Uffizi: le “nuove” sale dedicate a Botticelli
di Marco Ferri
È il cuore del museo. La sala più visitata dell’intero complesso vasariano. Quella che… “almeno una volta nella vita bisogna la veda”. La sala della Galleria degli Uffizi dedicata al più osannato pittore fiorentino del XV-XVI secolo, Sandro Botticelli, in effetti sono sei: le prime cinque sono tutte insieme – contrassegnate dalla numerazione che va dalla 10 alla 14 – e da qualche giorno mostrano i capolavori dell’artista, alcuni dei quali solleticano da sempre il desiderio di milioni di appassionati d’arte.
Dopo poco più di un anno trascorso in una collocazione temporanea, le opere di Botticelli sono tornate nella grande sala che fu ricavata negli spazi che appartenevano al teatro mediceo di progettazione buontalentiana. Oggi lo spazio appare assai diverso da un anno fa: sono stati eretti due tramezzi che formano due ambienti, con la luce naturale che arriva dai soffitti abbassati; allo stesso tempo stati adeguati gli impianti di illuminazione artificiale, di sicurezza e di climatizzazione.
Soprattutto le opere sono state dislocate su una superficie più ampia dei muri e risultano più leggibili, anche perché i picchi d’eccellenza della pittura di Botticelli, l’Allegoria della Primavera e La nascita di Venere, non sono più l’una vicina all’altra come in passato, ma disposte in due spazi diversi, sì da rendere più scorrevoli i flussi dei visitatori. E la suggestione che creano taluni scorci è di quelle che facilmente finiranno nei manuali di museografia. Da questa operazione, tra l’altro, ne guadagna proprio il numero delle opere di Botticelli esposte nella sala riallestita, che aumenta di un’unità e sale a 18, perché dall’ex-chiesa di San Pier Scheraggio, dove svolgeva il ruolo di impareggiabile “quinta” nell’abside dell’antica chiesa frequentata perfino da Dante Alighieri, è salita in Galleria anche l’Annunciazione di Botticelli, l’affresco staccato di una delle logge dell’ospedale di San Martino alla Scala di Firenze.
Due opere dell’artista si trovano invece nella sala numero 15, che fino a un anno fa ospitava i capolavori di Leonardo da Vinci e dalla bottega di Verrocchio: adesso lo spazio è “condiviso da Botticelli (qui si ammira l’Incoronazione della Vergine e l’Adorazione dei Magi dove compare anche l’autoritratto dell’artista) Botticini, Ghirlandaio e alcuni pittori fiamminghi, tra cui Hugo van der Goes, di cui si ammira il grande Trittico Portinari. Con le sale dedicate al Primo Rinascimento e ai Pollaiolo, si completa così il recupero degli ambienti del Primo Corridoio degli Uffizi che, come un manuale cartaceo, permette di leggere la storia dell’arte tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI, quando a Firenze la committenza a grandi artisti diede risultati massimi.