con il coordinamento dell’architetto Valeria Aretusi.
Il Progetto Artistico Libertà da diversi anni si occupa d’arte urbana, un’arte a fruizione pubblica che tiene conto dello spazio in cui è inserita. Pensando a questo scenario esotico e internazionale ha pensato a creare uno spazio animato come un vero e proprio magazzino di “porto franco”, in cui la parola subentra come suono di una lingua straniera, il Bagitto, la vocalizzazione del silenzio o del verso che esce dall’editoria e si ritrova impresso nei muri.
Info e dattagli sulla pagina facebook: Libertà – Progetto Artistico