SPECIALE FESTIVAL PUCCINI / 3. Il 14 luglio inaugurazione con una Turandot fiabesca che accende la passione: intervista al regista Alfonso Signorini

di ELISABETTA ARRIGHI – 

La data si avvicina. Venerdì 14 luglio 2017 nel Gran Teatro all’aperto di Torre del Lago le note di Turandot inaugureranno l’edizione 2017 del Festival Puccini che proseguirà sino alla fine di agosto. L’opera (che Giacomo Puccini lasciò incompiuta, andrà in scena con il finale di Franco Alfano) sarà in scena, dopo il debutto, anche il 23 luglio, il 4 e il 12 agosto. In vista dell’avvio del Festival, abbiamo rivolto alcune domande ad Alfonso Signorini, al Pucciniano nelle vesti di regista.

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Alfonso Signorini  (in foto durante una trasmissione Mediaset)

Pop, nel senso di popolare. Perché l’opera deve essere anche questo: popolare, capace di chiamare a sé tante persone, capace di arrivare al cuore, di emozionare, di avvolgere come in un sensuale abbraccio. L’armonia della musica e del canto, la bellezza dell’arte pura. Alfonso Signorini, giornalista, direttore di “Chi”, personaggio televisivo, ironico e graffiante, debutta come regista lirico. E lo fa dal palcoscenico affacciato sul lago, quello di Massaciuccoli. Il lago di Giacomo Puccini. È di Signorini, infatti, la regia di Turandot che inaugura la manifestazione 2017.

Alfonso Signorini, secondo lei è più facile fare il direttore del settimanale “Chi” o il regista di Turandot?

“Bella domanda… secondo me è più difficile fare il direttore di ‘Chi’, perché si viaggia sempre su una linea molto delicata, perché ogni settimana bisogna intrattenere il pubblico dei nostri lettori con leggerezza, offrendo al tempo stesso contenuti. Non voglio dire con questo che fare una regia lirica sia cosa facile. Intanto bisogna conoscere la materia, aprire la partitura, leggere le note, capire – in questo caso per Turandot – cosa Puccini suggeriva, perché la regia è al servizio della musica, deve essere propedeutica alla musica”.

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Un’immagine simbolo del Gran Teatro all’aperto

In questo momento come riesce a conciliare giornalismo, cioè fare il direttore di Chi, con la regia a Torre del Lago?

“Il giornale lo sto facendo da Forte dei Marmi. Mentre dalle 10 del mattino fino a notte fonda c’è la lirica. Si comincia al mattino in sala prove, poi ci sono le prove del cast, dalle 20 a mezzanotte quelle in teatro. Da mezzanotte alle 3 del mattino bisogna studiare le luci… insomma, una grande fatica”.

Quando ha scoperto la musica?

“Sono diplomato in pianoforte, amo la musica da sempre. La musica fa parte di me2.

Ho letto su vari giornali e riviste che lei suona diverse ore al giorno e che in questo momento sta dedicandosi a Chopin…

“In questo momento mi manca il pianoforte. Quanto mi manca! All’Imperiale a Forte dei Marmi ne hanno uno, ho provato a suonare, ma poi si avvicinano tutti… mentre suono vivo un momento mio. Non sono lì per fare spettacolo… Non vedo l’ora di tornare a casa”.

Cos’è per lei la musica?

“Per me è tante cose. Intanto ho la fortuna di essere molto credente. È il linguaggio di Dio, non appartiene alla sfera umana, ma è capace di arrivare a tutti, investe qualsiasi forma della nostra vita. Quando suono o ascolto la musica dimentico tutto. Mi astraggo. Per me é fondamentale. Non posso rinunciarvi”.

Come sarà la sua Turandot?

“Sarà rispettosa della musica, riletta dalla prima all’ultima nota per scoprire se ci fosse ancora qualche gioiello non ancora illuminato. Turandot vive di profondi contrasti, e sarà circondata da una cornice pop molto disneyana grazie anche alle quinte dipinte da un meraviglioso studio di Calenzano. Ho posto molta attenzione ai colori e all’interno di questa cornice rivestono grande rilievo le luci quasi machbettiane. Quest’opera mostra una cornice fiabesca all’interno della quale il dramma e l’inquietudine sono protagonisti,  con molte analogie all’oggi. Il primo atto e parte del secondo sono drammatici, quasi un thriller, mentre i personaggi evolvono. Liù da schiava si erge e nel terzo atto diventa un monumento, riuscendo con il suo sacrificio d’amore a far sciogliere il ghiaccio che avvolge Turandot”

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Alfonso Signorini (a sx) con Fausto Puglisi (da “Chi”, 5 luglio 2017)

Perché la scelta di un creativo, stilista di fama mondiale, come Fausto Puglisi (con Leila Fteita, ndr) per la realizzazione dei costumi?

“È stata una mia scelta. Perché ha uno spiccato senso della teatralità. Penso ad esempio agli abiti indossati da Madonna per il suo “Rebel Heart Tour”. O a quelli pensati per Beyoncé e Rihanna. È uno dei pochi stilisti italiani che lavora all’estero ed è conosciuto a livello internazionale. L’opera è pop e rock, nel senso che ha un ruolo capace di coinvolgere le masse. Un bel colpo d’occhio vedere questi costumi in scena, dove cerco armonia e sincronia. Una carezza per lo sguardo” (nella foto sopra il titolo un bozzetto di Puglisi).

“Tra poco in scena si accenderanno le luci di Turandot, ma una luce si è già accesa dentro di me: quella della passione. E non si spegnerà mai più”: con queste parole Alfondo Signorini chiude il suo editoriale a proposito di Turandot pubblicato nella rubrica “A tu per tu” sul numero 29 di “Chi” del 5 luglio 2017. Turandot, un sogno che si avvera.

LA SCHEDA DELL’OPERAturandot3

TURANDOT

Dramma lirico in tre atti, libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, musica di GIACOMO PUCCINI. Prima rappresentazione il 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano.

Nuovo allestimento, coproduzione Fondazione Festival Pucciniano e Nausica Opera International per conto di State Opera House of Georgia.

Maestro concertatore e direttore: ALBERTO VERONESI (14 e 23 luglio 2017) / Vegard Nilsen (4 e 12 agosto).

Regia: ALFONSO SIGNORINI

Scene: CARLA TOLOMEI

Coreografia: CRISTINA GAETA

Costumi: FAUSTO PUGLISI (CON LEILA FTEITA)

Disegno luci: VALERIO ALFIERI

Cast:

La Principessa Turandot: MARTINA SERAFIN (14 e 23 luglio) / IRINA RINDZUNER (4 e 12 agosto)

L’Imperatore Altoum: EMMANUEL LOMBARDI (14 e 23 luglio) / NICOLA PISANIELLO ( 4 e 12 agosto)

Timur: GEORGE ANGULADZE (14 e 23 luglio) / ALESSANDRO GUERZONI (4 e 12 agosto)

Il Principe Ignoto (Calaf): STRFANO LA COLLA (14 luglio) / AMADI LAGHA (23 luglio, 4 e 12 agosto)

Liù: CARMEN GIANNATTASIO (14 luglio) / ANGELA DE LUCIA (23 luglio) / DAFNE TIAN HUI (4 e 12 agosto)

Ping: ANDREA ZAUPA (14 e 23 luglio) / RAFFAELE RAFFIO (4 e 12 agosto)

Pang: UGO TARQUINI

Pong: TIZIANO BARONTINI

Un Mandarino: CARMINE MONACO D’AMBROSIA

Prima Ancella: FRANCESCA PACINI  (14 e 23 luglio) / ANNA RUSSO (4 e 12 agosto)

Seconda Ancella: DONATELLA DE CARO (14 e 23 luglio) / DEBORAH SALVAGNO (4 e 12 agosto)

Principe di Persia: SAMUELE SIMONCINI

 

Assistente alla regia: ANDREA TOCCHIO

ORCHESTRA DEL FESTIVAL PUCCINI

CORO DEL FESTIVAL PUCCINI diretto dal M° SALVO SGRÒ

CORO DELLE VOCI BIANCHE DEL FESTIVAL PUCCINI diretto dal M° VIVIANA APICELLA